Mercoledì 22 Ottobre 2025 13:10
Femminicidio Genini: «I segnali da non sottovalutare. E chi sa denunci»


A parlare è Maria Luisa Pellizzari, già vicecapo della Polizia di Stato, oggi nel Cda della Fondazione Cecchettin. Le misure per prevenire la violenza di genere e l'appello alla responsabilità collettiva
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Femminicidio Genini: «I segnali da non sottovalutare. E chi sa denunci»
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Pamela Genini, 29 anni, è morta il 14 ottobre uccisa con oltre 30 coltellate dal suo ex compagno Gianluca Soncin. La sua morte non è stata improvvisa, ma preceduta da segnali chiari, referti medici, interventi delle forze dell’ordine. Molti sapevano, ma questo non è servito a salvarla. Abbiamo incontrato Maria Luisa Pellizzari, già vicecapo vicario della Polizia di Stato, prima donna a ricoprire questo incarico, e oggi nel Cda della Fondazione Giulia Cecchettin, per riflettere sulle misure concrete per tentare di prevenire femminicidi e violenza di genere. «Ognuno di noi – assicura – può fare la differenza».
Dottoressa Pellizzari, tutti si chiedono perché, nonostante il referto medico e la segnalazione ai carabinieri nel settembre 2024, non sia stato attivato il Codice rosso. Doveva scattare?
Per serietà non mi esprimo mai su notizie giornalistiche. A oggi abbiamo solo informazioni diffuse dai media. So che la Procura sta svolgendo accertamenti e quindi preferisco aspettare di vederne gli esiti. Resta il fatto che questa donna, purtroppo, non ha denunciato e che intorno a lei persone sapevano e non hanno segnalato.
Per serietà non mi esprimo mai su notizie giornalistiche. A oggi abbiamo solo informazioni diffuse dai media. So che la Procura sta svolgendo accertamenti e quindi preferisco aspettare di vederne gli esiti. Resta il fatto che questa donna, purtroppo, non ha denunciato e che intorno a lei persone sapevano e non hanno segnalato.
Pamela non ha denunciato per paura delle minacce del suo ex nei confronti della sua famiglia e della sua cagnolina. Si può parlare di “dipendenza traumatica”?
È sempre difficile per una donna denunciare una persona alla quale si è affidata. Spesso ci si vergogna, non comprendendo che solo denunciando ci si salva la vita. È una condizione che accompagna ancora troppe vittime. Nel caso di specie, non sono una psicologa ma qui, oltre alla paura, c’era chiaramente una dipendenza da una relazione tossica. Dobbiamo informare chi sta accanto a queste donne che esistono strumenti per aiutarle. L’ammonimento del Questore, ad esempio, è una misura molto efficace.
È sempre difficile per una donna denunciare una persona alla quale si è affidata. Spesso ci si vergogna, non comprendendo che solo denunciando ci si salva la vita. È una condizione che accompagna ancora troppe vittime. Nel caso di specie, non sono una psicologa ma qui, oltre alla paura, c’era chiaramente una dipendenza da una relazione tossica. Dobbiamo informare chi sta accanto a queste donne che esistono strumenti per aiutarle. L’ammonimento del Questore, ad esempio, è una misura molto efficace.
Di che cosa si tratta?
È un provvedimento amministrativo – può essere emesso anche su segnalazione anonima, non solo della vittima – che intima formalmente al soggetto di interrompere comportamenti di violenza psicologica, stalking o maltrattamenti. In caso di reiterazione, queste condotte diventano procedibili d’ufficio.
È un provvedimento amministrativo – può essere emesso anche su segnalazione anonima, non solo della vittima – che intima formalmente al soggetto di interrompere comportamenti di violenza psicologica, stalking o maltrattamenti. In caso di reiterazione, queste condotte diventano procedibili d’ufficio.
Quindi la denuncia può essere anonima?
