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Venerdì 17 Ottobre 2025 09:10

Attentato al giornalista Ranucci (Report)

attentato a sigfrido ranucci, ordigno, 16-17 ottobre 2025)
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Esplosa la sua auto e quella della figlia, davanti a casa alle porte di Roma. Ne dà notizia lo stesso giornalista, sotto scorta dal 2014: «Deflagrazioni così forti da scuotere l'intero quartiere». Usigrai: «Campagna d'odio contro il giornalismo d'inchiesta»

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attentato a sigfrido ranucci, ordigno, 16-17 ottobre 2025)
attentato a sigfrido ranucci, ordigno, 16-17 ottobre 2025)
Nella notte fra 16 e 17 ottobre, l’auto di Sigfrido Ranucci, giornalista e conduttore di Report, e quella di sua figlia sono esplose e sono state completamente avvolte dalle fiamme. A darne notizia sui sociale è lo stesso giornalista: «Due ordigni – scrive – hanno distrutto le automobili parcheggiate davanti casa a Campo Ascolano, alle porte di Roma. Le deflagrazioni sono state così forti da scuotere l’intero quartiere». Anche sui profili social di Report si fa riferimento all’esplosione di «un ordigno piazzato sotto l’auto del giornalista» parcheggiata davanti a casa, parlando di una deflagrazione che avrebbe potuto uccidere. «L’auto è saltata in aria – si legge – danneggiando anche l’altra auto di famiglia e la casa accanto. Sul posto carabinieri, Digos, vigili del fuoco e scientifica. La Procura di competenza si è attivata per le verifiche, avvisato il Prefetto. La potenza dell’esplosione è stata tale per cui avrebbe potuto uccidere chi fosse passato in quel momento».

Avviate le indagini dei pm dell’antimafia. Al momento si procede per danneggiamento con l’aggravante del metodo mafioso, in attesa di ricevere le prime informative dalle forze dell’ordine intervenute. Raggiunto dall’Ansa dopo le esplosioni, lo stesso Ranucci dichiarava: «Sono in auto con la scorta dei carabinieri e sto andando a denunciare quanto accaduto. Sembra che si tratti di un ordigno rudimentale, ma ora bisogna vedere la natura dell’esplosivo. Con tutte le minacce che riceviamo non è semplice risalire alla matrice», ha aggiunto. Poi, a proposito della figlia, ha precisato: «Lei ha posteggiato la sua auto ed è passata da lì venti minuti prima dell’accaduto». Nel video postato sui social di Report sui social si vede la parte anteriore dell’auto del giornalista completamente distrutta e la vettura accanto, quella della figlia, danneggiata. Ranucci ha spiegato che la sua auto era stata parcheggiata in quel posto dal figlio ieri all’ora di pranzo.

Il conduttore è sotto scorta dal 2014 dopo le minacce di morte da parte della mafia. Diverse le minacce subite negli ultimi tempi, a partire dal ritrovamento di due proiettili P38 fuori casa fino al pedinamento di soggetti identificati dalla sua scorta. Denunciato da Ranucci anche «il clima di isolamento e di delegittimazione nei miei confronti».

In una nota diffusa da Palazzo Chigi, «la piena solidarietà al giornalista Sigfrido Ranucci e la più ferma condanna per il grave atto intimidatorio da lui subito» da parte della premier Giorgia Meloni. «La libertà e l’indipendenza dell’informazione sono valori irrinunciabili delle nostre democrazie, che continueremo a difendere», si legge nel testo. Affidate ai social le reazioni di diversi esponenti del mondo della politica, dai ministri ai leder delle opposizioni.

«Piena solidarietà e vicinanza» anche da parte del segretario generale Cgil Roma e Lazio Natale Di Cola, che parla di «Un vero e proprio attentato. Davanti a questo fatto gravissimo e sconvolgente – aggiunge -, sul quale non può calare il silenzio, bisogna mobilitarsi. Serve una forte reazione a sostegno di Ranucci, del giornalismo d’inchiesta e della libertà di informazione del nostro Paese». Sulla stessa lunghezza d’onda la nota dell’esecutivo dell’Usigrai: «Un attentato spaventoso che ci riporta indietro agli anni più bui. Siamo vicini a Sigfrido Ranucci e alla sua famiglia dopo che nella notte la sua auto è esplosa davanti a casa. Pochi minuti prima era passata lì davanti la figlia. Siamo certi che né Sigfrido né i colleghi di Report si lasceranno intimorire – proseguono dall’organizzazione sindacale -. Saremo sempre al loro fianco affinché possano continuare liberamente il loro lavoro d’inchiesta. Abbiamo denunciato in questi mesi come la Rai abbia ridotto lo spazio a disposizione di Report e soprattutto il clima d’odio e insofferenza per le inchieste della redazione. In prima serata su Rai1 si è arrivati addirittura – da parte della seconda carica dello Stato – a definire i colleghi di Report “calunniatori seriali”, senza che né il conduttore né l’azienda prendessero le distanze. Una campagna d’odio contro il giornalismo d’inchiesta che deve finire», il monito.

17 ottobre 2025

 

 

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