Giovedì 16 Ottobre 2025 18:10
La Linea C ha aumentato i posti di lavoro e migliorato l’economia di Roma Est
Qual è l’effetto reale e quantificabile di una nuova linea metro sull’economia locale? Una domanda cui è difficile rispondere con precisione. Ma oggi abbiamo qualche elemento in più, grazie a un nuovo e approfondito studio intitolato “Aumentare l’accessibilità tramite il trasporto pubblico migliora l’economica locale: l’effetto di una nuova linea di metro a Roma“ (“Increasing accessibility by public transport benefits local economy: the effect of a new metro line in Rome”). La ricerca, pubblicata il 3 ottobre 2025 da un team di studiosi dei Sony Computer Science Laboratories di Roma, del Centro Ricerche Enrico Fermi e della Sapienza, analizza con rigore scientifico l’impatto che l’apertura della Metro C ha avuto sul tessuto economico delle aree che attraversa. I risultati non solo confermano ciò che molti speravano, cioè che la metro migliora l’economia locale, ma svelano anche dinamiche inaspettate e offrono lezioni preziose per il futuro delle metropolitane romane, e non solo. COME SI MISURA L’IMPATTO ECONOMICO DI UNA METRO? Per isolare l’effetto della Metro C da tutte le altre variabili economiche, i ricercatori hanno utilizzato un approccio statistico noto come “difference-in-differences” (DID). In pratica, hanno comparato due gruppi di zone urbanistiche di Roma, simili tra loro, confrontando quelle connesse alla Linea C e quelle non connesse alla Linea C. Confrontando l’evoluzione del numero di attività economiche nei due gruppi, prima e dopo l’apertura della metro (avvenuta in più fasi tra il 2014 e il 2018), hanno poi definito l’impatto economico della nuova infrastruttura. Per garantire l’affidabilità del metodo, i ricercatori hanno eseguito anche un “test placebo”, applicando la stessa analisi alle scuole dell’infanzia, quindi non ad un’attività economica in senso stretto. Così hanno potuto verificare, come previsto, che la metro non ha avuto alcun impatto statisticamente rilevante sul loro numero, confermando così la robustezza dei risultati. CINQUEMILA POSTI DI LAVORO E 60 MILIONI DI EURO DI PIL IN PIÙ OGNI ANNO Nonostante la Linea C viaggi ancora con frequenze scarse e sia incompleta della sua parte più rilevante, lo studio ha dimostrato una correlazione diretta: maggiore è stato l’aumento di accessibilità per una zona, maggiore è stato l’incremento nel numero di attività economiche di quella stessa zona. Le aree che hanno visto un aumento marginale di accessibilità non hanno registrato variazioni significative, mentre quelle più vicine alle nuove stazioni e meglio collegate hanno visto una crescita netta e statisticamente rilevante, in un’intervallo che va dal +1% al +9%. L’analisi si è concentrata in modo specifico sulle micro-imprese (bar, negozi, ristoranti e simili), che costituiscono il 90% del campione analizzato. Per queste attività l’introduzione della Metro C ha generato quasi 5.000 posti di lavoro aggiuntivi e un PIL extra di circa 60 milioni di euro, dal 2019. È interessante notare anche che l’effetto positivo sembra iniziare prima dell’apertura della linea, suggerendo che le imprese abbiano iniziato a investire sulla base dell’aspettativa dei benefici futuri. Si tratta di un fenomeno già osservato in altri contesti internazionali. Un risultato affascinante dello studio riguarda anche la diversità economica. Misurando la varietà dei settori commerciali (utilizzando un indice chiamato entropia di Shannon ), i ricercatori hanno osservato una leggera diminuzione della diversificazione nelle zone immediatamente prossime alle stazioni. Cosa significa? Non è una cattiva notizia. Al contrario, suggerisce che la Metro C abbia favorito la formazione di “cluster”, ovvero aree specializzate in determinati settori. La logica è semplice: se spostarsi diventa più facile e veloce, viene meno la necessità di avere ogni tipo di servizio esattamente sotto casa, soprattutto se la metro è nelle immediate vicinanze. Questo permette di far sviluppare le attività commerciali più competitive, che diventano più attrattive e crescono rapidamente, garantendo logiche di scala. MIGLIORI SERVIZI SENZA GENTRIFICAZIONE Una delle maggiori preoccupazioni legate alle grandi opere pubbliche