Sì, rimane anonima per il denunciato. L’autorità di polizia fa accertamenti e può emettere l’ammonimento. Pur non essendo una denuncia penale, dalle nostre statistiche risulta che quando è stato attivato, il provvedimento ha avuto in molti casi esiti positivi.
Sì, rimane anonima per il denunciato. L’autorità di polizia fa accertamenti e può emettere l’ammonimento. Pur non essendo una denuncia penale, dalle nostre statistiche risulta che quando è stato attivato, il provvedimento ha avuto in molti casi esiti positivi.
Oltre all’ammonimento, esistono altri strumenti di tutela?
C’è YouPol, l’app della Polizia di Stato, realizzata inizialmente per segnalare episodi di spaccio e di bullismo, estesa durante il Covid anche a reati di violenza domestica. Questa app consente di segnalare in tempo reale, anche in forma anonima, situazioni di abuso e violenza con messaggi e immagini consentendo così un intervento immediato delle forze di polizia.
C’è YouPol, l’app della Polizia di Stato, realizzata inizialmente per segnalare episodi di spaccio e di bullismo, estesa durante il Covid anche a reati di violenza domestica. Questa app consente di segnalare in tempo reale, anche in forma anonima, situazioni di abuso e violenza con messaggi e immagini consentendo così un intervento immediato delle forze di polizia.
Quanto è importante la prevenzione?
Fondamentale. Gino Cecchettin, presidente della Fondazione intitolata alla figlia, è fortemente impegnato nelle scuole con progetti educativi. Probabilmente gli effetti non si vedranno in tempi brevi, ma senza investimenti non risolveremo mai il problema.
Fondamentale. Gino Cecchettin, presidente della Fondazione intitolata alla figlia, è fortemente impegnato nelle scuole con progetti educativi. Probabilmente gli effetti non si vedranno in tempi brevi, ma senza investimenti non risolveremo mai il problema.
C’è un lavoro culturale da fare con i ragazzi, soprattutto con i maschi?
Assolutamente sì, e bisogna iniziare dai giovanissimi perché vi sono dei comportamenti che, pur senza accorgersene, vengono introiettati e fatti propri fin da piccoli. La Fondazione sta lavorando anche con progetti destinati ai docenti affinché possano trasmettere una “sana” cultura delle relazioni agli studenti.
Assolutamente sì, e bisogna iniziare dai giovanissimi perché vi sono dei comportamenti che, pur senza accorgersene, vengono introiettati e fatti propri fin da piccoli. La Fondazione sta lavorando anche con progetti destinati ai docenti affinché possano trasmettere una “sana” cultura delle relazioni agli studenti.
Dottoressa, che cosa dice alle ragazze che incontra nelle scuole per aiutarle a proteggersi da una relazione tossica? A quali campanelli d’allarme dovrebbero prestare attenzione?
Anzitutto alla gelosia, uno dei primi segnali di atteggiamento possessivo di un uomo nei confronti della propria compagna, ma anche al tentativo di isolamento da famiglia, amici, colleghi per mantenere un potere disfunzionale su di lei. Invito inoltre le ragazze a non sottovalutare la violenza economica, ossia il tentativo di convincere/costringere la partner a lasciare il lavoro per renderla dipendente anche da quel punto di vista. È inoltre importante non rinunciare alle proprie aspirazioni professionali, perché anche il lavoro ci definisce e ci rappresenta. Solo una donna economicamente indipendente può scegliere se restare o andare. E poi il controllo del cellulare che oggi rappresenta i nostri pensieri. Mai dare la propria password al partner. Spiego alle ragazze che non è normale che lui ne faccia richiesta perché i rapporti affettivi non possono che basarsi sulla fiducia. Se manca, non c’è amore. Ha ragione Gino (Cecchettin, ndr) quando dice: «A me non piace parlare di amore tossico, perché se è tossico non è amore».
