Sabato 15 Novembre 2025 12:11
Storie di donne e di solidarietà nel libro che racconta l’impegno dell’Acisjf


Presentato il Vicariato "Maria che scende dal treno", di Anna Mirella Taranto. Reina - che ne firma la prefazione -: «Sapere che c'è una realtà che si occupa delle donne che hanno bisogno di assistenza è un segno di speranza per tutta la Chiesa». L'intervento del ministro Roccella
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Con un incoraggiamento a «custodire la fragilità delle donne, tema e problema tanto presente oggi», il cardinale vicario Baldo Reina ha salutato i volontari e le volontarie della Associazione internazionale al servizio della giovane (Acisjf), intervenendo questa mattina, 15 novembre, alla presentazione del libro “Maria che scende dal treno” di Anna Mirella Taranto, giornalista e autrice teatrale, che ha avuto luogo nella Sala della Conciliazione del Palazzo del Vicariato. Il porporato, che ha curato la prefazione del testo edito da Edizioni universitarie romane, ha detto che «sapere che c’è una realtà che si occupa delle donne che hanno bisogno di assistenza è un segno di speranza per tutta la Chiesa».
Guardando in particolare al libro, il porporato ha osservato come «queste 12 storie ci interpellano tutti», laddove «il nostro compito di cristiani è stare accanto alle persone che soffrono», facendo anche «rete magari con Caritas, perché serve un’azione corale e sinfonica per le tante situazioni difficili che attanagliano la vita delle donne».
Inserito nel contesto del Giubileo dei poveri, l’incontro promosso dall’associazione cattolica internazionale nata in Svizzera nel 1902, è stato aperto dai saluti istituzionali del ministro per la Famiglia, la natalità e le pari opportunità Eugenia Roccella, intervenuta con un video, e di Simona Baldassarre, assessore alle Pari opportunità e alla famiglia della Regione Lazio. La prima ha posto l’accento sul valore dell’«attivismo femminile cattolico», notando che «le donne cattoliche sono state le prime ad uscire di casa per incontrare altre donne», dando peso e valore al «protagonismo delle donne», capaci di «aiutare nel rapporto tra pari che si crea nella sorellanza».
Anche Baldassarre si è soffermata nel suo saluto su quanto «noi donne cattoliche vogliamo fare il bene delle altre donne non solo nella forma dell’assistenzialismo ma riconoscendo in questo un investimento». Da parte sua, Simona Saladini, presidente nazionale di Acisjf, ha riconosciuto la capacità dell’associazione di «cambiare, riconoscendo i bisogni e i segni dei tempi», contribuendo così «come movimento cattolico all’emancipazione delle donne», a fronte dei «tanti modi in cui la povertà si manifesta: non solo quella dei migranti ma anche di tante italiane» accolte oggi grazie all’opera di 16 comitati e 13 case che in Italia offrono 530 posti letto. La presidente ha espresso anche il desiderio «di poter riaprire una casa a Roma, dove l’avevamo e dove a oggi abbiamo in via della Conciliazione la nostra sede nazionale».
Sono 12 le voci di donne raccolte nel libro “Maria che scende dal treno”, che raccontano in forma di brevi monologhi e interviste proprio questa storia di accoglienza e di fede, intrecciando memorie di oltre un secolo di cammino dell’associazione. Più di 100 anni fa le volontarie intervenivano nelle stazioni, lungo i binari, per aiutare donne senza tetto e madri sole; oggi continuano ad accogliere nelle periferie delle città e del mondo donne vittime di violenza, povertà e disagio. E proprio un excursus storico è quello che ha compiuto nel suo intervento Marialuisa Sergio, docente di Storia contemporanea all’Università Roma Tre, passando attraverso «guerre, migrazioni e crisi economiche», e ponendo in luce quanto, per oltre un secolo, Acisjf abbia agito «all’insegna delle “3 A” ossia accoglienza, ascolto e accompagnamento, sul solco tracciato dalla Rerum novarum di Leone XIII, non solo facendo assistenzialismo ma ricercando il bene contro ogni individualismo». Si tratta cioè, secondo l’esperta, «non solo di un accompagnamento delle fragilità della persona ma anche di renderle protagoniste del proprio destino, mediante la relazione e l’alleanza», a dire che «la cura dell’altro è la cura dei mali del mondo».
È intervenuto anche il vaticanista Fabio Zavattaro che ha riferito degli incontri con donne «ferite dal male» nel corso dei suoi viaggi di lavoro nel mondo, affiancandole ai 12 racconti presenti nel libro. Forti i ricordi in particolare «del campo profughi di Lesbo, dove sono stato anche con Papa Francesco», e tanti «i volti e le grida di donne che porto con me, tanto italiane quanto africane o musulmane o indiane», tutte «bisognose di aiuto perché vittime di forme diverse di violenza, molto spesso con i loro bambini».
Affidate a monsignor Andrea Manto, assistente ecclesiastico nazionale Acisjf, le conclusioni. «Questo libro e la sua lettura ci insegnano che ognuno di noi può donare una goccia di speranza – ha detto -: così si formano quel fiume e quel mare che portano a tutti fiducia, speranza e voglia di rinascere». Infine, l’autrice ha portato il suo ringraziamento «per questo viaggio che ho potuto compiere alla ricerca di queste storie d’amore di donne che solitamente non sono protagoniste mentre ognuna lo è». Tutte sono riunite in quel nome di Maria che compare nel titolo perché «Maria sempre scende dal treno, perché sempre accoglie e non chiede, non giudica ma accoglie«, ha concluso Anna Mirella Taranto.
Al termine dell’incontro, consegnate idealmente dai presidenti delle diverse sedi dell’associazione in Italia, le valigie della speranza, ossia un contributo destinato al sostegno di una specifica situazione di necessità. Per Roma, valigia della speranza a Nadia, ospite della casa famiglia “Mater amabilis”, arrivata in Italia subito dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, per le cure ai suoi due gemellini, in particolare alla bimba che necessita di cure fisioterapiche.
Al termine dell’incontro, consegnate idealmente dai presidenti delle diverse sedi dell’associazione in Italia, le valigie della speranza, ossia un contributo destinato al sostegno di una specifica situazione di necessità. Per Roma, valigia della speranza a Nadia, ospite della casa famiglia “Mater amabilis”, arrivata in Italia subito dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, per le cure ai suoi due gemellini, in particolare alla bimba che necessita di cure fisioterapiche.
15 novembre 2025
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