Martedì 21 Ottobre 2025 11:10
La libertà religiosa in Medio Oriente e Nord Africa: tra timidi progressi e gravi abusi


Nel Rapporto 2025 di Acs, l’area si conferma tra le più critiche al mondo. Crescono controlli, violenze e discriminazioni, mentre la guerra Israele - Hamas innesca nuove instabilità
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La libertà religiosa in Medio Oriente e Nord Africa: tra timidi progressi e gravi abusi
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La regione del Medio Oriente e Nord Africa (Mena) è una delle aree più complesse e instabili al mondo. Sebbene nel biennio di riferimento si siano registrati alcuni sviluppi positivi, questi sono stati in gran parte offuscati da tendenze preoccupanti e dal conflitto tra Israele e Hamas, che ha innescato livelli di violenza senza precedenti e una più ampia destabilizzazione regionale. È quanto si legge nel
Rapporto di Acs sulla libertà religiosa
, presentato oggi, 21 ottobre, a Roma, che copre il periodo da gennaio 2023 a dicembre 2024. La ricerca analizza la situazione in 196 Paesi e documenta gravi violazioni in 62 di essi. Di questi, 24 sono classificati come Paesi di “persecuzione” e 38 di “discriminazione”. Di seguito una panoramica dei principali Paesi dell’area Mena, ripresa dal Rapporto.In Arabia Saudita, la libertà religiosa è rimasta pressoché assente. Cittadini sciiti hanno subito arresti, condanne a morte ed esecuzioni in numero record. Le leggi sulla blasfemia sono state applicate e il dissenso represso. Nonostante alcuni gesti di dialogo interreligioso e la celebrazione di una messa copta pubblica, il culto pubblico non musulmano resta vietato.
In Bahrein, i rapporti con la Chiesa cattolica sono migliorati, ma i cittadini sciiti hanno continuato a subire arresti, restrizioni sui riti religiosi e discriminazioni. I critici dell’Islam sono stati puniti, mentre i convertiti hanno affrontato gravi conseguenze legali e sociali. Una nuova legge disciplina i luoghi di culto, ma le autorizzazioni per la costruzione di alcune chiese restano sospese.
In Egitto, la legalizzazione di alcune chiese e una proposta di legge sullo statuto personale hanno segnato progressi parziali, ma sono continuati episodi di violenza settaria, processi per blasfemia e discriminazioni contro gruppi non riconosciuti. Si sono verificati inoltre nuovi casi di rapimenti e conversioni forzate di ragazze cristiane. Segnalati anche alcuni sviluppi promettenti in materia di libertà religiosa come la proposta di una legge sullo statuto personale per i cristiani nel Paese.
Negli Emirati Arabi Uniti, la libertà religiosa è limitata dalle leggi contro il proselitismo e la blasfemia, ma il dialogo interreligioso ha fatto passi avanti. La Casa della Famiglia Abramitica, il primo tempio indù ad Abu Dhabi e alcune riforme legali hanno segnato progressi. Nell’aprile 2023, la comunità ebraica degli Emirati ha potuto celebrare la Pasqua ebraica. Tuttavia, controlli rigidi e un attacco antisemita restano fonte di preoccupazione.
In Giordania, la libertà religiosa è rimasta stabile ma limitata. I cristiani godono del sostegno statale, mentre i gruppi non riconosciuti incontrano ostacoli legali. Si sono verificati attacchi contro chiese e persiste una forte pressione sociale contro l’apostasia, aggravata dall’influenza crescente dell’islamismo.
La libertà religiosa in Iran rimane gravemente limitata. Convertiti, baha’i, sunniti e religiosi dissidenti hanno subito arresti, torture o esecuzioni. La sorveglianza e la repressione da parte dello Stato si sono intensificate, così come la persecuzione del dissenso e le violazioni dei diritti religiosi.
In Iraq, la libertà religiosa è rimasta fragile. I cristiani hanno subito emarginazione politica e pressioni all’emigrazione, mentre gli yazidi continuano a vivere in condizioni di sfollamento. Le milizie sostenute dall’Iran e la recrudescenza dello Stato Islamico hanno ulteriormente minacciato le minoranze. La piena cittadinanza egualitaria resta lontana.
In Israele, la libertà religiosa è peggiorata, con la crescita del nazionalismo etno-religioso e dell’estremismo religioso. Si sono registrati attacchi contro chiese e moschee, aggressioni contro i cristiani e crescenti restrizioni per i musulmani arabi, in particolare a Gerusalemme. Nonostante le condanne, è prevalsa l’impunità. L’attacco di Hamas nell’ottobre 2023 ha acuito polarizzazioni e tensioni.
La libertà religiosa, in Kuwait, è rimasta limitata ai gruppi registrati. Gli sciiti hanno subito restrizioni al culto, mentre le leggi sulla blasfemia e le discriminazioni sono continuate. I cristiani registrati possono praticare liberamente il culto, ma non godono ancora di un pieno riconoscimento giuridico e affrontano ostacoli amministrativi.
Il Libano rientra Paesi “Sotto osservazione”, quelli in cui sono stati evidenziati fattori di preoccupazione emergenti, che potrebbero causare il deterioramento della libertà religiosa. Questi includono provvedimenti giuridici che contrastano aspetti della libertà religiosa, casi crescenti di crimini di odio e occasionali violenze a sfondo religioso. Definita «incoraggiante» l’elezione del generale Joseph Aoun a presidente del Paese, nel gennaio 2025, che ha posto fine a oltre due anni di vacanza presidenziale e ha rappresentato un passo positivo verso il ripristino della stabilità istituzionale.
In Palestina, nonostante le garanzie costituzionali, la libertà religiosa è fortemente compromessa dalla guerra e dalle restrizioni imposte da Israele. I cristiani di Gaza hanno subito gravi perdite, mentre i fedeli cristiani e musulmani affrontano insicurezza, accesso limitato a Gerusalemme e luoghi di culto distrutti.
In Qatar, la libertà religiosa resta limitata al culto controllato dallo Stato delle religioni abramitiche. Sebbene si siano tenute cerimonie pubbliche ebraiche ed eventi cattolici, i baha’i hanno subito espulsioni e divieti occupazionali. Il proselitismo da parte dei non musulmani e l’apostasia restano reati secondo la legge islamica.
In Siria, la libertà religiosa è rimasta fortemente limitata a causa dell’insicurezza e delle violenze settarie. Siti yazidi, sciiti e cristiani sono stati attaccati, e fazioni islamiste hanno vandalizzato chiese e simboli natalizi. Persistono discriminazioni legali. Nonostante la retorica inclusiva, le prospettive restano incerte.
In Turchia si registra un deterioramento della libertà religiosa. Le minoranze affrontano ostacoli legali, discorsi d’odio e ingerenze statali. Pastori protestanti sono stati espulsi, chiese chiuse e celebrazioni cristiane vietate. Gli attacchi terroristici hanno accresciuto l’allarme. (Daniele Rocchi)
21 ottobre 2025
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