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Martedì 21 Ottobre 2025 15:10

Hind Rajab, il dramma di Gaza



Leone d'argento alla Mostra del cinema di Venezia, il film di Ben Hania racconta un evento realmente accaduto nel nord della Striscia, nel gennaio 2024, ma anche un dolore universale

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È il 29 gennaio 2024, sede della Mezzaluna Rossa nella zona conflittuale di Gaza. Arriva una chiamata di soccorso: una macchina di civili palestinesi è stata colpita, sono tutti morti tranne una bambina di sei anni, Hind Rajab. Da questo tragico momento prende il via La voce di Hind Rajab, film diretto da Kaouther Ben Hania. Ascoltando quella voce flebile e disperata, gli operatori si attivano per richiedere un’ambulanza in zona. Ce n’è una a soli 8 minuti ma servono i permessi di accesso: è zona di guerra e il pericolo di venire attaccati è sempre in agguato. Così passano molte ore prima che arrivi il via libera. E intanto i volontari vivono in una situazione di disperazione e sconforto. Il film era nella sezione principale del concorso alla recente Mostra di Venezia e il forte successo di consensi e applausi ottenuto al termine della proiezione lo ha indicato come un possibile pretendente al Leone d’oro. Alla fine la giuria, presieduta, lo ricordiamo, dall’americano Alexander Payne, gli ha attribuito invece il Leone d’argento, riconoscendone il forte valore di denuncia rispetto a una situazione ancora drammaticamente in corso.

Si tratta di un film di nazionalità tunisina diretto da Kaouther Ben Hania. La regista è nata a Sidi Bouzid il 28 agosto 1977, è un nome piuttosto conosciuto a livello internazionale,:dopo gli studi alla Scuola di Tunisi, esordisce con diversi lungometraggi e poi lavora presso Al Jazeera Documentary Channel fino al 2007. «Al centro del film – dice la regista – c’è qualcosa di molto semplice e molto difficile da affrontare. Non posso accettare un mondo in cui un bambino chiede aiuto e nessuno arriva. Quel dolore, quel fallimento appartengono a tutti noi. Questa storia non riguarda solo Gaza. Parla di un dolore universale».

L’evento raccontato è realmente accaduto nel Nord di Gaza nel gennaio 2024. Gli operatori umanitari della Mezzaluna Rossa e il loro disperato lavoro di soccorso verso i civili diventano ben presto i protagonisti della storia. Ma forse il vero dato che spacca la già tormentata visione della realtà è la scelta di far ascoltare la voce autentica di Hind Rajab. Cosi al realismo di fondo se ne aggiunge un altro: quella bambina non la vediamo ma è presente, ne ascoltiamo la voce, ne viviamo lo strazio autentico e alla lunga insopportabile.

È una soluzione narrativa che arriva sullo spettatore con la forza d’urto di un’emozione difficile da reggere. Mentre l’ascolti pensi a quella bambina e sei assalito dall’orrore, ti ritrovi impotente nell’occhio del conflitto e constati l’inutilità di portare un aiuto concreto a chi lo supplica. Si tratta di un film che brucia, che fa male ma al tempo stesso è drammaticamente necessario. Da li arriva la voce di Hind Rajab, la voce dell’innocenza, che chiede solo di poter tornare a quella vita normale che spetterebbe a ogni bambino.

21 ottobre 2025

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