Servizi > Feed-O-Matic > 678616 🔗

Martedì 28 Ottobre 2025 13:10

L’Ospedale Bambino Gesù e “La ricerca x la cura”



Nella sede di San Paolo, l'evento nei 40 anni come Irccs e la presentazione del nuovo laboratorio di Terapia genica. Il cardinale Parolin: «Unisce scienza e carità, perché ogni bambino è il volto di Cristo»

L'articolo
L’Ospedale Bambino Gesù e “La ricerca x la cura”
proviene da
RomaSette
.

#in città #salute #andrea onetti muda #francesco rocca #la ricerca x la cura #orazio schillaci #ospedale pediatrico bambino gesù #pietro parolin #roberto gualtieri #tiziano onesti #vetrina
leggi la notizia su RomaSette





“L’Ospedale dei casi difficili”. Si racchiude in queste poche parole la storia del Bambino Gesù, che questa mattina, 28 ottobre, ha celebrato nella sede di San Paolo i suoi primi 40 anni come Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs), in un evento intitolato proprio “La Ricerca X la Cura”.  Per il cardinale segretario di Stato vaticano Pietro Parolin – intervenuto a rappresentare la Santa Sede, accanto al ministro della Salute Orazio Schillaci, al presidente della Regione Lazio Francesco Rocca e al sindaco di Roma Roberto Gualtieri -, «sono entrambe vie della stessa chiamata: servire la vita. Una responsabilità che unisce l’etica, la scienza e la solidarietà», ha affermato.

Ricordando il successo dell’ospedale del Papa in diversi campi, il porporato ne ha indicato la caratteristica principale: «Non dire “no” a nessuno». Il Bambino Gesù, ha continuato, «è un luogo che non rifiuta le cure e trova sempre un modo per accogliere chi bussa, anche da luoghi lontani del mondo, soprattutto se segnati da povertà o conflitti. È un luogo che accoglie ogni bambino, ogni famiglia, anche quando la guarigione non è possibile. Un luogo che non misura il proprio successo solo in base ai risultati clinici e scientifici, ma alla capacità di restare accanto, ascoltare, accompagnare» . Così, «da quarant’anni il Bambino Gesù unisce scienza e carità, fede e intelligenza, ricerca e cura, per testimoniare che ogni bambino, ogni persona sofferente, è il volto di Cristo da accogliere e da amare».

Anche per il presidente del Bambino Gesù Tiziano Onesti, il traguardo che si celebra oggi «parla di scienza, ma anche di umanità: quarant’anni di ricerca traslazionale, quella che rende possibile che un’intuizione di laboratorio diventi una cura per un bambino, che un esperimento su una cellula si trasformi in speranza per una famiglia. La nostra storia – ha commentato – è fatta di progresso che non resta nei laboratori, ma attraversa i reparti, attraversa le vite».

Alla capacità del Bambino Gesù di «applicare l’innovazione su base quotidiana a una solida cultura della ricerca e alla disponibilità delle migliori competenze professionali» ha reso omaggio anche il ministro Schillaci. «Tutto ciò – ha aggiunto – sempre mantenendo alta l’attenzione verso l’etica e la relazione di cura». Più di ogni acronimo, gli ha fatto eco il governatore Rocca, «Irccs significa che la ricerca si mette al servizio della clinica, è la scienza che si china sul letto di un bambino e diventa terapia, diventa possibilità e diventa vita. Ma il Bambino Gesù – ha ricordato – è anche un ospedale che cura senza confini. In questi mesi molti bambini sono arrivati da zone di guerra, da territori dove la medicina non può più essere garantita, dove l’infanzia è sotto attacco». Il pensiero corre anzitutto ai piccoli di Gaza, «che qui, come in molti altri ospedali del nostro Servizio sanitario, trovano una possibilità, una mano tesa e finalmente una dignità riconosciuta e non sono soli». Come loro, tanti bambini provenienti da tante altre aree fragili del mondo, dall’Africa subsahariana, dall’Afghanistan, dall’Ucraina, che «»hanno trovato al Bambino Gesù non solo cure, ma accoglienza, rispetto e protezione», le parole di Rocca.

