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Domenica 9 Novembre 2025 19:11

Le pillole di Polly: recensione di “La biblioteca dei fisici scomparsi” di Barbara Bellomo

Non sempre l’amore basta a tenere unita una coppia. I sentimenti sono la base, certo;...

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Non sempre l’amore basta a tenere unita una coppia. I sentimenti sono la base, certo; ma per restare insieme è importante anche che ci siano alcune circostanze favorevoli. Se così non è, perché il destino ci mette lo zampino, spesso si finisce per rinunciare al vero amore, per poi passare il resto della vita a rimpiangerlo.

A poco più di quarant’anni, Ida è ancora una bellissima donna. È sposata con Raffaele, un medico affermato che le garantisce un tenore di vita altissimo. Così, possiede abiti eleganti e gioielli costosissimi, che sfoggia quando frequenta l’alta società di Torino; può permettersi pure di dedicare molte ore del suo tempo alla beneficenza, visto che non lavora. Del resto, è la metà degli anni Cinquanta e, se la miseria del Dopoguerra è ormai un ricordo, di persone in difficoltà ce ne sono ancora tante.

Quello che Raffaele non le ha mai dato, e che non potrà mai darle, è la felicità.

Quella, se ne è andata quando Ida ha dovuto rinunciare ad Alberto, il suo grande amore giovanile che, pur sembrando sinceramente innamorato di lei, improvvisamente ha cessato di rispondere alle sue lettere. Chi invece aveva esultato per la fine di quel rapporto era il padre di Ida, che così era riuscito a convincere la figlia a sposare Raffaele, che aveva il merito di essere, ai suoi occhi, un buon partito.

Peccato che, da allora, la vita apparentemente perfetta di Ida sia diventata vuota e priva di significato. La verità è che passa le giornate a rimuginare su quando lavorava come bibliotecaria presso l’Istituto di Fisica di Via Panisperna, frequentato da geni come Enrico Fermi ed Ettore Majorana. Con quest’ultimo Ida aveva anche stretto amicizia, almeno fin quando era misteriosamente sparito nel nulla. Ma soprattutto, l’Istituto era frequentato dal suo amore, Alberto.

Ora, quello che Ida vorrebbe più di ogni altra cosa al mondo è un’altra opportunità per essere felice. Resta a vedere se ormai non sia troppo tardi.

“La biblioteca dei fisici scomparsi” è un bellissimo romanzo di Barbara Bellomo, già ricercatrice di Storia Antica e autrice di diversi gialli e thriller storici.

Il punto di forza dell’opera è sicuramente la trama, che prende l’avvio da una situazione assai realistica nella sua drammaticità. Un secolo fa, infatti, era ancora piuttosto comune che il “capofamiglia” pensasse di avere il diritto di imporre il coniuge più “adatto” ai propri figli; peccato che, in questo modo, rovinava loro la vita.

Ida, la protagonista, ha vissuto questa esperienza in prima persona; il risultato è che è diventata una donna incolore, rassegnata ad un’esistenza che in realtà non le appartiene. È difficile affezionarsi al suo personaggio, non perché sia stata descritta con poca accuratezza dalla scrittrice, ma perché ha un’indole poco coraggiosa, così come il protagonista maschile, Alberto.

Chi di carattere ne ha anche troppo, invece, è il padre di Ida, descritto magistralmente dalla Bellomo con tutte le sue manie di grandezza, che probabilmente nascondono una grande meschinità.

Nessuno dei personaggi, dunque, è veramente positivo, e forse è proprio questo che li rende più umani, e contribuisce a rendere il romanzo una lettura piacevole al punto che non si vorrebbe mai interromperla.

“La biblioteca dei fisici scomparsi” è un libro sulle occasioni perdute che possono trasformarsi in nuove opportunità, ed è anche per questo che è assolutamente consigliato.

Federica Focà

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