Venerdì 7 Novembre 2025 21:11
Malattia renale cronica: le nuove strategie per la salute del rene
La nuova gestione dell'infermità con la prevenzione attiva: come cambiano cura e consapevolezza nella Malattia Renale Cronica -
#sanità e salute
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La Malattia Renale Cronica (definita con acronimo MRC) è sempre più diffusa, soprattutto in presenza di ipertensione, diabete e invecchiamento. Per molti anni l’approccio clinico è stato quello di riconoscere la malattia quando era già presente e cercare di rallentarne l’evoluzione. Oggi, però, sta emergendo un nuovo modello di comportamento terapico a cui attenersi: non solo curare il rene malato, ma mantenere il rene in salute prima che la malattia si sviluppi.
A tale riguardo e per poter fornire maggiori dettagli utili a quanti soffrano di questa infermità, abbiamo voluto chiedere lumi ad uno specialista tra i più affermati nel nostro paese, il prof. Rosario Cianci (nella foto), docente di Nefrologia presso l’Università degli Studi di Roma “La Sapienza”. Riportiamo per intero quanto ci ha riferito.
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La Malattia Renale Cronica (MRC) è oggi una condizione in forte crescita. Colpisce milioni di persone, spesso senza dare sintomi nelle fasi iniziali. Le cause più frequenti sono:
• Ipertensione arteriosa;
• Diabete;
• Invecchiamento dei vasi sanguigni;
• Familiarità e predisposizione genetica.
Per molti anni la medicina è stata solo in grado d’intervenire quando la malattia era già presente, cercando di rallentare il peggioramento della funzione renale. Oggi, è il caso di sottolinearlo, stiamo vivendo un cambiamento importante: non ci si limita più a curare il rene ammalato, ma si lavora e ci si adopera per proteggere il rene in anticipo.
• Ipertensione arteriosa;
• Diabete;
• Invecchiamento dei vasi sanguigni;
• Familiarità e predisposizione genetica.
Per molti anni la medicina è stata solo in grado d’intervenire quando la malattia era già presente, cercando di rallentare il peggioramento della funzione renale. Oggi, è il caso di sottolinearlo, stiamo vivendo un cambiamento importante: non ci si limita più a curare il rene ammalato, ma si lavora e ci si adopera per proteggere il rene in anticipo.
Il rene è formato da piccoli filtri chiamati nefroni, che lavorano per depurare il sangue.
Se questi filtri si infiammano o si sovraccaricano, nel tempo si “consumano” e non si rigenerano. La strategia moderna è quindi quella di individuare i pazienti “a rischio” anche se stanno bene, di agire e intervenire in modo preventivo, quando la funzione renale risulta ancora buona, con la finalità di rallentare o impedire il danno prima che diventi irreversibile.
Quali i nuovi farmaci posti in evidenza che proteggono il rene? Li si individuano facendo ricorso principalmente e utilizzando gli Inibitori SGLT2 (es. dapagliflozin, empagliflozin), farmaci che agiscono bloccando il co-trasportatore (proteina di membrana che trasporta simultaneamente due sostanze diverse) quali sodio-glucosio 2 (SGLT2) nei reni. Il che riduce sensibilmente il riassorbimento di glucosio e sodio, aumentandone l’escrezione
attraverso le urine (glicosuria e sodio-uria). Questo importante meccanismo, in conclusione, aiuta a controllare la glicemia, a ridurre la pressione arteriosa ed ha soprattutto effetti protettivi su cuore e reni. Questi farmaci erano nati per curare il diabete. Poi la ricerca ha scoperto qualcosa di sorprendente e cioè che riescono in concreto a proteggere il rene anche in persone non diabetiche.
attraverso le urine (glicosuria e sodio-uria). Questo importante meccanismo, in conclusione, aiuta a controllare la glicemia, a ridurre la pressione arteriosa ed ha soprattutto effetti protettivi su cuore e reni. Questi farmaci erano nati per curare il diabete. Poi la ricerca ha scoperto qualcosa di sorprendente e cioè che riescono in concreto a proteggere il rene anche in persone non diabetiche.
Ma esaminiamo ora il loro funzionamento, cercando di chiarirlo con parole semplici. Tali farmaci ottengono questi notevoli risultati terapeutici riducendo il lavoro eccessivo dei nefroni. I nefroni sono delle unità funzionali microscopiche del rene. Ciascun rene ne
contiene circa un milione. Il loro compito principale è filtrare il sangue per produrre urina, rimuovendo i rifiuti e l’eccesso di liquidi dall’organismo. Ogni nefrone è composto da un
corpuscolo renale (che include il glomerulo e la capsula di Bowman) e da un sistema di tubuli che riassorbono le sostanze utili e ne secernono altre.
contiene circa un milione. Il loro compito principale è filtrare il sangue per produrre urina, rimuovendo i rifiuti e l’eccesso di liquidi dall’organismo. Ogni nefrone è composto da un
corpuscolo renale (che include il glomerulo e la capsula di Bowman) e da un sistema di tubuli che riassorbono le sostanze utili e ne secernono altre.
