Sabato 29 Novembre 2025 23:11
“ORNELLA MUTI: UN LIBRO CHE RIVELA LA SUA ANIMA”
A cura di Ilaria Solazzo Mercoledì 26 novembre, una conversazione che resterà nel cuore Mercoledì
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“ORNELLA MUTI: UN LIBRO CHE RIVELA LA SUA ANIMA”
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A cura di Ilaria Solazzo
Mercoledì 26 novembre, una conversazione che resterà nel cuore
Mercoledì 26 novembre 2025, alle 19:00, si è svolto sulla community social Segnalazioni Letterarie (https://www.facebook.com/groups/segnalazioniletterarie/?ref=bookmarks) un incontro che ha lasciato il segno: la conversazione con Ornella Muti ha infatti creato scalpore tra gli oltre 43.000 membri di questa realtà social attiva nelle live da ormai 5 anni, e difficilmente sarà dimenticata. La diretta, condotta dall’editor Giulio Pisano assieme ad Alberto Raffaelli – mente e braccio di questo gruppo che promuove gratis libri & C. sui social –, ha ospitato una delle figure più iconiche del cinema italiano e internazionale, ma non solo per parlare di film e glamour. Quella sera, la Muti ha infatti condiviso con il pubblico la sua verità più profonda, quella che emerge dalle pagine del suo libro, “Questa non è Ornella Muti”, recentemente edito da La Nave di Teseo.

Pisano, personaggio conosciuto nel panorama editoriale per la sua intensa attività redazionale nonché di organizzatore culturale (è imminente la seconda tappa sarda dei Luoghi Letterari, con scrittori che andranno ospiti in piccoli centri scrivendo in cambio dei racconti) e Raffaelli hanno dato vita a un dialogo profondo e autentico. La conversazione, trasmessa oltre che su Segnalazioni Letterarie su molti altri canali social – come la pagina Facebook dello stesso Pisano e il profilo Instagram di Naike Rivelli, figlia dell’attrice –, è diventata ben più di una presentazione di un libro: è stato un vero e proprio attraversamento della vita di una delle donne più emblematiche del nostro tempo.

Una biografia senza filtri
“Questa non è Ornella Muti” non è un semplice mémoire, ma un racconto che abbraccia la complessità della vita, fatta di luci e ombre, slanci e crolli, dolori e rinascite. In un atto di coraggio raro, la Muti ha scelto di raccontarsi senza filtri, aprendo le porte di un mondo che, per anni, è stato protetto agli occhi del pubblico. Un mondo fatto di fama, successi, set cinematografici, ma anche di ferite profonde che risalgono alla sua infanzia, quando a soli quattro anni fu lasciata dalla madre in Svizzera, in un ospedale, convinta che non l’avrebbe mai più rivista.
Quel trauma, la separazione dalla genitrice, è una delle cicatrici più dolorose della sua vita, un’esperienza che ne ha segnato per sempre l’anima e ha attraversato tutta la sua carriera, costituendo così un tema ricorrente nel libro, che esplora il rapporto con la madre, la solitudine e la paura dell’abbandono, ma anche la forza di ricostruirsi, di rinascere ogni volta, come una fenice che emerge dalle sue ceneri.
Quel trauma, la separazione dalla genitrice, è una delle cicatrici più dolorose della sua vita, un’esperienza che ne ha segnato per sempre l’anima e ha attraversato tutta la sua carriera, costituendo così un tema ricorrente nel libro, che esplora il rapporto con la madre, la solitudine e la paura dell’abbandono, ma anche la forza di ricostruirsi, di rinascere ogni volta, come una fenice che emerge dalle sue ceneri.
Il cinema come paesaggio interiore
Durante l’intervista Ornella Muti ha rivelato come la sua carriera cinematografica non sia stata solo un viaggio tra i set e le luci della ribalta, ma una continua esplorazione di sé. “Il cinema non è solo un mestiere, è una forma di vita”, ha detto l’attrice. Gli incontri con registi che hanno scritto la storia del cinema, come Mario Monicelli, Dino Risi, John Landis e Woody Allen, sono diventati per lei non solo fonti di aneddoti da raccontare: hanno rappresentato paesaggi interiori, che hanno influenzato e modellato la sua crescita personale e professionale. E gli attori con cui ha lavorato, da Marcello Mastroianni a Ben Kingsley, appaiono come compagni di viaggio, con cui ha condiviso non solo il lavoro, ma anche la scoperta della sua vera essenza.
