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Venerdì 24 Ottobre 2025 09:10

Il Papa: «L’esclusione, nuovo volto dell’ingiustizia sociale»



«Ci sto. Sono con voi», le parole di Prevost ai partecipanti al V Incontro mondiale dei Movimenti popolari. Denunciate «misure sempre più disumane» verso i migranti, la produzione di farmaci senza «un'etica globale» e lo sfruttamento dell'Africa

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La realtà dei fatti è più chiara dalla periferia che dal centro perché è da lì che emergono le urgenze. Lo diceva spesso Papa Francesco. Lo ha ribadito ieri, 23 ottobre, Papa Leone XIV ai partecipanti al V Incontro mondiale dei Movimenti popolari, ricevuti in Aula Paolo VI. «La terra, la casa e il lavoro sono diritti sacri, vale la pena lottare per essi», ha detto. Spesso è nelle periferie che si percepisce «il dramma di popoli spogliati, derubati, saccheggiati e costretti alla povertà». Qui si manifesta anche la realtà dei migranti vulnerabili, verso i quali gli Stati adottano «misure sempre più disumane, persino politicamente celebrate», trattandoli «come se fossero spazzatura e non esseri umani». Pensando a loro Prevost ha espresso vicinanza incondizionata alle lotte dei più emarginati. «Ci sto – ha affermato -, sono con voi», come pastore e guida di una Chiesa che deve essere «povera per i poveri, una Chiesa che si protende, che corre dei rischi, una Chiesa coraggiosa, profetica e gioiosa».

I Movimenti popolari raccolgono un’eterogena rete di organizzazioni e attivisti di tutto il mondo. Sono nati su invito di Bergoglio per dare voce ai poveri e renderli protagonisti del cambiamento. Dal 21 ottobre sono riuniti allo Spin Time, palazzo di dieci piani all’Esquilino occupato da 400 persone. Durante la prima giornata hanno portato i loro saluti anche i cardinali Michael Czerny, prefetto del dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale, e il vicario di Roma Baldo Reina. Domani, sabato 25 ottobre, saranno in pellegrinaggio in Vaticano per attraversare la Porta Santa della basilica di San Pietro e domenica 26, insieme alle équipe sinodali, parteciperanno alla Messa presieduta dal Papa. I Movimenti popolari sono il simbolo di una “cosa nuova” che sfida le narrazioni dominanti.

All’inizio del suo lungo discorso, nel quale ha più volte citato Papa Francesco, Leone si è domandato se «chiedere terra, casa e lavoro per gli esclusi» si può considerare “cosa nuova”. «Visto dai centri del potere mondiale, certamente no – ha detto -; chi ha sicurezza finanziaria e una casa confortevole può considerare queste richieste in qualche modo superate. Le cose veramente “nuove” sembrano essere i veicoli autonomi, oggetti o vestiti all’ultima moda, i telefoni cellulari di fascia alta, le criptovalute». Ma se si guarda dalle periferie le prospettive si ribaltano. Queste «invocano giustizia e voi gridate non “per disperazione”, ma “per desiderio” – le parole del vescovo di Roma -: il vostro è un grido per cercare soluzioni in una società dominata da sistemi ingiusti». Gli stessi che prevalgono in una società in cui «l’esclusione è il nuovo volto dell’ingiustizia sociale», ha riflettuto ricordando il contesto che vigeva all’epoca di Leone XIII, che accompagnò la nascita dell’enciclica Rerum Novarum.

Oggi, «il divario tra una “piccola minoranza” – l’1% della popolazione – e la stragrande maggioranza si è ampliato in modo drammatico», ha detto il Papa. Non ha dimenticato di citare le contraddizioni della nostra società dove alla mancanza di beni essenziali si affianca la diffusione capillare di smartphone e connessioni a internet anche tra i più poveri, il che comporta, tra le altre cose, «la diffusione della dipendenza dal gioco d’azzardo digitale. Le piattaforme sono progettate per creare dipendenza compulsiva e generare abitudini che creano assuefazione». Tra i settori investiti dall’«ambiguità» del progresso tecnologico c’è l’industria farmaceutica. Oggi, anche attraverso «certe campagne pubblicitarie, si propina una sorta di culto del benessere fisico – ha sottolineato Leone -, quasi un’idolatria del corpo e, in questa visione, il mistero del dolore è interpretato in modo riduttivo; ciò può portare anche alla dipendenza dall’assunzione di antidolorifici, la cui vendita va ovviamente a incrementare i guadagni delle stesse case di produzione. Ciò ha portato anche alla dipendenza dagli oppioidi, che sta devastando in particolare gli Stati Uniti; si pensi per esempio al fentanil, la droga della morte, la seconda causa di morte tra i poveri in quel Paese. Il dilagare di nuove droghe sintetiche, sempre più letali, non è solo un crimine dei trafficanti di droga, ma è una realtà che ha a che fare con la produzione dei farmaci e con il suo guadagno, privi di un’etica globale».

Si è quindi soffermato sul paradosso degli Stati africani, come la Repubblica democratica del Congo, i cui sottosuoli sono ricchi di coltan, minerale fondamentale per i moderni sistemi informatici. Ma «la sua estrazione dipende dalla violenza paramilitare, dal lavoro minorile e dallo sfollamento delle popolazioni», ha ricordato il Papa, facendo anche l’esempio del litio, la cui estrazione è al centro di intense competizioni internazionali che minacciano la sovranità e la stabilità di numerosi Paesi poveri. Tutto questo è la testimonianza che ci «troviamo di fronte a un vuoto etico» che i movimenti popolari con i cristiani, i credenti, i governi sono chiamati «con urgenza a colmare avviando processi di giustizia e solidarietà che si diffondano in tutta la società». Possono contare sul sostegno della Chiesa. «Come il mio predecessore Francesco – ha concluso Papa Leone -, credo che le vie giuste partano dal basso e dalla periferia verso il centro. Le vostre numerose e creative iniziative possono trasformarsi in nuove politiche pubbliche e diritti sociali».

24 ottobre 2025

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