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Domenica 16 Novembre 2025 14:11

L’appello di Leone: «Ascoltare il grido dei più poveri»



Nella basilica di San Pietro la Messa nella IX Giornata mondiale dei poveri. Dal Papa l'invito a formare la «cultura dell'attenzione» per spezzare l'isolamento.. Al termine il pranzo in Aula Paolo VI a 1.300 persone fragili

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Il grazie a chi quotidianamente si impegna per alleviare le sofferenze degli indigenti preceduto dal monito ai leader mondiali a farsi carico delle situazioni di ingiustizia e di disuguaglianza che affliggono il mondo. Su tutto la rassicurazione che, anche nei momenti più dolorosi della storia, il Signore non lascia solo nessuno, egli «ama di amore eterno». Nella IX Giornata mondiale dei poveri, celebrata oggi, 16 novembre, Papa Leone XIV ha rilanciato dalla basilica di San Pietro l’importanza della missione caritativa della Chiesa analizzando le tante povertà, che non si possono ridurre a quelle materiali.

Nell’Eucaristia, presieduta dall’altare della Confessione, Prevost ha richiamato i cristiani a scongiurare «il pericolo di vivere come dei viaggiatori distratti, noncuranti della meta finale e disinteressati verso quanti condividono il cammino». L’invito, in occasione del Giubileo dei poveri, è quello a formare la «cultura dell’attenzione» per spezzare l’isolamento e a lasciarsi «ispirare dalla testimonianza dei santi che hanno servito Cristo nei più bisognosi e lo hanno seguito nella via della piccolezza e della spogliazione». In particolare, ha citato san Benedetto Giuseppe Labre, del quale sono state eccezionalmente portate in basilica le reliquie, conservate normalmente nella chiesa di Santa Maria ai Monti. Detto “il vagabondo di Dio”, perché non aveva fissa dimora, e aveva scelto il Colosseo come casa, «ha le caratteristiche per essere patrono di tutti i poveri senzatetto».

Prima della celebrazione il Papa ha salutato e benedetto 12mila fedeli che per motivi di spazio non sono riusciti ad accedere in basilica, dove erano presenti 6mila fedeli. «Voi – ha detto dal sagrato – fate parte della Chiesa e potete seguire la Santa Messa anche dagli schermi. Partecipate con molto amore, con molta fede e sappiate che siamo tutti uniti in Cristo».

La Giornata mondiale dei poveri, celebrata per la prima volta nel 2017, è stata istituita da Papa Francesco con la Lettera apostolica “Misericordia et misera”, al termine del Giubileo della Misericordia. Ricorre ogni anno nella XXXIII domenica del tempo ordinario, per far riflettere le comunità e i singoli credenti sulla povertà come parte centrale del Vangelo.

Nell’omelia, Leone ha ricordato le «tante situazioni morali e spirituali, che spesso riguardano soprattutto i più giovani» soffermandosi sulla solitudine, «il dramma che in modo trasversale le attraversa tutte. Essa – ha affermato – ci sfida a guardare alla povertà in modo integrale», prestando attenzione al prossimo in ogni luogo, anche in quello digitale, «fino ai margini», divenendo «testimoni della tenerezza di Dio. Oggi – ha proseguito -, soprattutto gli scenari di guerra, presenti purtroppo in diverse regioni nel mondo, sembrano confermarci in uno stato di impotenza. Ma la globalizzazione dell’impotenza nasce da una menzogna, dal credere che questa storia è sempre andata così e non potrà cambiare. Il Vangelo, invece, ci dice che proprio negli sconvolgimenti della storia il Signore viene a salvarci. E noi, comunità cristiana, dobbiamo essere oggi, in mezzo ai poveri, segno vivo di questa salvezza». Da qui l’esortazione ai capi di Stato «ad ascoltare il grido dei più poveri, tante volte soffocato dal mito del benessere e del progresso che non tiene conto di tutti, e anzi dimentica molte creature lasciandole al loro destino».

Presenti alla liturgia molti operatori delle tante realtà che si occupano dei più vulnerabili, ai quali il Papa ha espresso «incoraggiamento a essere sempre più coscienza critica nella società. Voi sapete bene che la questione dei poveri riconduce all’essenziale della nostra fede, che per noi essi sono la stessa carne di Cristo e non solo una categoria sociologica».

Al termine della celebrazione, l’Aula Paolo VI ha ospitato il pranzo dei poveri, quest’anno offerto dalla Congregazione della missione fondata da san Vincenzo de’ Paoli a circa 1300 fragili seguiti da varie realtà: Caritas, Comunità di Sant’Egidio, Acli, Centro Astalli, Missionarie della Carità. Nella grande sala spiccano il bianco delle tovaglie e il rosso delle sedie intorno a 103 tavoli. Ma soprattutto la gioia sui volti degli ospiti che, increduli, si guardano intorno incapaci di trattenere «l’emozione», come dice Helin, 33enne nigeriana sostenuta dalle Acli. Con lei il più piccolo ospite del pranzo, il figlio Leon, 2 mesi. «Mi sento tanto fortunata a essere qui – dice -. È la prima volta che vengo in Vaticano, non posso descrivere i sentimenti che ho ora nel cuore».

Il pranzo è stato animato da 100 giovani del Rione Sanità di Napoli, che hanno eseguito “‘O sole mio” all’ingresso del Papa, il quale ha chiesto «un forte applauso» per Papa Francesco, che ha voluto questa giornata, e per la famiglia vincenziana. Per gli ospiti quella odierna è stata una «bellissima giornata». Lo affermano Nabil, la moglie Runa e il figlio Jeorge, arrivati dalla Libia in Italia a giugno con i corridoi umanitari e accolti dalla Comunità di Sant’Egidio. «Abbiamo sempre visto il Papa in televisione – dice il capofamiglia -. Mai avrei immaginato di pranzare a un tavolo vicino a lui».

Prima della Messa il Papa ha salutato padre Tomaž Mavrič, superiore generale della congregazione, che quest’anno celebra il 400° anniversario di fondazione, e incontrato diverse famiglie beneficiarie del progetto globale “13 Case”. Il pranzo, lasagne, cotolette, babà e frutta, è stato servito da 70 missionari vincenziani. Al termine del pranzo, la Famiglia Vincenziana d’Italia ha consegnato a ciascun invitato lo “Zaino di San Vincenzo”, contenente alimenti e prodotti per l’igiene personale.

16 novembre 2025

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