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Venerdì 17 Ottobre 2025 23:10

Leone a Ostia con i giovani della nave scuola della pace: «Segni di speranza»



Il Papa ha incontrato l'equipaggio della "Bel Espoir", che dal molo romano riprenderà poi il largo diretta a Marsiglia. A bordo 200 ragazzi tra i 19 e i 35 anni di diverse nazionalità e culture

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Un incoraggiamento a continuare ad essere «segni di speranza» e artigiani di pace. È quello che Papa Leone XIV ha rivolto questo pomeriggio, 17 ottobre, ai giovani che compongono l’equipaggio della Nave-Scuola della Pace “Med 25 – Bel Espoir (Bella speranza)”, attraccata da ieri al molo di Ostia. Domani l’imbarcazione, una goletta a tre alberi degli anni ’40 lunga 29 metri, riprenderà il largo diretta a Marsiglia, dove attraccherà il 24 ottobre. Dopo otto mesi di navigazione, il porto della città a sud della Francia rappresenterà la tappa conclusiva di una spedizione marittima formativa e culturale che, a partire dal marzo scorso, si è svolta nel Mediterraneo.

Leone ha ringraziato i ragazzi per l’impegno profuso nella promozione della pace, si è detto «felice» di incontrarli in una sosta del loro «lunghissimo viaggio» e, parlando a braccio in inglese, ha tracciato il cuore dell’esperienza soffermandosi su tre concetti fondamentali. Innanzitutto, il valore del dialogo. «Quanto è importante imparare a parlare tra di noi – ha detto -, a fermarci, imparare ad ascoltare, esprimere le proprie idee e i propri valori e avere rispetto reciproco, così che gli altri sentano di essere realmente ascoltati. L’esperienza del dialogo, che voi state promuovendo in tutti i diversi Paesi del Mediterraneo, è un segno di speranza per il mondo, per noi, per voi stessi, mentre imparate a vivere e sperimentare quel fondamentale aspetto della vita umana che ci insegna a rispettarci a vicenda. Questo è un vero segno di speranza». Ha poi parlato dell’importanza di costruire ponti, «non necessariamente sul Mediterraneo – ha affermato il vescovo di Roma -, ma un ponte tra di noi, popoli di molte nazioni diverse».

Duecento i giovani tra i 19 e i 35 anni di diverse nazionalità (Nord Africa, Medio Oriente, Mar Nero ed Egeo, Balcani ed Europa), culture e religioni che, divisi in otto gruppi di 25 persone ciascuno, negli ultimi otto mesi hanno partecipato al viaggio attraccando in 30 porti diversi. Nel salutare ciascuno, Prevost ha chiesto la provenienza. «È meraviglioso conoscere persone di diversi Paesi viaggiando intorno al Mediterraneo – ha detto -. Avete trovato un modo per farlo, in maniera molto umana». Trascorrere giorni in spazi ristretti implica «imparare a convivere, rispettarsi e superare le difficoltà», ulteriore insegnamento «prezioso» per i ragazzi.

Infine, sapendo che a bordo c’erano anche giovani provenienti dalla Palestina, ha riflettuto sull’odierna necessità di «imparare a essere costruttori di pace, promotori di pace in un mondo che sempre più tende alla violenza, all’odio, alla separazione, alla distanza e alla polarizzazione. E dire che possiamo stare assieme, anche se veniamo da Paesi diversi, parliamo lingue diverse, abbiamo culture e religioni diverse, eppure siamo tutti esseri umani, figli e figlie di un unico Dio. Viviamo tutti insieme su questo mondo e abbiamo una responsabilità condivisa di prenderci cura della creazione, di prenderci cura l’uno dell’altro e di promuovere la pace in tutto il mondo».

Parlando sempre a braccio, ma in italiano, ha riflettuto sull’importanza del porto di Ostia «per la storia del mondo, della Chiesa, di sant’Agostino e di santa Monica». Ha confessato che, appartenendo all’ordine di Sant’Agostino, si è recato «molte volte in questa zona, perché Ostia è stato sempre un porto molto importante». Il progetto della nave scuola trae ispirazione dal pensiero di Giorgio La Pira e dagli incontri del Mediterraneo di Bari (2020), di Firenze (2022) e Marsiglia (2023).

Un canto ha accompagnato Leone mentre saliva a bordo della goletta. Il Papa è stato accolto dal cardinale Jean-Marc Aveline, arcivescovo di Marsiglia e promotore dell’iniziativa, il quale ha spiegato che la nave scuola si sarebbe dovuta recare in Libano ma il conflitto in Medio Oriente lo ha impedito. «Sul mare c’erano più portaerei che velieri», ha affermato. A Istanbul la Bel Espoir è stata accolta dal patriarca Bartolomeo, «anche lui molto legato a questo progetto».

17 ottobre 2025

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