Incontrando i giornalisti, il Papa ha richiamato al tema del rispetto per la dignità di ogni essere umano. Il riferimento al viaggio in Turchia e Libano e l'appello per il cessate il fuoco in Ucraina

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«Bisogna cominciare con la formazione dei giovani, cominciare ad aprire tutti il cuore e dire che ogni persona è un essere umano che merita rispetto per la sua dignità: uomo, donna, tutti». Uscendo dalle Ville pontificie di Castel Gandolfo per fare rientro in Vaticano, ieri sera, 25 novembre, Papa Leone ha risposto alle domande dei giornalisti, indicando la strada da percorrere per contribuire al contrasto della violenza sulle donne. E ha lanciato un grido d’allarme: «Bisogna togliere questa violenza che tante volte affligge anche i ragazzi e cercare la maniera per educarli e formarli ad un’altra mentalità. Bisogna essere persone di pace, che vogliono bene a tutti».

Interpellato quindi sull’ormai imminente viaggio in Turchia e Libano dal 27 novembre al 2 dicembre, ha spiegato che «nasce precisamente per celebrare i 1.700 anni del Concilio di Nicea e la figura di Gesù Cristo. Giorni fa – ha ricordato – ho pubblicato un documento per sottolineare l’importanza dell’unità nella fede, che può essere una fonte di pace per tutto il mondo. Con Bartolomeo – ha continuato – ci siamo già incontrati altre volte, penso che sia un’opportunità eccezionale per promuovere l’unità tra tutti i cristiani». E sul Libano ha aggiunto: «Sono molto contento di poterlo  visitare. Il messaggio sarà una parola di pace, una parola di speranza, specialmente in questo tempo del Giubileo».

Tra i temi affrontati, anche il piano di pace per l’Ucraina. «Grazie a Dio stanno lavorando. Grazie a Dio si stanno avvicinando nel dialogo – le parole di Leone -. Vorrei invitare tutti al cessate il fuoco perché ancora stanno morendo tanti. Bisogna cercare di mettersi insieme a un tavolo e trovare una soluzione – ha esortato -. Abbiamo offerto più volte il Vaticano come mediatore».

26 novembre 2025

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