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Mercoledì 26 Novembre 2025 10:11

Il “Progetto Persona” passa dalla famiglia



L'incontro a San Pio X. Baturi (Cei): «Appartiene a quella dimensione del vivere che ci costituisce pienamente». Il neuropsichiatra Vicari: «Fondamentale per lo sviluppo dei bambini»

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Ragionare sulla famiglia oggi equivale a ragionare su quanta bellezza caratterizzi questa istituzione sociale ma anche sulle cause della crisi che la interessa. In quest’ottica la parrocchia San Pio X, nel quartiere della Balduina, ha proposto ieri sera, 25 novembre, una riflessione con degli esperti nell’ambito del “Progetto Persona”, sulla centralità e la dignità della persona umana. Aprendo l’incontro, il parroco don Andrea Celli ha dapprima osservato che quello di famiglia «è un concetto tanto caro a ognuno perché ciascuno ne ha fatto esperienza»; ancora, il sacerdote ha considerato come sia importante guardare alla famiglia evitando due «derive»: da un lato «assolutizzarne l’idea come un gruppo sociologico», dall’altro «trattarla in modo ideale, cioè in modo teoricamente corretto ma lontano dal vissuto reale».

incontro sulla famiglia, san pio x, giuseppe baturi, 25 novembre 2025
incontro sulla famiglia, san pio x, stefano vicari, 25 novembre 2025
Giuseppe BaturiAnche l’arcivescovo Giuseppe Baturi, segretario generale della Cei, ha messo in luce che la famiglia «non è solo un’istituzione ma appartiene a quella dimensione del vivere che ci costituisce pienamente e che non può essere separata dalla domanda sull’uomo e su Dio», laddove «la vocazione dell’uomo è l’amore e l’esperienza del matrimonio indica l’esperienza dell’amore più profondo e fecondo». Inoltre il presule ha sottolineato che «la famiglia è l’istituzione che rende più evidente l’incarnazione di Cristo e per questo è chiamata a essere custode di memoria e alla profezia».

Incentrata su dati concreti l’analisi offerta da Stefano Vicari, primario di Neuropsichiatria infantile al Bambino Gesù, che ha riferito che «l’80% degli adolescenti e dei giovani sta bene e solo il 20% è interessato da problemi legati alla salute mentale», sui quali influiscono «2 fattori fondamentali: la capacità o meno di conoscere e riconoscere le proprie emozioni, sapendole gestire serenamente, e l’avere delle relazioni positive e dunque degli amici, degli affetti e il senso di appartenenza a un gruppo». L’esperto ha quindi affermato che «la famiglia non è la causa del disturbo mentale ma sicuramente riveste un ruolo importante perché un bambino impara da subito, molto piccolo, a gestire o meno le proprie emozioni e la frustrazione e occorre che il contesto lo educhi e questo è un tema di grande attualità». Vicari infatti ha spiegato che «mai come in questi anni vedo bambini sregolati che già a 2 o 3 anni sono assolutamente intolleranti alle regole», che sono invece fondamentali e proprie di quel «modello educativo autoritario che ha lasciato spazio a un modello amicale pericolosissimo perché è il modello che annulla il conflitto, di cui il bambino e il ragazzo hanno bisogno per crescere».

Questo ha a che fare «con la fatica del genitore di essere vecchio e di essere della generazione che va superata – sono ancora le parole di Vicari -, così si vedono eterni adultescenti che dovrebbero essere invece testimoni e modelli, perché educare vuole dire testimoniare ma per fare questo bisogna accettare di essere adulti e di essere “altro” rispetto ai ragazzi». Per il neuropsichiatra, in conclusione, «il tema è l’adulto e la sua capacità di essere responsabile», che equivale a «vivere con i figli del tempo di qualità ma anche una quantità adeguata di tempi e momenti, dare delle regole ed educare alla sconfitta, al fatto che si può anche arrivare ultimi».

incontro sulla famiglia, san pio x, gianluigi de palo, 25 novembre 2025
incontro sulla famiglia, san pio x, andrea celli, 25 novembre 2025
Pure Gianluigi De Palo, presidente della Fondazione per la natalità, ha posto l’accento sull’importanza di essere modelli e testimoni per i più giovani, spiegando che «la famiglia, come tutte le cose, non funziona per convincimento» ma per attrazione e che «a smuovere e a farti seguire è il profumo del pane non la conoscenza dei singoli ingredienti», a dire che è importante raccontare e mostrare la famiglia «non come qualcosa di triste, pesante, legata a questioni dottrinali ma come luogo di speranza e di apertura alla Grazia». Questo richiede «un cambio radicale di prospettiva – ha continuato De Palo -: dobbiamo essere pronti a raccontare che è nella complessità che c’è la bellezza e che è più bello che difficile fare famiglia». Ancora, De Palo ha riferito alcuni dati Istat secondo cui «il 75% dei giovani tra gli 11 e i 19 anni desidera il matrimonio e il 70% di loro desidera dei figli, in particolare l’85% tra questi ne desidera almeno 2 o più» ma questo, ha considerato l’esperto, si scontra con la constatazione che «in Italia la nascita di un figlio è la seconda causa di povertà, dove la prima è la perdita del lavoro». Allora, ha concluso De Palo, «dovremmo fare un’alleanza per mettere i giovani nelle condizioni di realizzare i loro sogni all’età che vogliono e questa è una importante questione sociale» perché oggi invece i giovani percepiscono «il futuro come una minaccia».

26 novembre 2025

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