Martedì 25 Novembre 2025 09:11
Don Luigi Di Liegro, «mistico e profeta» accanto agli ultimi


Presentata ai Santi Apostoli una raccolta di testi inediti provenienti dall'Archivio storico della Fondazione che ne porta il nome. Reina: la diocesi sta verificando le condizioni per un possibile processo di canonizzazione
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Nel cuore di Roma, nella Sala Immacolata della basilica dei Santi Apostoli, la voce di don Luigi Di Liegro è tornata a farsi ascoltare con una forza sorprendentemente attuale. Ieri pomeriggio, 24 novembre, la presentazione del volume La città giusta. Scritti su esclusione e comunità – raccolta di testi inediti provenienti dall’Archivio storico della Fondazione Di Liegro – non è stata soltanto un appuntamento culturale, ma il riaffiorare di una visione che continua a interrogare la città sul suo modo di guardare gli ultimi.
Gli scritti costituiscono un materiale vasto e prezioso – appunti, conferenze, rassegne stampa, corrispondenza – che documenta l’attenzione appassionata del sacerdote per le grandi questioni sociali del Novecento: dalle migrazioni al disagio mentale, dalla povertà urbana alla tossicodipendenza, dall’emergenza abitativa ai nuovi fenomeni di marginalità. Il volume, edito da Edizioni Lavoro, restituisce «il pensiero vivo» di don Luigi: una visione di comunità che si oppone alla cultura dello scarto e richiama alla responsabilità di costruire una città dove nessuno venga lasciato indietro. Nel solco di questo pensiero si colloca anche l’intervento del vicepresidente della Fondazione, Pierciro Galeone: «Nei testi di don Luigi non c’è pessimismo, ma un costante riferimento alla speranza», virtù teologale che Papa Francesco ha scelto per illuminare il Giubileo. «Si è occupato dei margini con l’idea del centro – ha aggiunto – convinto che l’ingiustizia sfiguri l’anima della città e che la cura dei più fragili sia la via per guarirla».
A tratteggiare l’eredità civile ed ecclesiale di don Luigi è intervenuto Marco Damilano, ricordando il suo ruolo nei momenti più significativi della Chiesa italiana – dal Concilio Vaticano II ai convegni ecclesiali degli anni Settanta – e la sua presenza nei luoghi simbolo della nuova povertà urbana, come il campo della Pantanella, dove nei primi anni Novanta trovarono rifugio centinaia di immigrati sgomberati dal centro storico della Capitale. «All’epoca non c’era tempo per lamentarsi, ma solo per agire», ha osservato il giornalista. Dopo di lui, Francesco Rutelli ha offerto una testimonianza personale, descrivendo don Luigi come un uomo radicale nella sua ricerca di giustizia: «Intransigente, lontano da ogni forma di compromesso, e proprio per questo capace di indicare alla città una direzione chiara ed efficace».
Cuore dell’incontro è stato l’intervento del cardinale vicario Baldo Reina, che ha restituito una lettura spirituale e pastorale della figura di don Di Liegro. Il cardinale ha raccontato di averlo conosciuto da giovane e di essere rimasto colpito dal suo modo di “sporcarsi le mani” e di lasciarsi raggiungere dalla realtà: non un’intuizione teorica, ma «un modo di vivere il Vangelo come storia, come incontro quotidiano con la carne di Cristo» nei poveri, nei baraccati, nei malati di Aids. Per Reina, don Luigi fu «mistico e profeta», capace di attingere da Dio la forza per sostenere gli ultimi senza arrendersi alla sfiducia.
Il vicario ha legato questa eredità ai problemi più brucianti della Capitale – il dilagare delle sostanze stupefacenti, il gioco d’azzardo, l’emergenza abitativa – chiedendo con forza: «Possiamo davvero rimanere inerti? Don Luigi avrebbe agito». La testimonianza del fondatore della Caritas romana, ha sottolineato, «continua a richiamare tutti, a scuotere le coscienze, così come il Vangelo richiede». Reina ha anche rivelato che la diocesi sta verificando le condizioni per un possibile processo di canonizzazione: «Vogliamo che don Luigi abbia il posto che merita. Se sussistono le condizioni per portarlo agli onori degli altari, lo valuteremo con prudenza e giustizia». Una conferma della crescente riconoscenza verso una figura che ha amato profondamente Dio e gli uomini, e che ha vissuto Roma come luogo teologico: spazio in cui fede e città s’intrecciano in un comune cammino di riscatto.
La serata è stata arricchita dalle letture dell’attore Giulio Scarpati e moderata dal giornalista Paolo Conti. Un’occasione preziosa per riportare alla città il messaggio sempre attuale di don Luigi Di Liegro: la costruzione di una «città giusta», fondata sulla dignità e sulla speranza.
25 novembre 2025
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