Giovedì 16 Ottobre 2025 15:10
Duro scontro tra i Sindaci di Colleferro e Segni sulla questione Sacriporto
Duro scontro tra i Sindaci di Colleferro e Segni, Pierluigi Sanna e Silvano Moffa, sulla “questione Sacriporto”: al centro del […]
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Duro scontro tra i Sindaci di Colleferro e Segni, Pierluigi Sanna e Silvano Moffa, sulla “questione Sacriporto”: al centro del dibattito, infatti, vi è l’esatta localizzazione della piana dove si svolse la famosa battaglia tra Silla e Mario, nell’82 a.C.
Tutto nasce da un post pubblicato dal sindaco di Colleferro, lo scorso 14 ottobre: nel commentare le iniziative del Museo Archeologico Comunale, il primo cittadino ha così commentato: “È stato un vero successo, sia in pubblico che in contenuti, quello riscosso nel fine settimana appena trascorso dalle iniziative del Museo Archeologico Comunale.
Molte famiglie, molti turisti, molti curiosi sono giunti da tutte le parti per assistere alle rievocazioni ed ascoltare le conferenze con curiosità ed attenzione. Nel pomeriggio di domenica, la folla di grandi e piccini era talmente tanta da dover io stesso mettermi a fare “la guida”, naturalmente con scarsi risultati.
A mio avviso questa riuscita va ascritta al ripristino della verità sulla battaglia Sacriporto che, da qualche tempo, è stata usurpata a scopi di marketing (in verità con scarsi risultati sia dal lato del sostegno popolare alla scelta che da quello amministrativo/scientifico, confermati anche dal mancato sostegno di Prefettura/Societa’ Romana di Storia Patria).
Con il direttore Angelo Luttazzi abbiamo, carte alla mano, raccontato ai colleferrini e non la verità storica, senza distorsioni. I laboratori per bambini e le parti rievocative hanno registrato un alto gradimento; chissà che da questa iniziativa non possa nascere una rievocazione nostra, cittadina, da fare ogni anno.. perché no, come i cortei storici dei paesi vicini: potrebbe essere un bel modo di fare comunità senza rubare toponimi a nessuno.
La cultura come cardine dello sviluppo è il nostro mantra oramai, un motto che ci ha permesso di sviluppare la città e porla in una luce diversa.
Non so se si possa difendere la città ed i suoi interessi in modo differente da come lo facciamo noi, ma credo di si, che vi siano altri modi. Certo non si difende Colleferro tagliando i finanziamenti, votando contro le scuole, tacendo i mancati invii del personale sanitario, sostenendo la tesi che sono bravi gli altri a sgraffignarsi la nostra storia anziché impegnarsi meglio a valorizzare la loro, che vadano addirittura ringraziati. Siamo fuori contesto storico diciamo, perché i valvassini nascono dopo l’Età Regia.
La gente tutto vede e tutto approfondisce, saprà alla fine giudicare. Intanto studiamo la nostra storia, che insegna come disse Gramsci, ma sembra non avere abbastanza scolari”.
Molte famiglie, molti turisti, molti curiosi sono giunti da tutte le parti per assistere alle rievocazioni ed ascoltare le conferenze con curiosità ed attenzione. Nel pomeriggio di domenica, la folla di grandi e piccini era talmente tanta da dover io stesso mettermi a fare “la guida”, naturalmente con scarsi risultati.
A mio avviso questa riuscita va ascritta al ripristino della verità sulla battaglia Sacriporto che, da qualche tempo, è stata usurpata a scopi di marketing (in verità con scarsi risultati sia dal lato del sostegno popolare alla scelta che da quello amministrativo/scientifico, confermati anche dal mancato sostegno di Prefettura/Societa’ Romana di Storia Patria).
Con il direttore Angelo Luttazzi abbiamo, carte alla mano, raccontato ai colleferrini e non la verità storica, senza distorsioni. I laboratori per bambini e le parti rievocative hanno registrato un alto gradimento; chissà che da questa iniziativa non possa nascere una rievocazione nostra, cittadina, da fare ogni anno.. perché no, come i cortei storici dei paesi vicini: potrebbe essere un bel modo di fare comunità senza rubare toponimi a nessuno.
La cultura come cardine dello sviluppo è il nostro mantra oramai, un motto che ci ha permesso di sviluppare la città e porla in una luce diversa.
Non so se si possa difendere la città ed i suoi interessi in modo differente da come lo facciamo noi, ma credo di si, che vi siano altri modi. Certo non si difende Colleferro tagliando i finanziamenti, votando contro le scuole, tacendo i mancati invii del personale sanitario, sostenendo la tesi che sono bravi gli altri a sgraffignarsi la nostra storia anziché impegnarsi meglio a valorizzare la loro, che vadano addirittura ringraziati. Siamo fuori contesto storico diciamo, perché i valvassini nascono dopo l’Età Regia.
