Lunedì 27 Ottobre 2025 10:10
In Sudan «la più grave crisi umanitaria al mondo»


La denuncia arriva dal vicedirettore generale Unicef Chaiban, di ritorno da una missione. «1,4 milioni di bambini vivono in zone colpite da carestia o a rischio carestia. Le malattie sono ovunque»
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«Il Sudan è la più grande crisi umanitaria al mondo. Il conflitto si sta intensificando e i bambini ne stanno pagando il prezzo più alto». Il vicedirettore generale Unicef Ted Chaiban parla di ritorno dal Darfur, «al termine di una missione che mi ha portato anche a Khartoum. Quello che ho visto – dice – è allarmante». Nel Paese, evidenzia, «ogni giorno la violenza sta lacerando le comunità. A Jebel Marrah ho parlato con donne con i loro bambini in fuga dall’assedio di Al Fasher, costrette ad attraversare una serie di posti di blocco armati e derubate di tutti i loro averi e del loro denaro, molestate e aggredite, distrutte e lasciate senza nulla. Ho ascoltato racconti strazianti di famiglie che hanno sofferto la fame per giorni».
In particolare, «nel Darfur e nel Kordofan, la malnutrizione acuta grave è in forte aumento. 1,4 milioni di bambini – sottolinea – vivono in zone colpite dalla carestia o a rischio di carestia. Senza cure urgenti, migliaia di loro moriranno. Solo nel Darfur settentrionale, quest’anno 150mila bambini rischiano di soffrire di malnutrizione acuta grave, la forma più letale. A Tawila, i casi sono aumentati da centinaia a oltre 2mila al mese da aprile. Tawila è il luogo principale in cui si sono radunate le persone in fuga da Al Fasher».
Nel racconto del vicedirettore generale Unicef, l’elenco delle emergenze. «Le malattie sono ovunque – riferisce -. Colera, difterite, malaria e dengue mietono giovani vite mentre i sistemi sanitari collassano. La violenza priva i bambini della sicurezza. In soli sei mesi, nel Darfur settentrionale sono state verificate almeno 350 gravi violazioni, tra cui omicidi e mutilazioni. E dobbiamo ricordare che Al Fasher è una città che è sotto assedio da più di sedici mesi. 130mila bambini sono intrappolati, tagliati fuori dal cibo, dall’acqua e dall’assistenza sanitaria. Non c’è modo sicuro per entrare o uscire».
Eppure, in questo contesto di devastazione, «ho visto anche la resilienza – sono ancora le parole di Chaiban -. Le comunità riparano le scuole affinché i loro bambini possano riprendere l’istruzione. In uno spazio a misura di bambino, i bambini ridevano e giocavano. Disegnavano le case che hanno perso e i loro sogni per il futuro – racconta -. Ho incontrato gli operatori dell’Unicef, i colleghi delle Nazioni Unite e i nostri partner, compresi gli operatori sanitari in prima linea che, nonostante sfide inimmaginabili, hanno fornito vaccini orali contro il colera e zanzariere a 8 milioni di persone per combattere il colera e la malaria, hanno curato più di 250mila bambini affetti da malnutrizione acuta grave e hanno riparato e installato sistemi idrici per garantire l’approvvigionamento idrico a 11 milioni di persone, compresi coloro che sono rimpatriati». La conclusione è la constatazione che «le necessità urgenti crescono ogni giorno e ciò di cui il Sudan ha bisogno è un accesso senza restrizioni, finanziamenti e una via politica per porre fine al conflitto».
27 ottobre 2025.
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