Giovedì 20 Novembre 2025 12:11
Giornata mondiale dell’infanzia, Porte Aperte: i bambini cristiani e il rischio violenze


L'organizzazione riporta l'attenzione sulla condizione dei piccoli che vivono nei 50 Paesi di persecuzione anticristiana. A cominciare da discriminazioni e molestie in ambito scolastico
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Giornata mondiale dell’infanzia, Porte Aperte: i bambini cristiani e il rischio violenze
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In occasione della Giornata internazionale dell’infanzia e dell’adolescenza, che si celebra oggi, 20 novembre, Porte Aperte richiama l’attenzione sulla condizione dei bambini cristiani che vivono nei 50 Paesi in cui i cristiani sono più perseguitati, ricordando che in 1 su 2sono esposti a violenza fisica e sessuale a causa della loro fede. Ma gli busi fisici, evidenziano dalla fondazione, «non sono l’unico strumento usato per vessare questi bambini a causa del loro credo».
Lo confermano i dati contenuti nel report Esclusi, secondo cui nel 100% dei Paesi della World Watch List – vale a dire le 50 nazioni in cui è più pericoloso essere cristiani – i bambini cristiani subiscano discriminazione e molestie all’interno dell’ambito scolastico, sperimentando esclusione e violenza proprio nel luogo che dovrebbe essere per loro il più sicuro. Lo racconta Ashamoni – un nome di fantasia -, 12 anni, del Bangladesh. «Quando vado a scuola – dice -, i miei compagni non si siedono accanto a me perché mi considerano sporca e impura. A volte mi strappano i libri, le penne e lo zaino. Non mi è permesso sedere nei primi banchi: sono sempre sola, relegata in fondo alla classe».
Ancora, stando al report di Porte Aperte, nel 92% dei Paesi analizzati i bambini cristiani subiscono violenza verbale e psicologica. Una pressione che «mina il loro senso di appartenenza e la loro salute mentale». L’isolamento sociale infatti, presente nel 72% dei paesi della ricerca, non è solo una ferita emotiva: può generare depressione, ansia, disturbo da stress post-traumatico e perfino comportamenti autolesionisti. «Soffrire l’esclusione nell’infanzia significa portare cicatrici invisibili ma estremamente profonde per tutta la vita».
Ad aggravare la situazione, il fatto che anche i genitori di questi bambini sono spesso a loro volta vittime di persecuzione anticristiana e si trovano quindi totalmente soli a dover sostenere i propri figli. E le cose non vanno meglio per i tanti giovani che, a seguito della loro decisione di diventare cristiani in un contesto familiare islamico, rischiano l’isolamento attraverso la reclusione domestica forzata: vengono rinchiusi in una stanza o viene loro vietato il contatto con l’esterno. «Gli adulti diventano i quindi i loro persecutori, alimentando nella mente di bambini e adolescenti cristiani un senso di insicurezza e instabilità, rendendoli maggiormente esposti al rischio di matrimoni forzati, o addirittura tratta di esseri umani, adescamento, seduzione mirata e sfruttamento sessuale».
20 novembre 2025
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