La Lazio domina il gioco e la partita col Lecce, ma i pugliesi hanno fatto tremare i romani nei primi minuti, con un gol di Sottil che l’arbitro ha giustamente annullato per un fallo su Isaksen. Dopo, non c’è stata più partita, s’è vista solo la Lazio, salvo una sterile reazione leccese nel secondo tempo.

È al 29’ che i romani mettono le cose in chiaro: all’Olimpico comandiamo noi. Guendouzi in spaccata, e di controbalzo, batte Falcone su un passaggio miracoloso di Basic in precario equilibrio. E i tifosi vedono finalmente Guendouzi sorridere, dopo tante partite affrontate con grinta ma anche con la faccia preoccupata. Gli mancava il gol e Basic l’ha aiutato a ritrovare il piacere di giocare a calcio.

La partita sembrava finita, ma nel secondo tempo Di Francesco ha modificato qualcosa nella sua formazione scatenando una reazione aggressiva che ha portato i giallorossi a avvicinarsi a Provedel con brutte intenzioni, per fortuna innocue. Al 52’ la Lazio crede di poter chiudere definitivamente l’incontro con un gol di Dia che il Var però segnala essere viziato da un fallo dell’attaccante laziale. Due gol annullati, uno per parte, così nessuno ha motivi per rammaricarsi.

Sarri negli ultimi minuti fa entrare Pedro per Isaksen, Patric per Gila e Noslin per Dia, più che altro per perdere tempo e raffreddare la pressione leccese. Noslin, che nelle ultime partite ha giocato pochissimi minuti, decide di mostrare le sue qualità mettendo al 95’ di testa alle spalle di Falcone un pallone dopo essersi liberato di due difensori che tentano di fermarlo.

Non è tutto. Va segnalata anche una precedente azione, al minuto 55, quando il palo complice di Falcone dice due volte no, prima a Marusic e poi a Isaksen.

I biancocelesti vanno a quota 18 punti, un po’ meno lontani dall’Europa. Nel prossimo turno l’ostacolo sarà il Milan. Tocchiamo ferro. (Bruno Cossàr)