La gente tutto vede e tutto approfondisce, saprà alla fine giudicare. Intanto studiamo la nostra storia, che insegna come disse Gramsci, ma sembra non avere abbastanza scolari”.
Il riferimento alla recente denominazione della località Pantano in Sacriporto, nel territorio comunale di Segni, non è quindi sfuggito al sindaco Moffa, che replica così: “Ho l’impressione che il Sindaco di Colleferro soffra di delirio di onnipotenza.
In un post attacca il Comune di Segni sulla toponomastica relativa a Sacriporto e ci da degli ignoranti e “usurpatori a scopo di marketing”.
A parte il consueto tono da primo della classe, dimentica il suddetto che la delibera di individuazione della località Sacriporto è stata adottata una volta ottenuto il parere favorevole della Sovrintendenza Archeologica, unico Ente deputato a stabilire correttamente la localizzazione di Sacriporto sulla base dei rinvenimenti archeologici e degli studi scientifici sull’argomento.
Capiamo che la cosa può disturbare chi é alla disperata ricerca di verità storiche nel passato quando Colleferro neppure esisteva, ma questa è la Storia del nostro territorio.
Quanto alle altre elucubrazioni contenute nel post c’è poco da aggiungere: é soltanto delirio di onnipotenza. Un male che, evidentemente si accentua in vista delle scadenze elettorali.
Ovviamente nutriamo il pieno rispetto per la storia industriale di Colleferro che, certo, non viene scoperta oggi nei 90 anni dalla sua nascita. Storia che abbiamo contribuito a onorare e valorizzare
Si rispetti, quindi, la storia millenaria di Segni e l’identità dei nostri luoghi, oltre la cultura di un popolo che ha dato i natali a illustri personaggi in ogni ambito della società civile e del mondo ecclesiastico”.
In un post attacca il Comune di Segni sulla toponomastica relativa a Sacriporto e ci da degli ignoranti e “usurpatori a scopo di marketing”.
A parte il consueto tono da primo della classe, dimentica il suddetto che la delibera di individuazione della località Sacriporto è stata adottata una volta ottenuto il parere favorevole della Sovrintendenza Archeologica, unico Ente deputato a stabilire correttamente la localizzazione di Sacriporto sulla base dei rinvenimenti archeologici e degli studi scientifici sull’argomento.
Capiamo che la cosa può disturbare chi é alla disperata ricerca di verità storiche nel passato quando Colleferro neppure esisteva, ma questa è la Storia del nostro territorio.
Quanto alle altre elucubrazioni contenute nel post c’è poco da aggiungere: é soltanto delirio di onnipotenza. Un male che, evidentemente si accentua in vista delle scadenze elettorali.
Ovviamente nutriamo il pieno rispetto per la storia industriale di Colleferro che, certo, non viene scoperta oggi nei 90 anni dalla sua nascita. Storia che abbiamo contribuito a onorare e valorizzare
Si rispetti, quindi, la storia millenaria di Segni e l’identità dei nostri luoghi, oltre la cultura di un popolo che ha dato i natali a illustri personaggi in ogni ambito della società civile e del mondo ecclesiastico”.
Non si è fatta attendere quindi la risposta del sindaco Sanna che, nella mattinata di oggi, 16 ottobre 2025, replica alle parole del primo cittadino segnino con un lungo post sulla propria pagina Facebook: ” Che Moffa fosse permaloso lo sapevo già. Da lui sono stato querelato ben due volte per aver espresso le mie idee, evidentemente non gradite: non è abituato al dissenso ma solo a coloro che dicono sempre di si ossequiosamente.
Naturalmente in entrambe i casi tutto è stato archiviato senza nemmeno iniziare il processo poiché, in Italia, il diritto di critica è ancora consentito ed io lo avevo criticato dicendo la verità e non diffamandolo. La verità non è reato.
Personalmente invece non l’ho mai querelato, ne lui ne i suoi cari, neanche quando i margini erano abbastanza evidenti perché credo nella forza della politica e delle idee, anche di quelle diverse. Tra gente che fa politica non ci si querela ma ci si confronta, anche scontra se occorre.
Tanto forte è la forza delle idee quanto lo è anche quella dei fatti però, degli atti soprattutto e si sa che la pubblica amministrazione parla solo attraverso gli atti.
La denominazione del Pantano col nuovo nome di Sacriporto non è stata autorizzata dalla Prefettura di Roma, come da nota ufficiale del 13 dicembre 2023: questo atto determina un fatto. Occorre ricordare che la Prefettura non è solo l’organo competente in materia di toponomastica ma anche la rappresentante del Governo sul territorio provinciale.