è il rischio di gentrificazione, ovvero l’espulsione delle famiglie a basso reddito per effetto dell’aumento dei prezzi delle case, divenute più appetibili grazie alla metropolitane. Sorprendentemente, uno studio della Banca d’Italia del 2022 ha rilevato come la Metro C non abbia generato aumenti statisticamente significativi dei prezzi immobiliari. Anzi, nelle zone periferiche si è registrato un impatto negativo sui prezzi delle proprietà di valore più elevato, forse perché i residenti più ricchi e auto-dipendenti hanno percepito la metro come un disturbo (cantieri, rumore) piuttosto che un vantaggio. Questo suggerisce che l’infrastruttura sia riuscita, almeno in parte, a migliorare l’accesso ai servizi per le fasce più deboli senza innescare dinamiche espulsive. A nostro parere, però, il fenomeno di gentrificazione non si è innescato anche per le frequenze ancora troppo diradate della linea, che non risulta appetibile per i redditi medio-alti. Altre ragioni vanno individuate nelle caratteristiche urbanistiche delle zone attraversate, caratterizzate da ampi quartieri di edilizia popolare, non impattati dalle dinamiche di mercato, e da una maggioranza di abitanti che risiede in un’abitazione di proprietà. CONCLUSIONI Lo studio sull’impatto della Metro C offre una lezione fondamentale: investire nel trasporto pubblico su ferro non è solo una strategia per migliorare la mobilità e ridurre le emissioni di CO2 , ma è anche un potente motore di sviluppo economico locale. L’aumento di accessibilità si traduce direttamente in più attività commerciali, più posti di lavoro e un PIL più alto, con benefici tangibili per il tessuto urbano. La Metro C non ha solo collegato la periferia Est al centro: ha rivitalizzato quartieri, stimolato la concorrenza e, forse, ha persino contribuito a una maggiore equità sociale. Ora è fondamentale puntare alla fornitura dei nuovi treni della Linea C, che renderà la metro ancora più appetibile grazie alle frequenze migliori. Bisogna spingere sui nostri rappresentanti politici, affinché finanzino anche la Linea D e i prolungamenti della A e della B, investendo su una spesa produttiva e benefica per la città. Le metro costano molto, è vero, ma senza metro un futuro più sostenibile e migliore è impossibile.
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Qual è l’effetto reale e quantificabile di una nuova linea metro sull’economia locale? Una domanda cui è difficile rispondere con precisione. Ma oggi abbiamo qualche elemento in più, grazie a un nuovo e approfondito studio intitolato “
Aumentare l’accessibilità tramite il trasporto pubblico migliora l’economica locale: l’effetto di una nuova linea di metro a Roma
“ (“Increasing accessibility by public transport benefits local economy: the effect of a new metro line in Rome”).La ricerca, pubblicata il 3 ottobre 2025 da un team di studiosi dei Sony Computer Science Laboratories di Roma, del Centro Ricerche Enrico Fermi e della Sapienza, analizza con rigore scientifico l’impatto che l’apertura della Metro C ha avuto sul tessuto economico delle aree che attraversa. I risultati non solo confermano ciò che molti speravano, cioè che la metro migliora l’economia locale, ma svelano anche dinamiche inaspettate e offrono lezioni preziose per il futuro delle metropolitane romane, e non solo.
Per isolare l’effetto della Metro C da tutte le altre variabili economiche, i ricercatori hanno utilizzato un approccio statistico noto come “difference-in-differences” (DID). In pratica, hanno comparato due gruppi di zone urbanistiche di Roma, simili tra loro, confrontando quelle connesse alla Linea C e quelle non connesse alla Linea C.
Confrontando l’evoluzione del numero di attività economiche nei due gruppi, prima e dopo l’apertura della metro (avvenuta in più fasi tra il 2014 e il 2018), hanno poi definito l’impatto economico della nuova infrastruttura. Per garantire l’affidabilità del metodo, i ricercatori hanno eseguito anche un “test placebo”, applicando la stessa analisi alle scuole dell’infanzia, quindi non ad un’attività economica in senso stretto. Così hanno potuto verificare, come previsto, che la metro non ha avuto alcun impatto statisticamente rilevante sul loro numero, confermando così la robustezza dei risultati.
