Martedì 2 Dicembre 2025 15:12
Leone: «Le armi uccidono. Scegliamo la via della pace»


L'appello del Papa nella cerimonia di congedo dal Libano, all'aeroporto di Beirut. «Lasciare questa terra è portarvi nel cuore. Andremo avanti insieme e speriamo di coinvolgere in questo spirito di fraternità tutto il Medio Oriente»
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È partito da Beirut alle 13.48 – ora locale -, Papa Leone XIV, alla volta di Roma, dove l’arrivo è previsto per le 16.10. «Siete forti come i cedri, gli alberi delle vostre belle montagne, e pieni di frutti come gli ulivi che crescono in pianura, nel sud e vicino al mare», è l’omaggio rivolto al popolo che lo ha accolto, nel suo ultimo discorso dall’aeroporto. «Saluto tutte le regioni che non è stato possibile visitare – ha detto -. Tripoli e il nord, la Beqa’ e il sud del Paese, che, in modo particolare, vive una situazione di conflitto e di incertezza. A tutti il mio abbraccio e il mio augurio di pace». Quindi l’appello: «Cessino gli attacchi e le ostilità. Nessuno creda più che la lotta armata porti qualche beneficio. Le armi uccidono, la trattativa, la mediazione e il dialogo edificano. Scegliamo tutti la pace come via, non soltanto come meta! Ricordiamo quanto vi disse san Giovanni Paolo II: il Libano, più che un Paese, è un messaggio! Impariamo a lavorare insieme e a sperare insieme, perché così sia».
Un congedo carico di affetto, quello del pontefice. «In Libano stare insieme è contagioso: ho trovato qui un popolo che non ama l’isolamento, ma l’incontro – le sue parole -. Se arrivare significava entrare con delicatezza nella vostra cultura, lasciare questa terra è portarvi nel cuore. Noi non ci lasciamo, ma essendoci incontrati andremo avanti insieme – ha assicurato -. E speriamo di coinvolgere in questo spirito di fraternità e di impegno per la pace tutto il Medio Oriente, anche chi oggi si considera nemico».
E ancora: «Sono grato dei giorni trascorsi con voi e mi rallegro aver potuto realizzare il desiderio del mio amato predecessore, Papa Francesco, che tanto avrebbe voluto essere qui», ha proseguito il Papa, sottolineando che Bergoglio «in realtà è con noi, cammina con noi insieme ad altri testimoni del Vangelo che ci attendono nell’abbraccio eterno di Dio: siamo eredi di ciò che hanno creduto, della fede, della speranza e dell’amore che li hanno animati».
Ripercorrendo brevemente le tappe del suo viaggio, Prevost ha ricordato la grande venerazione per la Vergine Maria, «tanto cara sia ai cristiani sia ai mussulmani», ha sottolineato. «Ho pregato alla tomba di san Charbel, percependo le profonde radici spirituali di questo Paese: quanta linfa dalla vostra storia può sostenere il difficile cammino verso il futuro! Mi ha toccato il cuore la breve visita al porto di Beirut, dove l’esplosione ha devastato non soltanto un luogo, ma tante vite. Ho pregato per tutte le vittime e porto con me il dolore e la sete di verità e di giustizia di tante famiglie, di un intero Paese. Ho incontrato, in questi pochi giorni, molti volti e stretto tante mani, ricevendo da questo contatto fisico e interiore un’energia di speranza».
Nel luogo della doppia esplosione del 4 agosto 2020 al porto della Capitale libanese – la più grande non nucleare della storia, che ha provocato 220 morti -, il Papa si era fermato solo poche ore prima, pregando in silenzio. Ad accoglierlo, il primo ministro. Ha deposto una corona di fiori ai piedi del monumento che commemora le vittime e ha acceso una candela, benedicendo poi il luogo, prima di salutare alcuni parenti delle vittime e alcuni sopravvissuti. Nell’area, ancora ben visibili i segni della tragedia, della quale ancora non si conoscono le cause e per la quale il popolo libanese non smette di chiedere giustizia.
Al termine della Cerimonia di congedo, il Papa è salito a bordo di un A320neo di ITA Airways, quindi ha fatto pervenire al presidente della Repubblica del Libano Joseph Aoun un telegramma in inglese. «Tornando a Roma a conclusione del mio viaggio apostolico – si legge nel testo -, desidero esprimere ancora una volta il mio profondo sentimento di gratitudine a Sua Eccellenza, alle autorità e al popolo del Libano, per la calorosa accoglienza e la gentile ospitalità mostrata durante la mia visita. Assicurando le mie continue preghiere per la pace, l’unità e la prosperità della nazione, volentieri invoco su tutti voi l’abbondanza delle benedizioni divine».
2 dicembre 2025
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