Lunedì 20 Ottobre 2025 09:10
Manovra 2026: il governo punta su famiglie e ceto medio


Via libera del Consiglio dei ministri al disegno di legge di bilancio da 18,7 miliardi. Irpef giù dal 35 al 33%, più risorse per famiglie e lavoratori, superdeduzioni per le nuove assunzioni e 2,4 miliardi alla sanità. Crescita ferma, pesa il Superbonus
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Il Consiglio dei ministri ha dato il via libera allo schema del disegno di legge di bilancio per il 2026. Conti pubblici in equilibrio, con la prospettiva di uscire anzitempo dalla procedura d’infrazione della Ue, ma impatto sulla crescita praticamente nullo, stando agli stessi documenti del ministero dell’Economia. Che si tratti di una manovra light lo ha dichiarato la stessa Giorgia Meloni nella conferenza stampa che ha seguito il Cdm. «È una manovra che considero molto seria, equilibrata, che va letta nel solco delle precedenti e vale 18,7 miliardi di euro, quindi è più leggera delle precedenti – ha detto – ma pesa anche la situazione complessa: nel 2026 le casse dello Stato verseranno 40 miliardi di euro per il Superbonus, che è più del doppio della legge che stiamo varando». E per fortuna che il nostro Paese può ancora contare sull’apporto straordinario del Pnrr, senza il quale il quadro avrebbe un segno complessivamente negativo.
Per un testo definitivo bisognerà come sempre attendere quello che sarà pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale e consegnato alle Camere. Poi nell’iter parlamentare – il termine per l’approvazione è il 31 dicembre – saranno sicuramente apportate delle modifiche. Ma intanto vediamo come la presidente del Consiglio ha presentato alcuni punti qualificanti dell’operazione bilancio 2026.
Nella manovra, ha spiegato la Meloni, «dedichiamo alla famiglia circa 1,6 miliardi di euro in più». Inoltre, ha aggiunto, «escludiamo dal calcolo Isee la prima casa con il limite del valore catastale». Tra le altre misure il rifinanziamento della carta “Dedicata a te” e il bonus per le mamme lavoratrici che passa da 40 a 60 euro. «Per le nuove assunzioni – ha spiegato ancora la premier – è stata introdotta una superdeduzione del 120% del costo del lavoro, che sale fino al 130% per alcuni soggetti più fragili». Sul lavoro povero, sono sempre parole di Meloni, si interviene «stimolando i rinnovi contrattuali per i redditi fino 28mila euro» ed è previsto che «sulla parte di incremento si applichi l’aliquota del 5% sia per i rinnovi 2026 ma anche per il 2025». Per quanto riguarda l’Irpef, la misura centrale della nuova legge di bilancio consiste nell’abbassamento dello scaglione intermedio dal 35 al 33%. Secondo i conti degli esperti la platea dovrebbe essere quella tra i 28mila e i 50mila euro e il beneficio arriverebbe a un massimo di 440 euro l’anno. «Interveniamo sull’Irpef, ci concentriamo sul ceto medio», ha sostenuto la premier (l’intervento pesa circa 2,8 miliardi di euro) e «tagliamo dal 5 all’1% la tassazione dei premi di produttività, elevando la soglia dei premi soggetti all’aliquota sostitutiva da 3mila a 5mila euro, detassando le componenti del salario dei turni notturni e festivi».
Per quanto riguarda le imprese, si parla di circa 8 miliardi di investimenti, ma il governo sta valutando «la possibilità di usare la revisione a medio termine della politica di coesione per aumentare sensibilmente queste risorse». Al capitolo sanità la legge di bilancio riserva per il 2026 circa 2,4 miliardi di euro. Per le pensioni minime è previsto un aumento di 20 euro e per l’età pensionabile resta l’incremento graduale dal 2027, salvo modifiche parlamentari.
«Il grosso delle coperture» della manovra, ha rimarcato la Meloni, «arriva da tagli alla spesa della presidenza del Consiglio e dei ministeri». Quanto alla controversa questione del contributo di banche e assicurazioni, che ha fatto fibrillare fino all’ultimo la maggioranza, il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti lo ha descritto tecnicamente come «un mix di misure» di «carattere strutturale e congiunturale» che comprende «la possibilità di “liberare” le riserve poste a capitale» con la legge del 2023, «l’aumento dell’Irap» (pari a due punti), «un nuovo regime di deducibilità dei crediti dubbi che vengono spalmati su più esercizi e la limitazione del riporto fiscale delle perdite». La premier, dal canto suo, ha assicurato che «le spese per la difesa non gravano sulle altre voci di spesa» in quanto «l’incremento dello 0,15% è coperto con risorse aggiuntive». Poi ha ulteriormente spiegato: «Con questa legge di bilancio l’Italia riesce a rispettare la sua traiettoria di riduzione del deficit. Questo ci consentirà, oltre ad accedere al finanziamento del Safe, che sono prestiti a lunghissimo termine, anche di valutare la possibilità per il 2026 di attivare l’escape clause prevista dalla Commissione europea», che permette agli Stati di superare i tassi massimi di crescita della spesa netta per le spese in difesa. (Stefano De Martis)
20 ottobre 2025
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