Martedì 28 Ottobre 2025 18:10
Il Papa: «Il mondo ha sete di pace»


Concluso con la preghiera ecumenica al Colosseo l'incontro internazionale "Osare la pace" promosso dalla Comunità di Sant'Egidio. «Mai la guerra è santa, solo la pace è santa». Con Leone, rappresentanti delle religioni di tutto il mondo
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La guerra non risolve i conflitti fra le nazioni. Lo fa il dialogo, lo fa la fraternità ma soprattutto lo fa la preghiera, vera forza del cambiamento. «Chi non prega abusa della religione, persino per uccidere. La preghiera è un movimento dello spirito, un’apertura del cuore. Non parole gridate, non comportamenti esibiti, non slogan religiosi usati contro le creature di Dio». Lo ha detto al Colosseo Papa Leone XIV che questo pomeriggio, 28 ottobre, ha partecipato alla preghiera ecumenica per la pace a conclusione del 39° incontro internazionale dal titolo “Osare la pace” promosso dalla Comunità di Sant’Egidio nello “spirito di Assisi”. Volgendo lo sguardo verso l’alto ha affermato con veemenza, quasi urlato: «Basta! Signore ascolta il nostro grido». E ancora «Dio vuole un mondo senza guerra. Egli ci libererà da questo male».
Insieme alla preghiera, per Leone hanno grande valenza «il dialogo, il negoziato, la cooperazione», che possono «affrontare e risolvere le tensioni che si aprono nelle situazioni conflittuali. Devono farlo. Esistono le sedi e le persone per farlo». Dall’Anfiteatro Flavio, riprendendo le parole di Papa Francesco, Leone, alzando la voce, ha affermato con forza «mai la guerra è santa, solo la pace è santa, perché voluta da Dio. Con la forza della preghiera, con mani nude alzate al cielo e con mani aperte verso gli altri, dobbiamo far sì che tramonti presto questa stagione della storia segnata dalla guerra e dalla prepotenza della forza e inizi una storia nuova».
Inaugurato il 26 ottobre, l’evento ha radunato a Roma capi religiosi da tutto il mondo che hanno prestato la «voce a chi non ha voce» appellandosi ai governanti. L’evento al Colosseo ha visto uniti cristiani di diverse confessioni, ebrei, musulmani, buddisti, induisti, che insieme mostrano «al mondo quanto la preghiera sia decisiva – ha rimarcato il vescovo di Roma -. Il cuore umano deve infatti disporsi alla pace e nella meditazione si apre, nella preghiera esce da sé. Rientrare in sé stessi per uscire da sé stessi».
Nel primo pomeriggio, i rappresentanti delle altre fedi si sono riuniti in luoghi diversi della città secondo le tradizioni religiose. La preghiera dei cristiani è stata recitata all’interno del Colosseo, presenti anche il cardinale vicario Baldo Reina e il presidente della Cei Matteo Zuppi. Al termine tutti hanno raggiunto il palco allestito davanti all’Arco di Costantino.
Annientato dalla violenza diffusa, «il mondo ha sete di pace – le parole del Papa -: ha bisogno di una vera e solida epoca di riconciliazione, che ponga fine alla prevaricazione, all’esibizione della forza e all’indifferenza per il diritto. Basta guerre, con i loro dolorosi cumuli di morti, distruzioni, esuli! Noi oggi, insieme, manifestiamo non solo la nostra ferma volontà di pace, ma anche la consapevolezza che la preghiera è una grande forza di riconciliazione».
Dai piedi dell’anfiteatro Flavio il pontefice ha lanciato l’invito a ripartire da Assisi, dove Giovanni Paolo II volle la prima preghiera per la pace. Ed è proprio nella città di san Francesco che si svolgerà il 40° Incontro per la pace del 2026. «Il mondo oggi pare essere andato nella direzione opposta – ha osservato Leone -. Ricominciamo da quella coscienza del nostro compito comune, da quella responsabilità di pace». Lo spirito di Assisi incarna i principi contenuti nella Dichiarazione Nostra aetate del Concilio Vaticano II di cui proprio oggi si celebra il sessantesimo anniversario di promulgazione. «Insieme ribadiamo l’impegno al dialogo e alla fraternità, voluto dai padri conciliari, che ha dato tanti frutti», l’invito del Papa.
I rapporti instaurati in questi 39 anni hanno fatto sì che «le religioni siano diventate più sorelle», ha detto il presidente della Comunità di Sant’Egidio Marco Impagliazzo, auspicando che «i popoli divengano più fratelli. Osare la pace è liberare la grande energia di dialogo e di bene che c’è in ogni religione, in ogni uomo e in ogni donna».
Omer Malla Ali, 31enne medico del Sudan, ha chiesto preghiere per il suo Paese e per ogni nazione lacerata dalla guerra. «Ricordiamo – ha affermato -: la pace non è solo l’assenza di guerra, ma la presenza dell’amore, della dignità e dell’umanità». Accorato anche l’appello di Sua beatitudine Theodoros II, Papa e patriarca di Alessandria e di tutta l’Africa. «Abbiate il coraggio di agire e diventare operai della pace di Dio – ha detto -, di amare tutti i feriti che ogni giorno vengono crocifissi con chiodi come il nostro Cristo. Abbiate il coraggio di perdonare». Tutti i leader hanno infine acceso il candelabro della pace mentre i presenti agitavano dei cartelloni con la parola pace scritta in tutte le lingue.
28 ottobre 2025
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