L’attività svolta da queste unità funzionali, in sostanza, è quella di abbassare la pressione sulla attività di filtro svolta dal rene, evitando che si usuri, di ridurre l’iperfiltrazione (il rene che lavora troppo), di ridurre l’infiammazione interna e di proteggerlo nel lungo periodo.
Altri farmaci ancora vanno tenuti in particolare evidenza per le loro importanti funzioni terapeutiche. Essi vengono individuati negli “antagonisti non steroidei del recettore dei mineralcorticoidi” (es. il Finerenone). Si tratta di una classe di farmaci che bloccano gli effetti dell’ormone aldosterone legandosi ai suoi recettori, ma a differenza degli antagonisti steroidei, sono specificamente progettati per avere meno effetti collaterali. Questi farmaci
sono utilizzati nel trattamento di patologie come lo scompenso cardiaco e la malattia renale cronica, poiché contribuiscono a ridurre la ritenzione di sodio e acqua, proteggendo cuore e reni.
sono utilizzati nel trattamento di patologie come lo scompenso cardiaco e la malattia renale cronica, poiché contribuiscono a ridurre la ritenzione di sodio e acqua, proteggendo cuore e reni.
Inoltre, questo tipo di farmaco non lavora sulla pressione o sullo zucchero nel sangue, ma su un altro processo fondamentale: la fibrosi. La fibrosi è una cicatrice interna che rende il rene più rigido e meno capace di filtrare. Tra questi farmaci con particolari caratteristiche, il Finerenone, in particolare, riduce l’infiammazione e la formazione di queste cicatrici, mantenendo il tessuto renale più elastico e funzionale. Si rivela poi particolarmente utile soprattutto quando si verifichi nel rene del paziente la così definita clinicamente “proteinuria”, consistente nella perdita di proteine con le urine.
Prima di concludere, infine, sarà il caso di soffermarsi sull’aspetto ritenuto taumaturgico per la malattia renale dei Nutraceutica.
Si tratta di composti di origine naturale, come vitamine, minerali, probiotici e antiossidanti, che hanno benefici sulla salute oltre al normale valore nutrizionale. Derivano da alimenti, piante e altre fonti, e possono essere assunti attraverso integratori alimentari o cibi arricchiti per prevenire malattie croniche e migliorare il benessere generale. Il termine deriva dall’unione delle parole “nutrizione” e “farmaceutica”.
Si tratta di composti di origine naturale, come vitamine, minerali, probiotici e antiossidanti, che hanno benefici sulla salute oltre al normale valore nutrizionale. Derivano da alimenti, piante e altre fonti, e possono essere assunti attraverso integratori alimentari o cibi arricchiti per prevenire malattie croniche e migliorare il benessere generale. Il termine deriva dall’unione delle parole “nutrizione” e “farmaceutica”.
I nutraceutica possono aiutare nella gestione dello “stress ossidativo” (squilibrio tra i radicali liberi e gli antiossidanti nel
corpo che comporta un eccesso di radicali liberi dannosi per le cellule), dell’infiammazione del rene, della microcircolazione renale. Ma devono essere scelti necessariamente con criterio medico, non utilizzati al posto dei farmaci ed infine essere adatti alla funzione renale evitando il loro accumulo se il rene filtra poco.
Su di essi la regola è semplice: possono affiancare ma non sostituirne la terapia.
corpo che comporta un eccesso di radicali liberi dannosi per le cellule), dell’infiammazione del rene, della microcircolazione renale. Ma devono essere scelti necessariamente con criterio medico, non utilizzati al posto dei farmaci ed infine essere adatti alla funzione renale evitando il loro accumulo se il rene filtra poco.
Su di essi la regola è semplice: possono affiancare ma non sostituirne la terapia.
Tutto ciò premesso, in conclusione, va sottolineato il fatto che si è passati funzionalmente in campo medico dal “curare” al “prevenire”. Tradizionalmente nel passato si diagnosticava
la malattia e poi si provava solo a rallentarla. Il nuovo modello, attualmente seguito e già sperimentato con successo, è invece quello di non attendere che il rene si ammali, ma d’intervenire con cure adeguate prima, anticipando così di fatto l’insorgere della malattia.
la malattia e poi si provava solo a rallentarla. Il nuovo modello, attualmente seguito e già sperimentato con successo, è invece quello di non attendere che il rene si ammali, ma d’intervenire con cure adeguate prima, anticipando così di fatto l’insorgere della malattia.
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Messaggio chiave finale:
Preservare la funzione renale è possibile. Ma bisogna iniziare la sua cura con tempestività. “Iniziare in tempo per dare tempo e lunga e sana vita al rene”, chiosa in conclusione con un suo sintetico, finale messaggio chiave il Prof. Cianci. (Pier Francesco Corso)
Preservare la funzione renale è possibile. Ma bisogna iniziare la sua cura con tempestività. “Iniziare in tempo per dare tempo e lunga e sana vita al rene”, chiosa in conclusione con un suo sintetico, finale messaggio chiave il Prof. Cianci. (Pier Francesco Corso)
