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Martedì 28 Ottobre 2025 10:10

Il premier ungherese Orban in udienza da Papa Leone



L'incontro con il pontefice, poi quello in Segreteria di Stato con Parolin e Gallagher. «Ampio spazio alle questioni europee», a cominciare dall'Ucraina, al centro anche del colloquio con la premier Meloni

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«Ampio spazio è stato riservato alle questioni europee, con particolare attenzione al conflitto in Ucraina, e alla situazione in Medio Oriente». Dalla Santa Sede sintetizzano così il «cordiale colloquio» di ieri, 27 ottobre, in Segreteria di Stato tra il cardinale Pietro Parolin e l’arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati e le organizzazioni internazionali, con il primo ministro ungherese Viktor Orban, ricevuto in udienza privata da Papa Leone XIV.

Nel corso del colloquio con il cardinale segretario di Stato e l’arcivescovo Gallagher «sono state sottolineate le solide relazioni bilaterali e l’apprezzamento per l’impegno della Chiesa cattolica nel promuovere lo sviluppo sociale e il benessere della comunità ungherese, con particolare attenzione al ruolo della famiglia, alla formazione e al futuro dei giovani, nonché all’importanza della tutela delle comunità cristiane più vulnerabili», si legge nella nota diffusa dalla Santa Sede. E, per quanto riguarda le «questioni europee», l’obiettivo è rimasto puntato, naturalmente, sull’Ucraina.

Il premier ungherese ne ha parlato anche, diverse ore dopo, con la presidente del Consiglio Giorgia Meloni, incontrata a Palazzo Chigi. Sul tema però è intervenuto anche in diverse dichiarazioni rilasciate ai giornali italiani, affermando con forza che «l’Unione europea non conta nulla» e che «Donald Trump sbaglia su Putin: andrò da lui per fargli togliere le sanzioni alla Russia» sul petrolio. Ed esprimendo l’intenzione di risolvere lo stallo attuale con un faccia a faccia tra Trump e Vladimir Putin a Budapest, ancora però solo ipotizzato.

Il nodo, nell’analisi di Orban condivisa con Repubblica e Messaggero, è che «abbiamo appaltato ad americani e russi la possibilità di risolvere la guerra. Purtroppo, non abbiamo un ruolo. L’Europa è totalmente fuori dai giochi. Il punto importante – rimarca – è il futuro dell’economia europea, perché sulla guerra resta ben poco da fare». In serata, poi, il post su X: «La pace non potrà mai nascere solo dai colloqui russo-ucraini. L’Europa deve negoziare direttamente con la Russia per raggiungere un accordo più ampio sulla sicurezza europea e sul futuro dell’Ucraina».

A mediare tra il rapporto in qualche modo privilegiato tra Meloni e il leader ungherese e invece l’insofferenza dell’Ue per la rigidità del premier ungherese, il ministro degli Esteri Antonio Tajani, secondo cui «non c’è nulla di male a ricevere Orban. Non è che avere un colloquio significa pensarla alla stessa maniera». Anzi, alcune fonti parlano di tentativi di mediazione, con l’obiettivo finale di arrivare a non esercitare il diritto di veto. In ogni caso, l’incontro si è chiuso senza dichiarazioni alla stampa. La nota ufficiale di Palazzo Chigi indica solo i temi al centro del colloquio: oltre all’Ucraina, anche Medio Oriente, agenda europea, le iniziative sull’immigrazione, e un asse che può nascere con «le opportunità offerte dallo strumento europeo Safe», i prestiti per la difesa, «valutando possibili sinergie tra Italia e Ungheria a sostegno delle rispettive capacità industriali e tecnologiche».

28 ottobre 2025

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