Mercoledì 3 Dicembre 2025 12:12
Il Papa: «Una pace sostenibile è possibile»


Sul volo di ritorno dal Libano in Italia, Leone XIV ha risposto alle domande dei giornalisti. In primo piano, le tensioni internazionali e il ruolo della Santa Sede, «dietro le quinte». Per l'Ucraina, «Europa e Italia hanno un ruolo importante»
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«Penso che quando parliamo di speranza, quando parliamo di pace, quando guardiamo al futuro, lo facciamo perché è possibile che la pace ancora una volta giunga nella regione e giunga in Libano». Papa Leone lo ha affermato ieri sera, 2 novembre, rispondendo alle domande dei giornalisti sul volo di ritorno dal Libano in Italia. In Medio Oriente «una pace sostenibile è possibile», sono le sue parole, riferite da Vatican News.
Ai giornalisti che lo hanno seguito nel suo primo viaggio apostolico, iniziato il 27 novembre in Turchia, il pontefice ha ricordato le conversazioni già avute con alcuni leader di vari Paesi «e intendo continuare a farlo – ha assicurato -, personalmente o attraverso la Santa Sede, perché il fatto è che abbiamo relazioni diplomatiche con la maggioranza dei Paesi nella regione, e sarebbe la nostra speranza certamente continuare a elevare questa chiamata alla pace». E a proposito del ruolo di mediazione della Santa Sede ha aggiunto: «Il nostro lavoro principalmente non è una cosa pubblica che dichiariamo per le strade, è un po’ dietro le quinte. È una cosa che già abbiamo fatto e continueremo a fare per convincere le parti a lasciare le armi, la violenza, e venire insieme al tavolo di dialogo. A cercare risposte e soluzioni che non sono violente ma che possono essere più efficaci».
Al centro della conferenza stampa in aereo, oltre al Medio Oriente, anche il fronte ucraino – russo e il rischio di una possibile escalation nella tensione tra la Nato e Mosca. «La Santa Sede non ha una partecipazione diretta, perché non siamo membri della Nato e di tutti i dialoghi che si sono svolti finora – ha osservato Leone XIV -. È una guerra con tanti aspetti adesso, anche con l’aumento delle armi, i cyber attacchi, l’energia», riferisce Vatican News. In più, ad aggravare le cose c’è l’arrivo dell’inverno, «un problema serio lì».
Per il pontefice, «è evidente che, da una parte, il presidente degli Stati Uniti pensa di poter promuovere un piano di pace che vorrebbe fare e che, almeno in un primo momento, è senza Europa. Però la presenza dell’Europa è importante e quella prima proposta di piano è stata modificata anche per quello che l’Europa stava dicendo. Specificamente – ha aggiunto – penso che il ruolo dell’Italia potrebbe essere molto importante. Culturalmente e storicamente, è importante la capacità che ha l’Italia di essere intermediaria in mezzo a un conflitto che esiste fra diverse parti. Anche Ucraina, Russia, Stati Uniti… In questo senso io potrei suggerire che la Santa Sede possa incoraggiare questo tipo di mediazione e si cerchi e cerchiamo insieme una soluzione che veramente potrebbe offrire pace, una giusta pace, in questo caso in Ucraina».
Interpellato poi sul piano personale, sul suo modo di essere Papa, Leone ha confidato che «giusto uno o due anni fa ho pensato di andare in pensione un giorno. Mi sono arreso quando ho visto come stavano andando le cose e ho detto che questo sarebbe potuto diventare reale. Ho fatto un respiro profondo, ho detto: eccoci qua Signore, il capo sei tu, tu guidi la strada». H ricordato anche l’incontro con una giornalista, il giorno prima di essere eletto in Conclave, mentre stava andando a pranzo dagli Agostiniani. «Mi ha chiesto: “Lei è diventato uno dei candidati! Cosa ne pensa?”. E semplicemente ho risposto: “Ogni cosa è nelle mani di Dio’”. E io lo credo profondamente».
Ancora, a chi gli chiedeva consiglio su un libro da leggere – oltre alle opere di sant’Agostino – per capire meglio la sua spiritualità ha indicato “La pratica della presenza di Dio”, «un libro davvero semplice, di qualcuno che non firma neanche con il suo cognome, fratel Lawrence, scritto molti anni fa. Ma descrive un tipo di preghiera e spiritualità con cui uno semplicemente dona la sua vita al Signore e permette al Signore di guidarlo. Se volete sapere qualcosa su di me, di quella che è stata la mia spiritualità per molti anni, in mezzo a grandi sfide, vivendo in Perù durante gli anni del terrorismo, essendo chiamato al servizio in posti in cui mai avrei pensato che sarei stato chiamato a servire. Io confido in Dio e questo messaggio è qualcosa che condivido con tutte le persone».
In quanto ai prossimi viaggi, «di sicuro non c’è niente. Spero di realizzare un viaggio in Africa. Sarebbe possibilmente il prossimo viaggio», ha detto ai giornalisti. «Personalmente – ha aggiunto – spero di andare in Algeria per visitare i luoghi di sant’Agostino, ma anche per poter continuare il discorso di dialogo, di costruzione di ponti fra il mondo cristiano e il mondo musulmano. Già nel passato, in un’altra veste, ho avuto l’opportunità di parlare su questo tema. È interessante, la figura sant’Agostino aiuta molto come ponte perché in Algeria è molto rispettato come figlio della patria. Quello è uno. Poi c’è qualche altro Paese ma stiamo lavorando». Quindi ha aggiunto: «Evidentemente mi piacerebbe tanto visitare l’America Latina, Argentina e Uruguay che stanno aspettando la visita del Papa. In Perù, penso che mi riceveranno, e se vado in Perù anche tanti Paesi vicini, ma il progetto ancora non è definito».
3 dicembre 2025
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