Lunedì 24 Novembre 2025 12:11
Contro gli abusi, una cultura del rispetto


Il convegno nel Palazzo Lateranense. Il medico Ferrara: «Tante situazioni provocano un disagio Essere esposti a stress tossico in maniera cronica può avere effetti organici». Pellicanò: «Servizio diocesano, uno spazio di ascolto riservato e accogliente»
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Marco e Sara. Due esperienze separate, eppure accomunate dallo stesso destino. I loro nomi sono di fantasia, ma la loro storia non potrebbe essere più vera. Entrambi, da bambini, hanno subito maltrattamenti e abusi nel contesto familiare. Da quel momento, la loro vita avrebbe potuto spezzarsi per sempre, ma così non è stato. Oggi, lui è un professionista affermato, si è sposato ed è diventato anche papà. Mentre lei, dopo essere stata abbandonata dai suoi genitori ed essersi lasciata alle spalle due fallimenti adottivi, ha trovato finalmente una famiglia e si è laureata. La loro ancora di salvezza è stata la tempestività con cui sono stati presi in carico. Che dimostra come sia possibile uscire dal tunnel degli abusi e ricostruire, passo dopo passo, la propria vita.
Il tema sarà al centro dell’incontro “Rispettare, custodire, generare”, in programma domani, 25 novembre, dalle 14.30 nell’Aula della Conciliazione del Palazzo Lateranense, alla presenza del cardinale vicario Baldo Reina. A seguire, alle 17.30, il porporato presiederà la Messa nella basilica di San Giovanni in Laterano. Un momento di riflessione e di raccoglimento che la diocesi di Roma ha organizzato in occasione della V Giornata nazionale di preghiera per le vittime e i sopravvissuti agli abusi nella Chiesa, celebrata lo scorso 18 novembre. Nel convegno, che sarà moderato da padre Giulio Albanese, direttore dell’Ufficio per le comunicazioni sociali della diocesi di Roma, verrà approfondito dal punto di vista giuridico, medico e della vita consacrata il tema della protezione dei più piccoli e vulnerabili, sull’eco delle parole di Gesù: «Lasciate che i piccoli vengano a me» (Mc 10,14). Alla fine, verrà presentata l’attività del Servizio per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili della diocesi di Roma.
Insieme al cardinale Reina, interverranno Lidia Salerno, presidente del Tribunale per i minorenni di Roma, Pietro Ferrara, ordinario di Pediatria all’Università Campus Bio-Medico e giudice onorario del Tribunale per i minorenni di Roma, e suor Tiziana Merletti, segretario del dicastero per gli Istituti di vita consacrata e le società di vita apostolica. «Una volta – spiega Ferrara a Roma Sette – per abuso e maltrattamento si considerava solamente l’abuso sessuale e il maltrattamento fisico. Oggi invece facciamo molta attenzione anche a tantissime altre situazioni che determinano un disagio fisico e mentale». Tra queste, «i traumi da disastro, la violenza domestica, i bambini che hanno visto la propria madre uccisa dal marito o dal partner, e i figli di coppie ad alta conflittualità». Tutte esperienze, spiega il professore, che «nell’immediato producono problemi di ansia, depressione, difficoltà a integrarsi, calo del rendimento scolastico, disturbi del sonno e del comportamento alimentare». E nel corso degli anni possono generare altri tipi di problemi: «Essere esposti a uno stress tossico in maniera cronica può avere effetti organici sul cervello dei bambini. Da qui i comportamenti eccessivi, aumentati in maniera esponenziale dopo il Covid, come l’abuso di sostanze, i pensieri suicidi e le malattie mentali».
Per questo motivo, sottolinea Ferrara, che incita a considerare gli abusi come «una malattia ad alta complessità», è importantissimo che le vittime vengano prese in carico il prima possibile. Da questo punto di vista, il ruolo dei pediatri può essere decisivo. «Purtroppo – racconta il professore – c’è poca preparazione. Secondo un nostro studio, il 70% dei pediatri in Europa fa meno di cinque ore all’anno di formazione su questo argomento. Da qui le scarse segnalazioni (meno del 5% è la percentuale di pediatri che segnala abusi), che sono causate anche da paure medico-legali. Numeri inaccettabili nel 2025».
Al convegno prenderanno la parola anche Paola Pellicanò, referente del Servizio diocesano per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili, e Cinzia Giordano, responsabile del Centro di ascolto. «Come Servizio diocesano per la tutela dei minori e delle persone vulnerabili – sottolinea Pellicanò – siamo chiamati a essere uno spazio di ascolto aperto, riservato, vigile e accogliente, per le vittime ma anche per chi venga a conoscenza di presunti abusi». Un luogo a cui «chiunque può rivolgersi, ma anche un luogo di formazione e di prevenzione». In questo senso, aggiunge, «l’obiettivo è promuovere una cultura del rispetto che divenga progressivamente mentalità condivisa: anche un solo caso di abuso è troppo! Spesso l’attenzione si concentra sui casi più eclatanti». Tuttavia, conclude, «esistono anche tanti comportamenti e atteggiamenti immaturi o sconvenienti che andrebbero modificati e aiutati da una opportuna educazione al rispetto e alla cura, perché sia sempre salvaguardata la dignità infinita di ogni persona». Specie se fragile e indifesa.
24 novembre 2025
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