E tuttavia non sono solo i film a risaltare in questa conversazione. Anche i momenti più scintillanti della sua carriera – gli abiti di Valentino, le serate agli Oscar, i riflettori puntati su di lei – vengono descritti con una sorprendente sincerità, come specchi che riflettono ciò che resta quando la luce del pubblico si spegne: una persona, con le sue fragilità, le sue incertezze, le sue cicatrici. In quella persona c’è Francesca, la bambina lasciata in Svizzera, che ancora oggi vive nel cuore di Ornella, come una presenza che non se ne va mai del tutto.
E tuttavia non sono solo i film a risaltare in questa conversazione. Anche i momenti più scintillanti della sua carriera – gli abiti di Valentino, le serate agli Oscar, i riflettori puntati su di lei – vengono descritti con una sorprendente sincerità, come specchi che riflettono ciò che resta quando la luce del pubblico si spegne: una persona, con le sue fragilità, le sue incertezze, le sue cicatrici. In quella persona c’è Francesca, la bambina lasciata in Svizzera, che ancora oggi vive nel cuore di Ornella, come una presenza che non se ne va mai del tutto.
La verità di una donna che ha imparato a ricostruirsi
In “Questa non è Ornella Muti” l’attrice non parla solo dei suoi successi, ma anche dei suoi crolli, delle sue battaglie interiori e delle difficoltà che ha affrontato nel tentativo di preservare la propria libertà e la propria identità. La sua vita è una continua risalita, un cammino a ostacoli, in cui ogni passo verso la libertà ha un prezzo altissimo. La Muti racconta le sue ossessioni, le sue paure e le sue rinascite come un’opera in progress, un racconto che si costruisce continuamente, tra luci e ombre.
Ed è proprio questa forza di ricostruzione che l’ha resa un’icona, non solo del cinema, ma anche della vita. Un esempio di resilienza, di come una persona possa, nonostante tutto, rivedere e reimpostare se stessa, imparando a vivere con le proprie cicatrici e guardare avanti, senza mai rinunciare alla speranza.
In “Questa non è Ornella Muti” l’attrice non parla solo dei suoi successi, ma anche dei suoi crolli, delle sue battaglie interiori e delle difficoltà che ha affrontato nel tentativo di preservare la propria libertà e la propria identità. La sua vita è una continua risalita, un cammino a ostacoli, in cui ogni passo verso la libertà ha un prezzo altissimo. La Muti racconta le sue ossessioni, le sue paure e le sue rinascite come un’opera in progress, un racconto che si costruisce continuamente, tra luci e ombre.
Ed è proprio questa forza di ricostruzione che l’ha resa un’icona, non solo del cinema, ma anche della vita. Un esempio di resilienza, di come una persona possa, nonostante tutto, rivedere e reimpostare se stessa, imparando a vivere con le proprie cicatrici e guardare avanti, senza mai rinunciare alla speranza.
Un incontro che va oltre le parole
Per aver fatto luce su questi aspetti l’incontro su Segnalazioni Letterarie di mercoledì 26 novembre non è stato soltanto una conversazione su un libro. È stato un viaggio nella verità, una discesa e riemersione nelle pieghe più intime di una vita che pochi hanno avuto il coraggio di narrare con tanta sincerità. “Questa non è Ornella Muti” è un libro che non racconta solo la storia di un’attrice, ma quella di una donna che ha affrontato le sfide della vita con dignità e forza, superando le difficoltà e aprendosi agli altri come mai prima.
Giulio Pisano, Alberto Raffaelli e Ornella Muti hanno saputo trasmettere al pubblico, in un dialogo che ha sfiorato le corde più profonde dell’animo umano, la bellezza di raccontarsi senza veli, di abbracciare la propria essenza sincera, anche quando essa è complessa e dolorosa. Un incontro che ha mostrato come la cultura, il cinema, la letteratura e la vita stessa possano intrecciarsi in uno storytelling davanti a una webcam che, detto da chi l’ha vissuto, lascia una traccia indelebile.
Per aver fatto luce su questi aspetti l’incontro su Segnalazioni Letterarie di mercoledì 26 novembre non è stato soltanto una conversazione su un libro. È stato un viaggio nella verità, una discesa e riemersione nelle pieghe più intime di una vita che pochi hanno avuto il coraggio di narrare con tanta sincerità. “Questa non è Ornella Muti” è un libro che non racconta solo la storia di un’attrice, ma quella di una donna che ha affrontato le sfide della vita con dignità e forza, superando le difficoltà e aprendosi agli altri come mai prima.
Giulio Pisano, Alberto Raffaelli e Ornella Muti hanno saputo trasmettere al pubblico, in un dialogo che ha sfiorato le corde più profonde dell’animo umano, la bellezza di raccontarsi senza veli, di abbracciare la propria essenza sincera, anche quando essa è complessa e dolorosa. Un incontro che ha mostrato come la cultura, il cinema, la letteratura e la vita stessa possano intrecciarsi in uno storytelling davanti a una webcam che, detto da chi l’ha vissuto, lascia una traccia indelebile.
