Lunedì 20 Ottobre 2025 11:10
Roma, riapre il Roseto comunale per la fioritura autunnale: ingresso gratuito fino al 2 novembre
Il Roseto comunale di Roma Capitale riapre i cancelli al pubblico in occasione della tradizionale...
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Il Roseto comunale di Roma Capitale riapre i cancelli al pubblico in occasione della tradizionale fioritura autunnale, offrendo a cittadini e turisti l’opportunità di ammirare uno dei luoghi più suggestivi della Capitale.
Da sabato 18 ottobre a domenica 2 novembre, il giardino sarà visitabile tutti i giorni, festivi compresi, dalle 8:00 alle 17:00, con ingresso libero e gratuito.
Da sabato 18 ottobre a domenica 2 novembre, il giardino sarà visitabile tutti i giorni, festivi compresi, dalle 8:00 alle 17:00, con ingresso libero e gratuito.
Durante queste settimane, il pubblico potrà ammirare le rose cinesi, tea e moderne, varietà pregiate caratterizzate da più cicli di fioritura, che regalano un nuovo spettacolo di colori e profumi anche in autunno, dopo la stagione primaverile che tradizionalmente va dal 21 aprile alla metà di giugno.
Adagiato sulle pendici del colle Aventino, di fronte ai resti del Palatino e sopra il Circo Massimo, il Roseto comunale di Roma è considerato uno dei giardini più belli e simbolici d’Europa. Dalla sua terrazza si gode una vista che abbraccia il campanile di Santa Maria in Cosmedin, la cupola della Sinagoga, il Vittoriano e l’osservatorio di Monte Mario.
Il giardino ospita oggi oltre 1.100 varietà di rose provenienti da tutto il mondo, comprese rare specie come la Rosa Chinensis Virdiflora dai petali verdi, la Rosa Mutabilis che cambia colore con il passare dei giorni, e la Rosa Foetida, curiosamente maleodorante.
Il giardino ospita oggi oltre 1.100 varietà di rose provenienti da tutto il mondo, comprese rare specie come la Rosa Chinensis Virdiflora dai petali verdi, la Rosa Mutabilis che cambia colore con il passare dei giorni, e la Rosa Foetida, curiosamente maleodorante.
La storia del Roseto affonda le radici nell’antichità. Fin dal III secolo a.C., l’area era dedicata ai fiori e al culto della dea Flora, i cui festeggiamenti, le Floralia, si svolgevano nel vicino Circo Massimo.
Nel XVII secolo il terreno divenne l’Orto degli Ebrei, con annesso il cimitero della Comunità ebraica. Dopo il trasferimento del cimitero al Verano nel 1934, il sito rimase inutilizzato fino al 1950, quando fu scelto come nuova sede del Roseto comunale, in sostituzione di quello del Colle Oppio, distrutto durante la Seconda guerra mondiale.
Nel XVII secolo il terreno divenne l’Orto degli Ebrei, con annesso il cimitero della Comunità ebraica. Dopo il trasferimento del cimitero al Verano nel 1934, il sito rimase inutilizzato fino al 1950, quando fu scelto come nuova sede del Roseto comunale, in sostituzione di quello del Colle Oppio, distrutto durante la Seconda guerra mondiale.
Come segno di riconoscenza verso la Comunità ebraica romana, all’ingresso fu collocata una stele commemorativa, mentre i vialetti del giardino furono disegnati seguendo la forma della Menorah, il candelabro a sette bracci simbolo dell’Ebraismo.
Il Roseto è noto anche per ospitare, ogni anno, il prestigioso Premio Roma per le nuove varietà di rose, istituito nel 1933 e secondo al mondo per importanza dopo quello di Bagatelle, a Parigi.
L’idea di creare un roseto nella Capitale si deve alla contessa Mary Gailey Senni, americana d’origine e italiana d’adozione, che con determinazione e passione riuscì a trasformare il suo sogno in realtà, promuovendo la cultura botanica e il nome di Roma nel panorama internazionale.
L’idea di creare un roseto nella Capitale si deve alla contessa Mary Gailey Senni, americana d’origine e italiana d’adozione, che con determinazione e passione riuscì a trasformare il suo sogno in realtà, promuovendo la cultura botanica e il nome di Roma nel panorama internazionale.
Oggi il Roseto comunale non è solo un gioiello botanico, ma anche un luogo della memoria e del dialogo interculturale. Il suo intreccio di storia, arte e natura racconta la vocazione universale di Roma: una città capace di custodire il passato e di farlo fiorire, stagione dopo stagione, sotto lo sguardo del futuro.