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Giovedì 6 Novembre 2025 10:11

“Oratorio Italia”: il “Paese del bene” raccontato da Ardesi



Presentato nella sede di Sant'Egidio il libro che raccoglie le voci di sportivi, musicisti, generali, giornalisti e sacerdoti per mettere a fuoco storia e metodo dell'oratorio. E ridisegnare il futuro

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Un libro sulla storia e il metodo dell’oratorio, da Filippo Neri a don Bosco e ai Salesiani. Con le storie di oggi, le testimonianze del terzo settore, del volontariato e anche delle Scuole della Pace della Comunità di Sant’Egidio. E le voci di chi nei campetti della propria parrocchia ci ha passato ore e ore. Si chiama “Oratorio Italia. Viaggio nel Paese del bene” il lavoro di Alessia Ardesi (Rubbettino), che è stato presentato ieri pomeriggio, 5 novembre, nella Sala delle conferenze della Comunità di Sant’Egidio. Un’inchiesta narrativa che attraversa il Paese da nord a sud raccogliendo voci di sportivi, musicisti, generali, giornalisti e sacerdoti. Tra le testimonianze, quelle di Maria Romana De Gasperi sul padre Alcide, di Lorenzo Guerini, Paola Severino, Luciano Portolano, Aldo Cazzullo, Camillo Ruini, Gianfranco Ravasi, Gualtiero Bassetti, Matteo Zuppi, Gianluca Vialli, Cesare Prandelli, Dolce & Gabbana, Angelo Gaja. I capitoli finali lanciano uno sguardo sull’oratorio del futuro, luogo costruttivo di integrazione tra diverse culture.

presentazione
Ad aprire la presentazione, moderata dal vaticanista Giacomo Galeazzi, l’intervento del presidente della Camera Lorenzo Fontana.  «Non mi immagino – ha detto – la mia infanzia senza la Chiesa e senza l’oratorio dove andavo a giocare. Talvolta ci dimentichiamo di quanto è importante il cristianesimo e del suo impatto nel nostro Paese. Alcuni hanno vergogna di ritenersi cristiani nella nostra società. Dobbiamo invece esserne fieri». Quindi il presidente ha citato le vite dei santi, in particolare quelle di san Filippo Neri e san Giovanni Bosco. «Quale incredibile importanza hanno avuto queste persone che andavano a seguire le persone più sfortunate, disagiate, che nessuno teneva in considerazione. E hanno creato delle opere immortali che i grandi della Terra talvolta non riescono a creare nonostante tutta la loro potenza». Gli oratori, ha rimarcato, sono «un insegnamento grande anche per la politica». Uno dei motivi per cui in Italia «c’è anche un terzo settore e un volontariato eccezionale rispetto ad altri Paesi».

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Un tema che emerge anche nel libro, che ha il merito di raccontare un’Italia poco raccontata, ha sottolineato il presidente della Comunità di Sant’Egidio Marco Impagliazzo. «In questo tempo di guerra, di polarizzazioni e di contrapposizioni  – ha aggiunto -, avere un libro del genere è qualcosa di molto significativo». Impagliazzo ha poi posto l’accento sulla crisi che stanno vivendo gli oratori, così come tanti altri luoghi di aggregazione, «perché l’era di internet e dell’individualismo ci ha portato a rinchiuderci». Tuttavia, ha continuato, proprio l’oratorio «ci ricorda il bisogno di socialità che tutti noi abbiamo». Un posto di ideali, «che oggi non è più soltanto per i cattolici ma è diventato un luogo di coabitazione tra diverse culture e religioni, in cui si impara a non scontrarsi, a conoscersi, e a volersi bene facendo attività insieme».

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Gli ha fatto eco Aldo Cazzullo, che ha parlato dell’oratorio come «un luogo di integrazione in cui si formano gli italiani e i nuovi italiani». Ma anche di «formazione della classe dirigente». Un luogo «in cui si impara a parlare in pubblico, a sopportare gli altri, anche quelli che non ci piacciono, in cui si elabora un pensiero e si cresce nella fede». Tutti elementi che il lavoro di Ardesi mette in luce. Un libro, secondo Cazzullo, che conferma la grande potenzialità della Chiesa e degli uomini di fede in un mondo in cui tutte le rivoluzioni sono fallite. «Il comunismo – ha detto – si è rivelato un abisso di sangue e miserie. Il nazifascismo ha devastato il mondo. Il capitalismo ha vinto, ma sta creando un mondo postumano terrificante». Di fronte a tutto questo, ha concluso, «la Chiesa rimane un baluardo e un antidoto, come ha dimostrato Papa Leone XIV, riprendendo il nome del pontefice della Rerum Novarum».

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Del difficile contesto attuale ha parlato anche l’arcivescovo Vincenzo Paglia, consigliere spirituale della Comunità di Sant’Egidio. «Oggi c’è un abbandono educativo di una parte enorme di ragazzini, di bambini, che richiede uno scatto di attenzione e di responsabilità», ha sottolineato mettendo in risalto l’aumento degli omicidi e dei suicidi tra gli adolescenti. In questo quadro, ha aggiunto, gli «oratori, pur essendo meno numerosi, possono svolgere una funzione decisiva. È questa l’urgenza non solo della fede, in questo caso di una Chiesa che aiuta la società a partire da una religione evangelica non da ideologie astratte». Il presule, quindi, ha invitato a «una maggiore coordinazione tra i diversi responsabili» per un patto educativo che promuova un’educazione efficace.  E ha sottolineato che il libro in questo è di grande aiuto, soprattutto nel momento in cui Papa Leone XIV, con l’esortazione apostolica “Dilexit te”, «ha raccolto una delle eredità di più chiare di Francesco, l’amore per i poveri». La riforma della Chiesa, ha detto Paglia, «non si fa mettendo d’accordo progressisti e conservatori, ma ripartendo dall’amore per i poveri».

Un appello lanciato anche dall’autrice. «Se vogliamo ridisegnare il futuro del nostro Paese, lo dobbiamo fare grazie all’integrazione, ma tenendo sempre lo sguardo al Cielo, perché la speranza ce la dà il Signore, e senza il suo aiuto non possiamo fare niente».

6 novembre 2025

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