Anzitutto alla gelosia, uno dei primi segnali di atteggiamento possessivo di un uomo nei confronti della propria compagna, ma anche al tentativo di isolamento da famiglia, amici, colleghi per mantenere un potere disfunzionale su di lei. Invito inoltre le ragazze a non sottovalutare la violenza economica, ossia il tentativo di convincere/costringere la partner a lasciare il lavoro per renderla dipendente anche da quel punto di vista. È inoltre importante non rinunciare alle proprie aspirazioni professionali, perché anche il lavoro ci definisce e ci rappresenta. Solo una donna economicamente indipendente può scegliere se restare o andare. E poi il controllo del cellulare che oggi rappresenta i nostri pensieri. Mai dare la propria password al partner. Spiego alle ragazze che non è normale che lui ne faccia richiesta perché i rapporti affettivi non possono che basarsi sulla fiducia. Se manca, non c’è amore. Ha ragione Gino (Cecchettin, ndr) quando dice: «A me non piace parlare di amore tossico, perché se è tossico non è amore».
Anche il linguaggio è importante.
Sì, e i giornalisti hanno una grande responsabilità. Le parole veicolano messaggi, corretti o distorti. Ma vorrei aggiungere un’altra cosa.
Sì, e i giornalisti hanno una grande responsabilità. Le parole veicolano messaggi, corretti o distorti. Ma vorrei aggiungere un’altra cosa.
Certo.
Una donna che non denuncia può essere aiutata anche attraverso i centri antiviolenza e il numero unico di emergenza 1522. Anche chi assiste agli episodi di violenza può chiamare per un consiglio. Non si può costringere una vittima a denunciare, ma la si può accompagnare in un percorso di consapevolezza.
Una donna che non denuncia può essere aiutata anche attraverso i centri antiviolenza e il numero unico di emergenza 1522. Anche chi assiste agli episodi di violenza può chiamare per un consiglio. Non si può costringere una vittima a denunciare, ma la si può accompagnare in un percorso di consapevolezza.
Lo scorso 16 settembre è stato lanciato un piano formativo per le forze di polizia. Di che cosa si tratta?
La Polizia di Stato e l’arma dei Carabinieri organizzano al proprio interno corsi di primo e secondo livello sugli strumenti attualmente in vigore per contrastare questo fenomeno. Recentemente, con la Questura di Roma, l’associazione Differenza Donna e la Fondazione Cecchettin, abbiamo individuato due modelli: uno per creare una rete sul territorio tra centri antiviolenza e polizia territoriale, mettendoli in grado di collaborare dialogando con la stessa lingua; l’altro, all’interno dello stesso progetto, ha l’obiettivo di formare operatori meno “abituati” a gestire questi reati, come polizia ferroviaria e polizia stradale.
La Polizia di Stato e l’arma dei Carabinieri organizzano al proprio interno corsi di primo e secondo livello sugli strumenti attualmente in vigore per contrastare questo fenomeno. Recentemente, con la Questura di Roma, l’associazione Differenza Donna e la Fondazione Cecchettin, abbiamo individuato due modelli: uno per creare una rete sul territorio tra centri antiviolenza e polizia territoriale, mettendoli in grado di collaborare dialogando con la stessa lingua; l’altro, all’interno dello stesso progetto, ha l’obiettivo di formare operatori meno “abituati” a gestire questi reati, come polizia ferroviaria e polizia stradale.
Quindi un progetto che coinvolga anche chi lavora “sulla strada”?
Sì, perché anche in luoghi come stazioni, raccordi, strade si può assistere a situazioni di maltrattamento e violenza, reati che consideriamo “spia”. Se percepite, queste situazioni possono attivare un processo di sostegno alla donna. (Giovanna Pasqualin Traversa)
Sì, perché anche in luoghi come stazioni, raccordi, strade si può assistere a situazioni di maltrattamento e violenza, reati che consideriamo “spia”. Se percepite, queste situazioni possono attivare un processo di sostegno alla donna. (Giovanna Pasqualin Traversa)
22 ottobre 2025
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