Lunedì 1 Dicembre 2025 13:12
Morto Nicola Pietrangeli, icona del tennis italiano


Aveva 92 anni. Capitano della Davis vinta nel 1976, è stato il primo italiano a vincere uno Slam, nel 1959. 67 i titolo conquistati in carriera. Celli (Assemblea capitolina): «Grazie di tutto, campione»
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È morto all’età di 92 anni Nicola Pietrangeli, icona del tennis italiano e non solo. Nato a Tunisi l’11 settembre 1933, fra il 1957 e il 1964 è stato considerato tra i 10 migliori tennisti al mondo. Arrivato al numero 3 in classifica, ha vinto due volte lo Slam di Parigi (1959 e 1960), collezionando anche tre successi al torneo di Monte Carlo e due agli Internazionali d’ItaliaPrimo italiano a vincere uno Slam, nel 1959, al Roland Garros, in carriera ha conquistato 67 titoli. È ancora oggi il primatista mondiale di tutti i tempi in Coppa Davis per partite giocate (164), incontri vinti in singolare e in doppio. Nel 1960 e nel 1961 ha raggiunto la finale della manifestazione, mentre da capitano ha guidato l’Italia alla prima storica conquista del trofeo, nel 1976 in Cile.
«Salutiamo con profondo dolore una leggenda del tennis e dell’Italia – dichiara da Roma la presidente dell’Assemblea capitolina Svetlana Celli -. Con Nicola Pietrangeli va via un pezzo della nostra storia sportiva, del nostro orgoglio nazionale. Non è stato soltanto un campione. Èstato un simbolo di passione, dedizione e dignità, capace di far grande l’Italia sui campi da tennis e di far innamorare intere generazioni di questo sport, che ancora oggi ci regala emozioni indimenticabili. Alla sua famiglia va il mio abbraccio più sincero. Grazie di tutto, campione».
Anche il ministro per lo Sport e i giovani Andrea Abodi parla di «giorno triste per l’Italia. Ci lascia una leggenda. La sua storia, i suoi successi e il suo stile hanno segnato generazioni di appassionati, contribuendo in modo indelebile alla crescita e alla diffusione di questa meravigliosa disciplina nella nostra nazione». Nelle parole del ministro, «è difficile saper coniugare la grandezza dello sportivo con la semplicità dell’uomo, per certi versi un rivoluzionario che ha scritto la storia del tennis italiano. Ecco Nicola era proprio questo. Ma soprattutto – aggiunge – ci lascia un amico, una persona schietta che ha combattuto intensamente e che ci regala un’eredità immensa, non solo sportiva, ma culturale e valoriale. Sono certo che il suo esempio continuerà a vivere nei nostri ricordi e nel futuro dello sport».
Oggi, afferma il presidente della Federazione italiana tennis e padel Angelo Binaghi, «il tennis italiano perde il suo simbolo più grande, e io perdo un amico». Nicola, spiega, «non è stato soltanto un campione: è stato il primo a insegnarci cosa volesse dire vincere davvero, dentro e fuori dal campo. È stato il punto di partenza di tutto quello che il nostro tennis è diventato. Con lui abbiamo capito che anche noi potevamo competere con il mondo, che sognare in grande non era più un azzardo». Poi un ricordo che ha un tono personale: «Quando si parla di Nicola, si pensa subito ai record, alle Coppe Davis, ai titoli e ai trionfi che resteranno per sempre nella nostra storia. Ma la verità è che Nicola era molto di più. Era un modo di essere. Con la sua ironia tagliente, il suo spirito libero, la sua voglia inesauribile di vivere e di scherzare, riusciva a rendere il tennis qualcosa di umano, di vero, di profondamente italiano».
1° dicembre 2025
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