Nell'Angelus, l'appello per il Myanmar: «Sono vicino a quanti soffrono per la violenza e l'insicurezza». La «continua preghiera per la pace in Terra Santa, in Ucraina e negli altri luoghi di guerra»

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«La Chiesa è tutta missionaria, ma oggi preghiamo specialmente per quegli uomini e quelle donne che hanno lasciato tutto per andare a portare il Vangelo a chi non lo conosce». Nell’Angelus di ieri, 19 ottobre, il Papa ha ricordato la Giornata missionaria mondiale, riferendosi anche ai sette nuovi santi canonizzati poco prima in piazza San Pietro come «missionari di speranza tra le genti».  Poi ha citato le notizie «dolorose» che arrivano dal Myanmar e «riferiscono di continui scontri armati e bombardamenti aerei, anche su persone e infrastrutture civili. Sono vicino a quanti soffrono a causa della violenza, dell’insicurezza e di tanti disagi», ha detto, rinnovando il suo appello «affinché si giunga a un cessate il fuoco immediato ed efficace. Che gli strumenti della guerra cedano il passo a quelli della pace, attraverso un dialogo inclusivo e costruttivo», l’auspicio.

Quindi, allargando lo sguardo agli altri conflitti nel mondo, Leone ha aggiunto: «Affidiamo all’intercessione della Vergine Maria e dei nuovi santi la nostra continua preghiera per la pace, in Terra Santa, in Ucraina e negli altri luoghi di guerra. Dio conceda a tutti i responsabili saggezza e perseveranza, per avanzare nella ricerca di una pace giusta e duratura», la preghiera conclusiva.

20 ottobre 2025

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