Domenica 9 Novembre 2025 11:11
Il Papa: la Chiesa, «”cantiere” di carità e missione condivisa»


Leone XIV ha presieduto la Messa per la festa della dedicazione della basilica lateranense. «Nella Città Eterna c'è un bene grande che cresce», che va riconosciuto e, testimoniato per far emergere il volto misericordioso della Chiesa, «che è madre»
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Non si può ridurre il significato di “chiesa” a un edificio realizzato con mattoni. Essa è fatta di “pietre vive”, di persone che si lasciano edificare su Cristo, “pietra angolare”, per essere al servizio del Regno. È da qui che muove i passi la missione evangelizzatrice. Per questo la comunità cristiana, composta da «operai della Chiesa vivente», è chiamata ad assumersi un impegno paziente e fedele nella realizzazione della vita ecclesiale, lontano dalla fretta e dai criteri effimeri del mondo. «La storia millenaria della Chiesa insegna che solo con umiltà e pazienza si può costruire, con l’aiuto di Dio, una vera comunità di fede, capace di diffondere carità, di favorire la missione, di annunciare, di celebrare e di servire quel magistero apostolico» di cui la basilica di San Giovanni in Laterano è «la prima sede». Così Papa Leone XIV, che questa mattina, 9 novembre, ha presieduto nella basilica lateranense la Messa per la festa della dedicazione della più antica e più importante chiesa del mondo, sede della Cattedra di Roma. L’auspicio è che chiunque si accosti al suo altare «possa poi partire pieno di quella grazia con cui il Signore vuole inondare il mondo».
La celebrazione ha richiamato circa 3mila fedeli che hanno gremito la basilica fin dalle prime ore del mattino. Tra i concelebranti il cardinale vicario Baldo Reina, il vicegerente Renato Tarantelli Baccari e decine di sacerdoti della diocesi. Nell’
omelia
il Papa ha richiamato l’immagine del “cantiere” che esprime la realtà di una comunità in continua crescita, fatta di impegno quotidiano, fatica ma anche carità e missione condivisa, purché si riconoscano i propri limiti e si superino «i freni inibitori dell’orgoglio», affidandosi completamente a Cristo, l’unico in grado di modellare ogni uomo «sapientemente secondo i suoi disegni di salvezza».Quella del cantiere, ha riflettuto il Papa, è una immagine che «esprime lo sforzo reale, palpabile, con cui le nostre comunità crescono ogni giorno, nella condivisione dei carismi e sotto la guida dei pastori. La Chiesa di Roma, in particolare, ne è testimone in questa fase attuativa del Sinodo, in cui ciò che è maturato in anni di lavoro chiede di passare attraverso il confronto e la verifica “sul campo”». Nella Città Eterna, ha rimarcato Prevost, pur fra tante fatiche «c’è un bene grande che cresce», che va riconosciuto, testimoniato per far emergere il volto misericordioso della Chiesa, «perché appaia sempre più chiaramente a tutti che ella è “madre”, “madre di tutte le Chiese”, o anche “mamma”».
La basilica di San Giovanni in Laterano fu voluta dall’imperatore Costantino dopo l’Editto di Milano del 313, che concedeva la libertà di culto ai cristiani, affinché la comunità potesse radunarsi attorno al proprio vescovo. Dal IV secolo, quando fu edificata, fino al XIV secolo, quando la sede papale fu temporaneamente trasferita ad Avignone, fu la residenza ufficiale dei pontefici. È qui che il Papa, ancora oggi, ha la sua cattedra – collocata nell’abside -, simbolo del suo ruolo di pastore, da cui oggi Leone XIV ha presieduto la liturgia. Fu consacrata nel 324 da Papa Silvestro I, che la dedicò al Santissimo Salvatore. Successivamente, tra il VI e il VII secolo, Papa Gregorio Magno aggiunse la dedicazione al Battista, precursore di Gesù, e Papa Lucio II nel XII secolo incluse anche san Giovanni Evangelista. Come recita l’iscrizione alla base di un pilastro alla sinistra dell’ingresso principale, è “Sacrosancta Lateranensis Ecclesia omnium urbis et orbis ecclesiarum mater et caput – Santissima chiesa lateranense, madre e capo delle chiese di Roma e del mondo”.
La liturgia, animata dal Coro della diocesi di Roma e da quello della Cappella Sistina, è stata un momento di memoria e di gratitudine per un evento fondante nella vita della Chiesa. Tuttavia, ha spiegato il Papa, ancora più importante è riflettere sul significato profondo di questa celebrazione: la Chiesa si erge su fondamenta solide, scavate nella roccia. Così anche ogni cristiano, «prima di poter erigere strutture imponenti» deve scavare in se stesso «per eliminare ogni materiale instabile» che gli impedisca di raggiungere Gesù, di «tornare costantemente a Lui e al suo Vangelo, docili all’azione dello Spirito Santo».
Infine, Leone ha richiamato a un’ultima missione di una cattedrale: la liturgia. «La sua cura nel luogo della Sede di Pietro – ha affermato il vescovo di Roma -, dev’essere tale da potersi proporre ad esempio per tutto il popolo di Dio, nel rispetto delle norme, nell’attenzione alle diverse sensibilità di chi partecipa, secondo il principio di una sapiente inculturazione e al tempo stesso nella fedeltà a quello stile di solenne sobrietà tipico della tradizione romana, che tanto bene può fare alle anime di chi vi partecipa attivamente. Si ponga ogni attenzione affinché qui la bellezza semplice dei riti possa esprimere il valore del culto, per la crescita armonica di tutto il Corpo del Signore».
9 novembre 2025
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