Perché certi racconti non tornano mai più
La serata di mercoledì non è stata perciò solo un’opportunità per conoscere meglio Ornella Muti, ma un’occasione per riflettere sulla potenza della narrazione autentica. “Certe storie, raccontate da chi le ha vissute davvero, non si ripeteranno mai più”, potrebbe essere secondo Alberto Raffaelli lo slogan ricavabile da quanto detto durante la conversazione, destinata a restare un esempio e un modello per le interviste social, sia per il prestigio dell’ospite che per le modalità con cui è stata condotta.
Non va persa l’occasione di scoprire “Questa non è Ornella Muti”, un libro che ha la forza di cambiare la nostra percezione della diva, ma soprattutto della donna che c’è dietro quel nome. Un racconto di verità, forza e bellezza che della Muti segue le trasformazioni e le rinascite, testimonianze di resilienza e fedeltà al proprio essere.
La serata di mercoledì non è stata perciò solo un’opportunità per conoscere meglio Ornella Muti, ma un’occasione per riflettere sulla potenza della narrazione autentica. “Certe storie, raccontate da chi le ha vissute davvero, non si ripeteranno mai più”, potrebbe essere secondo Alberto Raffaelli lo slogan ricavabile da quanto detto durante la conversazione, destinata a restare un esempio e un modello per le interviste social, sia per il prestigio dell’ospite che per le modalità con cui è stata condotta.
Non va persa l’occasione di scoprire “Questa non è Ornella Muti”, un libro che ha la forza di cambiare la nostra percezione della diva, ma soprattutto della donna che c’è dietro quel nome. Un racconto di verità, forza e bellezza che della Muti segue le trasformazioni e le rinascite, testimonianze di resilienza e fedeltà al proprio essere.

Cinque domande…al volo
Dottor Raffaelli, com’è stato per Lei condurre un’intervista con una figura così iconica come Ornella Muti? Cosa ha provato nel dialogare con una persona che ha segnato la storia del cinema?
Premesso che tutto quello che dirò in questa sede vale per il sottoscritto, ma ho motivo di pensare che anche Giulio Pisano abbia provato le medesime vibrazioni, intervistare Ornella Muti è stato, senza dubbio, un privilegio straordinario. Non solo per il suo status leggendario nel panorama cinematografico, ma soprattutto per la persona che è. Durante l’intervista ho avuto la sensazione di trovarmi di fronte a una donna che ha attraversato e vissuto molteplici dimensioni della vita: la fama, il successo, ma anche il dolore e la solitudine, il tutto in una dimensione però profondamente umana. L’incontro con una persona del suo calibro è stato emozionante proprio per la sua profondità e sincerità, la sua vicinanza. Mi ha colpito poi la capacità di raccontarsi senza veli, di confidarsi al pubblico in modo autentico, senza mai nascondere la propria vulnerabilità.
Durante l’intervista Ornella Muti ha condiviso aspetti molto intimi e personali della sua vita. Come ha vissuto questo momento di apertura e vulnerabilità da parte di una persona tanto amata dal pubblico? Ha avuto qualche emozione particolare mentre ascoltava la sua storia?
Le sue parole mi hanno profondamente colpito. Ho sentito una grande responsabilità nel gestire una conversazione che andava ben oltre l’aspetto professionale o glamour della sua carriera. Quando Ornella ha parlato delle sue ferite più intime, come l’abbandono da parte della madre, ho provato una forte empatia e un senso di rispetto. Quella sua confessione, così rara e coraggiosa, mi ha emozionato e mi ha fatto riflettere sulla forza di una persona che riesce a mettersi a nudo per condividere una parte così profonda di sé. È stata una lezione di umanità e coraggio.
Le sue parole mi hanno profondamente colpito. Ho sentito una grande responsabilità nel gestire una conversazione che andava ben oltre l’aspetto professionale o glamour della sua carriera. Quando Ornella ha parlato delle sue ferite più intime, come l’abbandono da parte della madre, ho provato una forte empatia e un senso di rispetto. Quella sua confessione, così rara e coraggiosa, mi ha emozionato e mi ha fatto riflettere sulla forza di una persona che riesce a mettersi a nudo per condividere una parte così profonda di sé. È stata una lezione di umanità e coraggio.
Nel corso dell’incontro la Muti ha parlato molto della sua infanzia e delle cicatrici emotive che l’hanno accompagnata nel corso della vita. Come ha reagito, dal punto di vista emotivo e umano, a queste rivelazioni così profonde? È cambiato in qualche modo il suo punto di vista su di lei?
