Lunedì 17 Novembre 2025 13:11
Carlo Verdone sindaco per un giorno
Roma celebra il suo 75enne “principe della romanità” Una giornata che unisce cinema, storia, politica e affetto cittadino: lunedì 17 novembre 2025, nel giorno del suo 75º compleanno, Carlo Verdone indossa la fascia tricolore e diventa “sindaco per un giorno” della sua Roma. Un rito simbolico, ma che porta con sé una forte connotazione di…
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Roma celebra il suo 75enne “principe della romanità”
Una giornata che unisce cinema, storia, politica e affetto cittadino: lunedì 17 novembre 2025, nel giorno del suo 75º compleanno, Carlo Verdone indossa la fascia tricolore e diventa “sindaco per un giorno” della sua Roma. Un rito simbolico, ma che porta con sé una forte connotazione di riconoscimento pubblico per un artista la cui carriera cinematografica è intrecciata indissolubilmente con la capitale.
L’idea è nata nel Campidoglio: il sindaco Roberto Gualtieri, parlando pubblicamente, ha annunciato che avrebbe voluto dedicare a Verdone un momento speciale per il suo compleanno. Così, in segno di stima e affetto, ha proposto che l’attore e regista guidasse idealmente la città per un giorno — proprio come capitò ad Alberto Sordi nel giugno del 2000 per i suoi 80 anni. Verdone non ha esitato ad accettare, visibilmente commosso da un gesto che sa di gratitudine e memoria viva.
Alle 10.30, come previsto nel palinsesto della giornata, il “sindaco per un giorno” arriva a Palazzo Senatorio, accolto da Gualtieri e dalla banda della Polizia Locale. Per suggellare il momento, la banda esegue la colonna sonora di Un sacco bello, capolavoro giovanile della filmografia di Verdone: un tributo che unisce la musica di Ennio Morricone con l’identità romana dell’attore.

Dopo il saluto al Campidoglio, Verdone presiede una seduta straordinaria della Giunta Capitolina nella storica “Sala delle Bandiere”. Qui vengono approvate alcune memorie: segnale, dicono gli organizzatori, non di un potere reale ma di un’impronta simbolica di partecipazione alla vita della città.
Questo momento istituzionale aprirà a una giornata in “tour per Roma”, insieme a Gualtieri, con tappa nelle periferie. Primo stop: Villa Gordiani, dove viene inaugurata un’area ludica per bambini in via Olevano Romano. Un gesto concreto, che risuona come un richiamo alla responsabilità sociale, soprattutto nelle zone che più risentono delle disuguaglianze urbane.
Proseguono poi le visite nei quartieri: sopralluoghi in un cantiere per la riqualificazione della rete fognaria a Tragliatella, incontro coi cittadini in via Zubiena e un pranzo al centro anziani di La Storta, in un clima di dialogo e ascolto.
Verdone non è solo ospite d’onore di una giornata istituzionale, ma porta con sé una visione personale su Roma e la cultura. Intervistato nelle settimane precedenti, l’attore ha detto che se potesse essere ministro della Cultura per un giorno istituirebbe un mercatino domenicale delle pulci di libri, dischi e oggetti culturali fra Via Veneto e Villa Borghese. Idee semplici, ma efficaci, che parlano di recupero, cultura popolare e spazio di aggregazione.
In più, Verdone non nasconde la sua passione per le periferie: «C’è tanto da fare», ha affermato nelle sue dichiarazioni, sottolineando che il suo “mandato simbolico” non poteva non includere le zone più trascurate della città.
La giornata si chiude con un momento solenne: in Aula Giulio Cesare, nell’Assemblea Capitolina, Verdone tiene un breve intervento, che mischia ironia, ricordi personali e amore per Roma. Poi riceve la Lupa Capitolina, la più alta onorificenza della città. Un riconoscimento che va oltre il gesto simbolico: è un grazie pubblico di Roma a un figlio artistico che l’ha raccontata, criticata, amata in decenni di cinema.

Quello di Verdone non è un caso isolato: il precedente illustre è quello di Alberto Sordi, che nel 2000 fu nominato sindaco per un giorno per il suo ottantesimo compleanno. La somiglianza non è casuale: Sordi e Verdone condividono una Romanità sincera, costruita nel tempo con battute, personaggi tragici e comici, ma sempre profondamente legati alla città eterna.
Al di là dell’aspetto celebrazione, l’evento ha un significato più profondo. Da un lato, è un tributo all’arte e al cinema come forma di racconto della città – Roma raccontata da chi la vive e la interpreta. Dall’altro, è un momento di partecipazione civica in cui un attore diventa simbolicamente la voce dei cittadini, soprattutto delle periferie.
Per Verdone, la nomina è qualcosa di più che un onore: è un’occasione per concretizzare alcuni suoi sogni, per incontrare cittadini, ascoltare storie, parlare di cultura e di periferie. È anche un gesto che ricorda quanto il cinema possa essere veicolo di identità, memoria e impegno sociale.

Quando, a fine giornata, Verdone restituirà la fascia a Gualtieri, restituirà anche un pezzo di narrazione romana. Ma non lascerà soltanto un ricordo effimero: le memorie approvate, i sopralluoghi, il dialogo con i cittadini sono elementi che possono lasciare tracce reali nella città.
In un momento in cui la politica si fa spesso distante dai cittadini, la scelta di invitare una personalità culturale amata come Verdone a “governare” simbolicamente Roma per un giorno è un segnale di riconciliazione: tra la cultura e le istituzioni, tra l’arte e il popolo, tra la Romanità popolare e la Roma delle istituzioni.
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