Per il sindaco Gualtieri, «il Bambino Gesù è un patrimonio della città e del Paese, un luogo dove la conoscenza diventa cura e dove ogni bambino trova attenzione e competenza. In quarant’anni da Irccs ha unito eccellenza e solidarietà – l’omaggio -, con radici profonde a Roma e una vocazione aperta al mondo. Il nuovo Laboratorio di Terapia Genica, finanziato con risorse del Pnrr, rafforza la capacità di ricerca e segna una nuova tappa per la medicina pediatrica. È un orgoglio per Roma sapere che qui si costruisce ogni giorno il futuro della cura dei più piccoli, e la città sarà sempre al fianco del Bambino Gesù nel suo percorso di crescita».

Oggi la struttura della Santa Sede è il primo Irccs pediatrico in Italia per produzione scienifica e numero di progetti di ricerca. Dal primo trapianto di cuore in Italia su un bambino (1986), «ha continuato a superare i limiti della medicina pediatrica», rivendicano con orgoglio. Nel 1994 nasce il Comitato Etico, garanzia di rigore scientifico e tutela dei pazienti; nel 1997 vengono istituiti i reparti di Immunoinfettivologia e di Trapianto di midollo, capostipite delle future terapie cellulari.

Con il Laboratorio di Robotica e Analisi del movimento (2000) e il Clinical Trial Center (2010), la ricerca clinica e traslazionale trova nuove sedi e strumenti dedicati. «Da allora, una lunga serie di primati – si legge nella nota diffusa dall’ospedale -: il primo cuore artificiale pediatrico permanente al mondo (2010), il primo trapianto di cellule staminali geneticamente modificate da genitore a figlio (2014), la prima terapia con cellule CAR-T in Italia (2018) e, nel 2024, le prime terapie con cellule CAR-T al mondo per malattie autoimmuni pediatriche» .

Il Bambino Gesù fa parte di 5 reti tematiche degli Irccs e di 20 reti di riferimento europee (ERN) per le malattie rare. Ha 2.500 collaborazioni attive con altri enti di ricerca, l’80% delle quali internazionali. Nel 2024 le pubblicazioni scientifiche sono state 1.293 con un impact factor di 4.651 punti. Il personale a vario titolo impegnato nella ricerca è stato di 2mila persone, i progetti di ricerca attivi sono stati 458 mentre gli studi clinici 550. Il Bambino Gesù gestisce anche la più ampia casistica nazionale di malati rari in età pediatrica. Negli ultimi 10 anni, ha scoperto e descritto oltre 100 nuovi geni malattia.  Ancora, ha effettuato in tutto più di 1.200 trapianti di organi solidi e oltre 2.500 trapianti di midollo, la larga parte dei quali negli ultimi 15 anni, periodo in cui è il centro con l’attività largamente prevalente nel Paese.

«Quarant’anni fa, il mondo della pediatria era molto diverso da quello che conosciamo oggi – ha raccontato nel suo intervento il direttore scientifico del Bambino Gesù Andrea Onetti Muda – Le possibilità terapeutiche erano limitate, la ricerca poco integrata con la clinica, le tecnologie ancora poco più che rudimentali. Eppure, già allora c’era una visione: quella di unire la cura dei più fragili alla forza della ricerca scientifica. Quella visione – ha rivendicato – è diventata una realtà, e lo è diventata più rapidamente e su scala più ampia di quanto allora si potesse mai immaginare. Decine di migliaia di bambini hanno ricevuto nel nostro ospedale cure che prima non esistevano. E tante famiglie hanno potuto guardare al futuro con speranza».

Al termine dell’incontro è stato inaugurato il nuovo Laboratorio di Terapia genica dell’Ospedale, che si estende su circa 700 metri quadri ed e attrezzato con le tecnologie più avanzate per la ricerca e lo sviluppo di farmaci cellulari geneticamente modificati, da produrre nell’adiacente Officina Farmaceutica del Bambino Gesù, situata all’interno dei laboratori di ricerca inaugurati nel 2014 nella sede di San Paolo fuori le Mura, tra i più grandi in Europa in campo pediatrico.

28  ottobre 2025

L'articolo
L’Ospedale Bambino Gesù e “La ricerca x la cura”
proviene da
RomaSette
.

Questo sito utilizza cookie tecnici, anche di terze parti, per migliorare i servizi offerti e ottimizzare l’esperienza dell’utente. Si prega di leggere l'informativa sulla privacy. Chiudendo questo banner si accettano le condizioni sulla privacy e si acconsente all’utilizzo dei cookie.
CHIUDI