Sicuramente. Sentire Ornella parlare della propria infanzia e della ferita che ha segnato il suo cuore è stato un momento molto intenso. La sua tenera età segnata dall’abbandono ha avuto un impatto duraturo su di lei, e questo è emerso con grande forza durante l’intervista. Non si trattava di un racconto da diva, ma di una testimonianza di vita autentica. Ciò ha arricchito ancora di più la mia visione di Ornella Muti, portandomi a vedere non solo l’attrice di successo, ma la donna che ha affrontato il dolore, la solitudine e la rinascita, in un continuo processo di ricostruzione. È una persona che, nonostante la fama e il successo, ha dovuto combattere le sue battaglie interiori, e questo la rende ancora più straordinaria.
Sicuramente. Sentire Ornella parlare della propria infanzia e della ferita che ha segnato il suo cuore è stato un momento molto intenso. La sua tenera età segnata dall’abbandono ha avuto un impatto duraturo su di lei, e questo è emerso con grande forza durante l’intervista. Non si trattava di un racconto da diva, ma di una testimonianza di vita autentica. Ciò ha arricchito ancora di più la mia visione di Ornella Muti, portandomi a vedere non solo l’attrice di successo, ma la donna che ha affrontato il dolore, la solitudine e la rinascita, in un continuo processo di ricostruzione. È una persona che, nonostante la fama e il successo, ha dovuto combattere le sue battaglie interiori, e questo la rende ancora più straordinaria.
Cosa l’ha colpita di più di Ornella Muti come persona, al di là della sua carriera cinematografica? C’è stato un momento in particolare che l’ha impressionata durante la conversazione, qualcosa che non si aspettava di scoprire?
Ciò che mi ha colpito maggiormente è stata la sua incredibile umanità. Ornella Muti non è solo un’icona del cinema, ma una donna che ha saputo affrontare la vita con una forza e una resilienza straordinarie. Non mi aspettavo di sentire una narrazione così sincera, lontana dalle solite storie patinate che spesso circondano le star. In particolare, quando ha parlato di come il cinema non fosse solo una carriera, ma una vera e propria forma di vita per lei, ho capito quanto il suo lavoro sia stato, per così dire, una “vocazione” più che una professione. Questo mi ha fatto riflettere sulla passione che anima le persone che raggiungono vette altissime nel loro campo.
Ora che il libro “Questa non è Ornella Muti” è stato presentato e la Muti ha condiviso con il pubblico una parte così personale della sua vita, quale pensa che possa essere l’impatto emotivo che questo testo avrà sui lettori? Cosa spera che il pubblico comprenda leggendo le sue parole?
Credo che il libro avrà un impatto molto forte, soprattutto su coloro che ammirano Ornella Muti solo per la sua immagine pubblica. “Questa non è Ornella Muti” offre un’altra prospettiva, una visione di lei che va ben oltre i riflettori e la fama. Mi aspetto che i lettori, leggendo la sua storia, possano non solo conoscere meglio la persona dietro l’icona, ma anche comprendere la complessità di chi è e ciò che ha vissuto. Ornella, con grande coraggio, ha deciso di raccontare la propria verità, anche nei momenti più dolorosi, e credo che questo possa essere un messaggio potente per chiunque abbia mai affrontato difficoltà nella vita. Spero che il pubblico comprenda, attraverso il suo libro, l’importanza di accettarsi e di ricostruirsi, nonostante le cicatrici che ciascuno di noi porta dentro di sé.
Credo che il libro avrà un impatto molto forte, soprattutto su coloro che ammirano Ornella Muti solo per la sua immagine pubblica. “Questa non è Ornella Muti” offre un’altra prospettiva, una visione di lei che va ben oltre i riflettori e la fama. Mi aspetto che i lettori, leggendo la sua storia, possano non solo conoscere meglio la persona dietro l’icona, ma anche comprendere la complessità di chi è e ciò che ha vissuto. Ornella, con grande coraggio, ha deciso di raccontare la propria verità, anche nei momenti più dolorosi, e credo che questo possa essere un messaggio potente per chiunque abbia mai affrontato difficoltà nella vita. Spero che il pubblico comprenda, attraverso il suo libro, l’importanza di accettarsi e di ricostruirsi, nonostante le cicatrici che ciascuno di noi porta dentro di sé.

“Questa non è Ornella Muti” non è solo un libro, è una porta che si apre su un’anima sincera, capace di guardare la vita con occhi che hanno visto tanto, ma che non hanno mai smesso di cercare la luce. Le parole di Ornella Muti ci invitano a riscoprire la bellezza delle cadute e la forza di chi, ogni volta, sa rialzarsi. Un racconto che è poesia, verità e libertà. Non lasciatevelo scappare: ogni pagina è un passo dentro un viaggio che non dimenticherete mai.

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