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Mercoledì 29 Ottobre 2025 18:10

No, non sono stati tolti 50 milioni alla Linea C

Negli ultimi giorni, l’analisi della bozza di Legge di Bilancio 2026 ha generato preoccupazione: dalla lettura dei documenti sembrava emergere un taglio da 50 milioni di euro destinati alla Linea C della Metropolitana di Roma. Il dibattito che si è creato però è stato piuttosto sterile, perché già dalla bozza di Legge emergeva che allo storno della cifra (pagg. 598 del Tomo III) seguiva una conseguente reiscrizione in un fondo diverso (pagg. 612 del medesimo tomo). La conferma è arrivata oggi dal Ministro delle Finanze Giorgetti, che ha rivendicato questo tipo di gestione. La reiscrizione è un atto nelle possibilità del Ministero delle Finanze, che si effettua quando un finanziamento non viene impegnato. Questo è il caso della tratta T1 della Linea C, i cui circa 900 milioni di euro di finanziamento non sono ancora stati oggetto di impegno. Nel caso della Linea C, per effetto delle particolarità dell’appalto e delle leggi vigenti al tempo della pubblicazione del bando di gara, l’impegno avviene solo contestualmente all’approvazione del progetto definitivo. Questo può rendere piuttosto lungo il tempo dal momento della decisione sul finanziamento, al momento dell’impegno, cosa che ha portato lo Stato a scegliere di iscrivere le risorse della Linea C in un particolare fondo separato, che potrà essere richiamato quando si avrà la chiara distribuzione annuale dei costi. Di fatto, da un meccanismo tipico di cassa e competenza, termini ben noti a chi si occupa di contabilità, i soldi della Linea C sono stati iscritti, in piccola parte, in una passività patrimoniale. Si tratta di una sorta di debito perenne, che lo Stato liquiderà quando e se sarà necessario, senza nel frattempo bloccare quelle risorse, cosa che finirebbe per limitare fortemente la possibilità del Parlamento di scegliere come destinare i fondi. Con questo però non vogliamo dire che la Legge di Bilancio vada bene. I fondi per le metropolitane sono sostanzialmente assenti, nonostante nelle ultime settimane alcune indiscrezioni di stampa parlassero di possibili finanziamenti per le linee A, B e D. Si tratta di una legge austera, con pochissimi investimenti pubblici nel campo delle grandi infrastrutture di trasporto di massa, che visti i tempi lunghi di realizzazione potrebbero agilmente essere finanziati dallo stato senza intaccare l’obiettivo di ridurre il deficit. È essenziale spingere perché i rappresentanti politici di ogni colore, che hanno lungamente richiamato l’essenzialità dei finanziamenti alle metropolitane in questi giorni, si attivino in tal senso. La legge va integrata con nuovi fondi e Roma non più più attendere.  

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Negli ultimi giorni, l’analisi della bozza di Legge di Bilancio 2026 ha generato preoccupazione: dalla lettura dei documenti sembrava emergere un taglio da 50 milioni di euro destinati alla Linea C della Metropolitana di Roma.

Il dibattito che si è creato però è stato piuttosto sterile, perché già dalla bozza di Legge emergeva che allo storno della cifra (pagg. 598 del Tomo III) seguiva una conseguente reiscrizione in un fondo diverso (pagg. 612 del medesimo tomo). La conferma è arrivata oggi dal
Ministro delle Finanze Giorgetti, che ha rivendicato questo tipo di gestione.

La reiscrizione è un atto nelle possibilità del Ministero delle Finanze, che si effettua quando un finanziamento non viene impegnato. Questo è il caso della tratta T1 della Linea C, i cui circa 900 milioni di euro di finanziamento non sono ancora stati oggetto di impegno.

Nel caso della Linea C, per effetto delle particolarità dell’appalto e delle leggi vigenti al tempo della pubblicazione del bando di gara, l’impegno avviene solo contestualmente all’approvazione del progetto definitivo. Questo può rendere piuttosto lungo il tempo dal momento della decisione sul finanziamento, al momento dell’impegno, cosa che ha portato lo Stato a scegliere di iscrivere le risorse della Linea C in un particolare fondo separato, che potrà essere richiamato quando si avrà la chiara distribuzione annuale dei costi.

Di fatto, da un meccanismo tipico di cassa e competenza, termini ben noti a chi si occupa di contabilità, i soldi della Linea C sono stati iscritti, in piccola parte, in una passività patrimoniale. Si tratta di una sorta di debito perenne, che lo Stato liquiderà quando e se sarà necessario, senza nel frattempo bloccare quelle risorse, cosa che finirebbe per limitare fortemente la possibilità del Parlamento di scegliere come destinare i fondi.

Con questo però non vogliamo dire che la Legge di Bilancio vada bene. I fondi per le metropolitane sono sostanzialmente assenti, nonostante nelle ultime settimane alcune indiscrezioni di stampa parlassero di possibili finanziamenti per le linee A, B e D.

Si tratta di una legge austera, con pochissimi investimenti pubblici nel campo delle grandi infrastrutture di trasporto di massa, che visti i tempi lunghi di realizzazione potrebbero agilmente essere finanziati dallo stato senza intaccare l’obiettivo di ridurre il deficit.

È essenziale spingere perché i rappresentanti politici di ogni colore, che hanno lungamente richiamato l’essenzialità dei finanziamenti alle metropolitane in questi giorni, si attivino in tal senso. La legge va integrata con nuovi fondi e Roma non più più attendere.

 

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