Martedì 25 Novembre 2025 15:11
Da Amnesty nuove testimonianze sui massacri a El Fasher, Sudan


Raccolte le voci delle persone che sono riuscite a fuggire dopo la caduta della città. Callamard: «Il mondo non deve girarsi dall’altra parte. Gli intervistati hanno descritto orrori inimmaginabili»
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Pestaggi, uccisioni di civili disarmati, rapimenti a scopo di riscatto e stupri di decine di donne e ragazze. Amnesty International ha raccolto nuove testimonianze fornite da persone fuggite da El Fasher, dopo che, il 26 ottobre 2025, i paramilitari delle Forze di supporto rapido (Fsr) hanno conquistato la città dello Stato sudanese del Darfur settentrionale. Le donne sopravvissute, riferisce l’organizzazione, hanno raccontato di essere state sottoposte a violenza sessuale da parte delle Fsr, a volte insieme alle loro figlie. E tutti raccontano che lungo le strade di El Fasher e nelle principali vie d’uscita dalla città giacevano centinaia di cadaveri.
Amnesty ha intervistato 28 persone fuggite dopo la caduta della città, in parte in presenza in Ciad e in parte da remoto. Alcuni infatti sono riusciti a mettersi in salvo a Tawila (a ovest di El Fasher) e a Tina (al confine col Ciad). «Il mondo non deve girarsi dall’altra parte via via che emergono nuovi dettagli sul brutale attacco delle Fsr ad El Fasher. Le persone che abbiamo intervistato ci hanno descritto orrori inimmaginabili – riferisce Agnès Callamard, segretaria generale di Amnesty International -. È doveroso che la Missione di accertamento dei fatti in Sudan, istituita dal Consiglio dei diritti umani delle Nazioni Unite, abbia le risorse necessarie per svolgere fino in fondo il suo mandato e indagare sulle violazioni dei diritti umani nel paese, comprese quelle che stanno avendo luogo a El Fasher – prosegue -. Il Consiglio di sicurezza, che aveva deferito la situazione nel Darfur alla Corte penale internazionale, deve ora assolutamente deferire alla Corte ciò che sta avvenendo in tutto il Sudan».
Intanto l’organizzazione umanitaria si sta rivolgendo agli attori regionali e internazionali – gli stessi Emirati Arabi Uniti, l’Arabia Saudita, il Consiglio di sicurezza, l’Unione europea e i suoi Stati membri, l’Unione africana, l’Autorità intergovernativa sullo sviluppo, il Regno Unito, gli Stati Uniti d’America, la Russia e la Cina – affinché esercitino urgenti pressioni diplomatiche sui capi delle Fsr perché queste pongano fine ai loro attacchi contro i civili, compresa la violenza sessuale contro le donne e le ragazze.
25 novembre 2025
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