Mercoledì 15 Ottobre 2025 15:10
Medio Oriente, Tajani: «Il riconoscimento dello Stato di Palestina è ora più vicino»


Informativa del ministro degli Esteri alla Camera sugli accordi di pace siglati in Egitto. «Il successo dell'iniziativa di pace avviata dal presidente Usa, svolta storica che cambia il volto del Mediterraneo». L'Italia «pronta a fare la propria parte»
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«Il successo dell’iniziativa di pace avviata dal Presidente degli Stati Uniti potrebbe davvero costituire una svolta storica che cambia il volto del Medio Oriente e quindi del Mediterraneo». Lo ha detto questa mattina, 15 ottobre, il ministro degli Esteri Antonio Tajani nella sua informativa alla Camera dei deputati sul processo di pace a Gaza. Un successo, ha sottolineato, «ancora legato a un filo», dato che «molte sono le variabili che ancora sono state non sono state definite, dal ritorno delle salme degli ostaggi assassinati fino alle modalità effettive dello smantellamento della struttura militare di Hamas. Tuttavia quel filo di speranza si sta rivelando solido – ha continuato – perché interpreta la volontà di pace di popolazioni che hanno sofferto moltissimo da una parte e dall’altra. Da qui tante, troppe vittime innocenti e tanti sopravvissuti che chiedono cibo, cure mediche e soprattutto sicurezza e speranza per un futuro della loro terra. Oggi questa è la grande speranza che si affaccia. Quel futuro potrebbe finalmente essere a portata di mano».
Il titolare della Farnesina non ha dubbi: «Oggi finalmente ci sono le condizioni per una Gaza liberata dall’incubo di Hamas e affidata provvisoriamente a un controllo internazionale con l’attiva partecipazione dei Paesi islamici. Tutto questo nella prospettiva di giungere a uno Stato palestinese vero, democratico, pacifico, non confessionale, affidato ad una Autorità nazionale palestinese profondamente rinnovata negli uomini e nei metodi. Uno Stato pacifico riconosciuto da Israele e che riconosca Israele. Il riconoscimento dello Stato della Palestina, quando ci saranno le condizioni che sono state poste anche dal Parlamento, è ora più vicino», ha assicurato. Quindi, riferendosi al dispiegamento nella Striscia di una Forza internazionale di stabilizzazione previsto dal piano Trump, ha ribadito che, «come hanno confermato anche la presidente del Consiglio e il ministro della Difesa, l’Italia è pronta a fare la propria parte, forte della solida e riconosciuta esperienza maturata negli anni in tanti quadranti internazionali complessi. Naturalmente il Parlamento verrà coinvolto in tutte le decisioni che riguarderanno la nostra partecipazione alla Isf – ha precisato ancora Tajani – e mi auguro che su questo argomento si possa trovare una unità di intenti tra tutte le forze politiche».
Il ministro degli Esteri ha rivendicato l’impegno del governo italiano in questo «difficile percorso» fin dall’inizio, con il duplice obiettivo di «mantenere sempre vivo il dialogo tra le parti e alleviare, per quanto possibile, le sofferenze della popolazione civile palestinese. Abbiamo potuto svolgere un ruolo attivo perché in questi mesi abbiamo preservato canali di dialogo sia con Israele sia con l’Autorità nazionale palestinese. Sono pochissimi i Paesi che possono dire di aver fatto altrettanto – ha rimarcato con orgoglio -. Abbiamo costruito ponti a dispetto di chi voleva tagliarli. È così che si lavora per la pace, giorno dopo giorno, con una paziente opera di tessitura, senza sventolare bandiere e senza cedere al clamore e ai proclami». La conferma, nelle parole di Tajani, stava nella stessa presenza della premier Meloni a Sharm El Sheikh per la firma degli accordi di pace, segno che «il nostro Paese ha svolto un ruolo riconosciuto e apprezzato da tutti i nostri partner, a partire dagli Stati Uniti».
Annunciata anche la riunione governativa del pomeriggio sulla ricostruzione di Gaza. «È cruciale consolidare ora le condizioni perché la pace resista nella prospettiva di due Stati che convivono in pace e sicurezza – sono ancora le parole del ministro degli Esteri -. Credo che nessuno vorrà davvero tornare indietro e l’Italia è pronta a fare la sua parte. Già dallo scorso anno abbiamo finanziato con 5 milioni la pianificazione per la ricostruzione da parte dell’Autorità nazionale palestinese, mettendo a disposizione le eccellenze dell’università di architettura di Venezia. Una squadra di esperti è già al lavoro per gettare le fondamenta della pianificazione. Una missione tecnica della cooperazione italiana sarà a Ramallah nei prossimi giorni per proseguire nel raccordo con l’Anp».
Fondamentale, nell’analisi di Tajani, portare assistenza immediata alla popolazione. «Per questo lavoriamo per rafforzare e ampliare Food for Gaza, coinvolgendo tutte le migliori forze del sistema italiano che ho voluto riunire al ministero all’indomani della cerimonia di Sharm El Sheikh. Stiamo lavorando per un nuovo invio urgente di aiuti alimentari. Il più grande finora realizzato», ha proseguito. Già definito intanto un primo pacchetto di aiuti da 60 milioni di euro «dedicato alla sicurezza alimentare, alla sanità, all’assistenza dei malati feriti e mutilati e in tema di formazione per sostenere la costruzione della nuova leadership palestinese in ambito sanitario. Attraverso una stretta collaborazione sinergica con il ministro dell’Università Bernini, metteremo a disposizione le eccellenze dei nostri ospedali come il Bambino Gesù, il Gemelli, il Rizzoli di Bologna o il Meyer di Firenze. Faremo anche rete con gli ospedali italiani in Egitto, in Giordania, eccellenze assolute che vogliamo rafforzare e valorizzare in collaborazione anche con il ministro della Sanità».
15 ottobre 2025
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