Venerdì 17 Ottobre 2025 21:10
Il campo magnetico terrestre (forse) si sta indebolendo
Le analisi hanno evidenziato due cambiamenti contrastanti: da un lato l’indebolimento dell’intensità sopra lo stato del Cana da, dall’altro un rafforzamento alle latitudini geomagnetiche siberiane -
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L’allarme arriva dai dati raccolti, in undici anni, dalla costellazione di satelliti Swarm dell’Esa (Agenzia Spaziale Europea) che rivelano che l’Anomalia del Sud Atlantico (Saa-South Atlantic Anomaly) si sta espandendo.
Il campo magnetico terrestre ha la sua origine a tremila chilometri di profondità, nel nucleo del nostro pianeta, un immenso oceano di ferro liquido. È una forza complessa e dinamica, importantissima perchè ci protegge dalle radiazioni cosmiche ad alta energia provenienti dalle sorgenti astrofisiche e dalle particelle cariche del vento solare che investono il nostro pianeta, soprattutto quando il Sole è al massimo della sua attività.
La missione dell’Esa per l’Osservazione della Terra, che sta per festeggiare il 12mo atto di attività, è composta da tre satelliti identici, Alpha, Bravo e Charlie (A,B e C) lanciati il 22 novembre 2013 in orbita polare per studiare in modo dettagliato, con i suoi strumenti molto sofisticati, il campo geomagnetico terrestre e la sua evoluzione nel tempo. La lunga serie temporale di dati ottenuti dalla missione rappresenta il più lungo e dettagliato record di misurazioni dell’intensità del campo magnetico globale dallo spazio.
La ricerca, pubblicata su Physic of the Earth and Planetary Interiors, è stata svolta da Chris Finlay e Clemens Kloss dell’Università Tecnica della Danimarca, e da Nicolas Gillet dell’Università di Grenoble, che hanno cercato di tracciare l’evoluzione del campo magnetico terrestre nel tempo.
La Saa è una regione dove il campo magnetico terrestre risulta più debole e comprende la maggior parte dell’Atlantico meridionale ed anche alcune aree del Sudamerica, Sudafrica e Antartide. È stata identificata per la prima volta nella zona sudorientale dell’America Meridionale ai primi del 900 ed oggi è monitorata per ragioni connesse alla sicurezza delle attività spaziali: infatti, i satelliti che transitano sopra la Saa subiscono radiazioni più intense da cui potrebbero derivare malfunzionamenti ai loro sistemi principali e addirittura dei blackout.
I ricercatori, analizzando i dati raccolti da Swarm tra il 2014 e il 2025, hanno evidenziato due tendenze: la prima riguarda la Saa che si è estesa in modo costante fino ad arrivare a dimensioni importanti pari a circa metà dell’Europa continentale. Non solo, le mappe geomagnetiche indicano anche che dal 2020 una porzione specifica sopra l’Oceano Atlantico, a sud-ovest dell’Africa, ha subìto un rapido e intenso indebolimento del campo magnetico, passando da 22.430 a 22.094 nanotesla, oltre 300 nanotesla in meno (nanotesla, nT, è un sottomultiplo del Tesla, T, unità di misura del campo magnetico) .
“L’Anomalia del Sud Atlantico non è omogenea – spiega Chris Finlay – sta evolvendo in modo diverso verso l’Africa rispetto al Sud America. Ciò significa che in queste regioni sta avvenendo qualcosa che provoca un indebolimento più intenso del campo magnetico”.
Forse, ipotizzano gli studiosi, la causa di quanto sta avvenendo è legato a particolari configurazioni della struttura del campo magnetico al confine tra il nucleo e il mantello dove probabilmente sono in atto processi che ne stanno intensificando l’indebolimento. Secondo gli scienziati, questo comportamento sarebbe connesso a processi nuovi definiti “zone di flusso inverso”, un fenomeno che sta caratterizzando il campo magnetico al confine tra il nucleo liquido della Terra e il suo mantello roccioso.”
Le linee del campo magnetico – spiegano in proposito gli autori dello studio – dovrebbero normalmente fuoriuscire dal nucleo nell’emisfero australe, ma, al di sotto della Saa, sono state identificate aree in cui il campo magnetico rientra nel nucleo, invece di uscire”.
I dati della missione Swarm mostrano che una di queste zone di flusso inverso si sta muovendo verso ovest sopra l’Africa, contribuendo all’indebolimento accentuato della Saa in quella specifica regione.
La seconda tendenza emersa dai dati della missione riguarda il campo magnetico sopra il nostro emisfero. Le analisi hanno evidenziato due cambiamenti contrastanti, probabilmente causati da complessi processi in atto nel nucleo terrestre e associati allo spostamento del polo nord magnetico verso la Siberia: da un lato l’indebolimento dell’intensità sopra lo stato del Canada, dall’altro un rafforzamento alle latitudini geomagnetiche siberiane. L’effetto di queste variazioni, sottolineano i ricercatori, è la riduzione dello 0,65 per cento (un’area pari alla superficie dell’India) della zona con campo magnetico forte sopra il Canada e, parallelamente, l’aumento dello 0,42 per cento (paragonabile alla superficie della Groenlandia), della regione con campo magnetico debole sopra la Siberia. Poiché i satelliti della costellazione Swarm sono in buono stato e continuano a fornire dati di eccellente qualità, gli scienziati puntano a estendere le osservazioni oltre il 2030, periodo in cui il minimo solare potrà offrire prospettive scientifiche inedite. (Rita Lena)