Nonostante la Linea C viaggi ancora con frequenze scarse e sia incompleta della sua parte più rilevante, lo studio ha dimostrato una correlazione diretta: maggiore è stato l’aumento di accessibilità per una zona, maggiore è stato l’incremento nel numero di attività economiche di quella stessa zona. Le aree che hanno visto un aumento marginale di accessibilità non hanno registrato variazioni significative, mentre quelle più vicine alle nuove stazioni e meglio collegate hanno visto una crescita netta e statisticamente rilevante, in un’intervallo che va dal +1% al +9%.
L’analisi si è concentrata in modo specifico sulle micro-imprese (bar, negozi, ristoranti e simili), che costituiscono il 90% del campione analizzato. Per queste attività l’introduzione della Metro C ha generato quasi 5.000 posti di lavoro aggiuntivi e un PIL extra di circa 60 milioni di euro, dal 2019.

È interessante notare anche che l’effetto positivo sembra iniziare prima dell’apertura della linea, suggerendo che le imprese abbiano iniziato a investire sulla base dell’aspettativa dei benefici futuri. Si tratta di un fenomeno già osservato in altri contesti internazionali.
Un risultato affascinante dello studio riguarda anche la diversità economica. Misurando la varietà dei settori commerciali (utilizzando un indice chiamato entropia di Shannon ), i ricercatori hanno osservato una leggera diminuzione della diversificazione nelle zone immediatamente prossime alle stazioni.
Cosa significa? Non è una cattiva notizia. Al contrario, suggerisce che la Metro C abbia favorito la formazione di “cluster”, ovvero aree specializzate in determinati settori. La logica è semplice: se spostarsi diventa più facile e veloce, viene meno la necessità di avere ogni tipo di servizio esattamente sotto casa, soprattutto se la metro è nelle immediate vicinanze. Questo permette di far sviluppare le attività commerciali più competitive, che diventano più attrattive e crescono rapidamente, garantendo logiche di scala.
Una delle maggiori preoccupazioni legate alle grandi opere pubbliche è il rischio di gentrificazione, ovvero l’espulsione delle famiglie a basso reddito per effetto dell’aumento dei prezzi delle case, divenute più appetibili grazie alla metropolitane.
Sorprendentemente,
uno studio della Banca d’Italia del 2022
ha rilevato come la Metro C non abbia generato aumenti statisticamente significativi dei prezzi immobiliari. Anzi, nelle zone periferiche si è registrato un impatto negativo sui prezzi delle proprietà di valore più elevato, forse perché i residenti più ricchi e auto-dipendenti hanno percepito la metro come un disturbo (cantieri, rumore) piuttosto che un vantaggio. Questo suggerisce che l’infrastruttura sia riuscita, almeno in parte, a migliorare l’accesso ai servizi per le fasce più deboli senza innescare dinamiche espulsive.A nostro parere, però, il fenomeno di gentrificazione non si è innescato anche per le frequenze ancora troppo diradate della linea, che non risulta appetibile per i redditi medio-alti. Altre ragioni vanno individuate nelle caratteristiche urbanistiche delle zone attraversate, caratterizzate da ampi quartieri di edilizia popolare, non impattati dalle dinamiche di mercato, e da una maggioranza di abitanti che risiede in un’abitazione di proprietà.
Lo studio sull’impatto della Metro C offre una lezione fondamentale: investire nel trasporto pubblico su ferro non è solo una strategia per migliorare la mobilità e ridurre le emissioni di CO2 , ma è anche un potente motore di sviluppo economico locale.
L’aumento di accessibilità si traduce direttamente in più attività commerciali, più posti di lavoro e un PIL più alto, con benefici tangibili per il tessuto urbano. La Metro C non ha solo collegato la periferia Est al centro: ha rivitalizzato quartieri, stimolato la concorrenza e, forse, ha persino contribuito a una maggiore equità sociale.
Ora è fondamentale puntare alla fornitura dei nuovi treni della Linea C, che renderà la metro ancora più appetibile grazie alle frequenze migliori. Bisogna spingere sui nostri rappresentanti politici, affinché finanzino anche la Linea D e i prolungamenti della A e della B, investendo su una spesa produttiva e benefica per la città. Le metro costano molto, è vero, ma senza metro un futuro più sostenibile e migliore è impossibile.
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