Abbastanza fuori luogo il richiamo al parere della soprintendenza competente che (in tre righe appena) da di fatto un nulla osta, senza argomentare. Parere non vincolante che infatti la Prefettura non tiene in considerazione. Occorre precisare che si tratta comunque della “soprintendenza” e non della “sovrintendenza” che sta sempre a Roma ma ha compiti diversi. Moffa mi accusa di avere il tono da primo della classe ma io semplicemente studio, sebbene con risultati appena sufficienti.
Il parere vincolante su cui si basa la Prefettura per non autorizzare non è quello di Paperino.. bensì è quello della Società Romana di Storia Patria, ente giuridico competente per legge che il 22 novembre del 2023 comunica la sua contrarietà poiché “riferendosi alle ipotesi ricorrenti, il sito di Sacriportus dovrebbe trovarsi in territorio di Colleferro (tra Colle Sacco ed il castello di Piombinara) come campo di battaglia dell’82 a.C. tra Silla e Mario il Giovane e al confine tra Colleferro e Paliano come sito dell’inserimento (attuale località Colle Noce). L’attuale comune non può attribuire arbitrariamente ad una parte del proprio territorio un nome antico senza alcun fondamento”. Difficile da contraddire. Nemmeno Sangiuliano riuscirebbe.
Chi ha quindi il delirio di onnipotenza? Io che racconto la storia attraverso gli atti o chi mette i cartelli stradali, in barba agli atti? A questo punto, anche se non l’ho mai voluto fare prima, verificherò le condizioni per un esposto agli organi competenti, corte dei conti compresa. Fino ad oggi non ero mai voluto arrivare a questo perché credo fortemente che gli abitanti del Pantano e della piana di Segni in generale meritino ben altro che queste scaramucce ma se proprio insiste..
Conclude il collega chiedendo che si rispetti Segni e ci mancherebbe altro, vale per tutti questo, lui compreso. Anche se non sono segnino, come lui d’altronde, Segni ha per me un posto speciale nel cuore e l’ho sempre dimostrato con atti e fatti concreti perché quella comunità, antica e fiera, mi ha dato ed insegnato tanto ed in nessun caso le ho mancato di rispetto. Sono affezionatissimo a Segni e mai l’ho considerata un ripiego.
Non oso dare consigli a nessuno ma credo che il collega possa impegnare meglio il suo tempo, non tanto per rispondere a me che tra l’altro non l’ho neanche citato nel mio post su Sacriporto, bensì per velocizzare l’iter di costruzione della nuova fermata Cotral di Via Scienza e Tecnica (opera ferma da anni al Comune di Segni benché completamente finanziata da Cotral).
La destra parla sempre di sicurezza ma gli sfugge quella stradale evidentemente; li 2000 studenti (compresi quelli di Segni) rischiano di finire ogni giorno sotto le ruote dei bus Cotral a causa dell’immobilismo del municipio lepino. È bene che studenti e genitori lo sappiano e magari protestino anche. Al Pantano i cittadini desiderano opere concrete più che operazioni di marketing e nel progetto della fermata ci sono approvati e finanziati anche due immobili da mettere al servizio degli abitanti della piana, inseriti nel progetto dall’amministrazione Cascioli. Che aspettano a far partire i lavori? Che io finisca di fare il sindaco, mi verrebbe da pensare.
Rispetto all’accusa di infantilismo lo capisco, si sa che da anziani si torna sempre un po’ bambini.
Qualcuno ha scritto che lui, ai suoi tempi, avrebbe in fondo difeso Colleferro come sto facendo io ora. Non credo invece, primo perché ai suoi tempi non sarebbe mai passato per la testa ai sindaci segnini di fare una roba del genere e secondo perché Colleferro lui non l’ha difesa mai. Potrei fare una lunga e dettagliata ricostruzione storica sull’argomento.
Attendo la terza querela con la tranquillità di chi ha solo detto la verità, cercando di impiegare il nostro prezioso tempo su questioni che possano incidere sul serio sulla qualità della vita di tutto il territorio”.
Naturalmente in entrambe i casi tutto è stato archiviato senza nemmeno iniziare il processo poiché, in Italia, il diritto di critica è ancora consentito ed io lo avevo criticato dicendo la verità e non diffamandolo. La verità non è reato.
Personalmente invece non l’ho mai querelato, ne lui ne i suoi cari, neanche quando i margini erano abbastanza evidenti perché credo nella forza della politica e delle idee, anche di quelle diverse. Tra gente che fa politica non ci si querela ma ci si confronta, anche scontra se occorre.
Tanto forte è la forza delle idee quanto lo è anche quella dei fatti però, degli atti soprattutto e si sa che la pubblica amministrazione parla solo attraverso gli atti.
La denominazione del Pantano col nuovo nome di Sacriporto non è stata autorizzata dalla Prefettura di Roma, come da nota ufficiale del 13 dicembre 2023: questo atto determina un fatto. Occorre ricordare che la Prefettura non è solo l’organo competente in materia di toponomastica ma anche la rappresentante del Governo sul territorio provinciale.
Abbastanza fuori luogo il richiamo al parere della soprintendenza competente che (in tre righe appena) da di fatto un nulla osta, senza argomentare. Parere non vincolante che infatti la Prefettura non tiene in considerazione. Occorre precisare che si tratta comunque della “soprintendenza” e non della “sovrintendenza” che sta sempre a Roma ma ha compiti diversi. Moffa mi accusa di avere il tono da primo della classe ma io semplicemente studio, sebbene con risultati appena sufficienti.
Il parere vincolante su cui si basa la Prefettura per non autorizzare non è quello di Paperino.. bensì è quello della Società Romana di Storia Patria, ente giuridico competente per legge che il 22 novembre del 2023 comunica la sua contrarietà poiché “riferendosi alle ipotesi ricorrenti, il sito di Sacriportus dovrebbe trovarsi in territorio di Colleferro (tra Colle Sacco ed il castello di Piombinara) come campo di battaglia dell’82 a.C. tra Silla e Mario il Giovane e al confine tra Colleferro e Paliano come sito dell’inserimento (attuale località Colle Noce). L’attuale comune non può attribuire arbitrariamente ad una parte del proprio territorio un nome antico senza alcun fondamento”. Difficile da contraddire. Nemmeno Sangiuliano riuscirebbe.
Chi ha quindi il delirio di onnipotenza? Io che racconto la storia attraverso gli atti o chi mette i cartelli stradali, in barba agli atti? A questo punto, anche se non l’ho mai voluto fare prima, verificherò le condizioni per un esposto agli organi competenti, corte dei conti compresa. Fino ad oggi non ero mai voluto arrivare a questo perché credo fortemente che gli abitanti del Pantano e della piana di Segni in generale meritino ben altro che queste scaramucce ma se proprio insiste..
Conclude il collega chiedendo che si rispetti Segni e ci mancherebbe altro, vale per tutti questo, lui compreso. Anche se non sono segnino, come lui d’altronde, Segni ha per me un posto speciale nel cuore e l’ho sempre dimostrato con atti e fatti concreti perché quella comunità, antica e fiera, mi ha dato ed insegnato tanto ed in nessun caso le ho mancato di rispetto. Sono affezionatissimo a Segni e mai l’ho considerata un ripiego.
Non oso dare consigli a nessuno ma credo che il collega possa impegnare meglio il suo tempo, non tanto per rispondere a me che tra l’altro non l’ho neanche citato nel mio post su Sacriporto, bensì per velocizzare l’iter di costruzione della nuova fermata Cotral di Via Scienza e Tecnica (opera ferma da anni al Comune di Segni benché completamente finanziata da Cotral).
La destra parla sempre di sicurezza ma gli sfugge quella stradale evidentemente; li 2000 studenti (compresi quelli di Segni) rischiano di finire ogni giorno sotto le ruote dei bus Cotral a causa dell’immobilismo del municipio lepino. È bene che studenti e genitori lo sappiano e magari protestino anche. Al Pantano i cittadini desiderano opere concrete più che operazioni di marketing e nel progetto della fermata ci sono approvati e finanziati anche due immobili da mettere al servizio degli abitanti della piana, inseriti nel progetto dall’amministrazione Cascioli. Che aspettano a far partire i lavori? Che io finisca di fare il sindaco, mi verrebbe da pensare.
Rispetto all’accusa di infantilismo lo capisco, si sa che da anziani si torna sempre un po’ bambini.
Qualcuno ha scritto che lui, ai suoi tempi, avrebbe in fondo difeso Colleferro come sto facendo io ora. Non credo invece, primo perché ai suoi tempi non sarebbe mai passato per la testa ai sindaci segnini di fare una roba del genere e secondo perché Colleferro lui non l’ha difesa mai. Potrei fare una lunga e dettagliata ricostruzione storica sull’argomento.
Attendo la terza querela con la tranquillità di chi ha solo detto la verità, cercando di impiegare il nostro prezioso tempo su questioni che possano incidere sul serio sulla qualità della vita di tutto il territorio”.
Seguiranno aggiornamenti sulla vicenda.
Foto dalla pagina Facebook del Sindaco di Segni, Silvano Moffa