Mercoledì 3 Dicembre 2025 17:12
???? La finanza araba conquista la Capitale
???? Roma è tornata sotto la lente internazionale del capitale del Golfo. Negli ultimi mesi, un intreccio di investimenti – immobiliari, urbanistici, sportivi – ha ricominciato ad accendere l’interesse del fondo sovrano qatariota Qatar Investment Authority (QIA) verso la Capitale. Dietro l’ultima ondata di acquisizioni e piani urbanistici c’è molto più di un riassetto patrimoniale:…
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Roma è tornata sotto la lente internazionale del capitale del Golfo. Negli ultimi mesi, un intreccio di investimenti – immobiliari, urbanistici, sportivi – ha ricominciato ad accendere l’interesse del fondo sovrano qatariota Qatar Investment Authority (QIA) verso la Capitale.
Dietro l’ultima ondata di acquisizioni e piani urbanistici c’è molto più di un riassetto patrimoniale: c’è la costruzione di un’influenza stabile, profonda, che mescola finanza, infrastrutture e addirittura il calcio. E Roma, con le sue ricchezze storiche e la pressione del mercato globale del lusso, sembra essere tornata una pedina chiave.
L’interesse del Qatar verso l’Italia non è una novità: secondo stime recenti, gli investimenti complessivi superano da tempo i 5 miliardi di euro, tra immobili di pregio, hotel di lusso e asset strategici del real estate. Un segnale forte arrivò già nel 2015, quando QIA — tramite la controllata del settore alberghiero Katara Hospitality — acquistò lo storico hotel di lusso Excelsior Hotel Roma, situato in Via Veneto, per 222 milioni di euro. Questo passo, all’epoca considerato principalmente simbolico, è oggi solo un tassello di una strategia molto più ampia. Negli ultimi anni, la QIA ha infatti reindirizzato l’interesse su asset con forte potenziale di rivalutazione, mirando a trasformare pezzi del patrimonio immobiliare italiano — e romano in particolare — in basi di un investimento duraturo. Il mercato del lusso, il turismo internazionale, le nuove esigenze urbanistiche e infrastrutturali: tutto gioca a favore di chi può spendere oggi per ottenere rendimenti sul medio‑lungo termine.L’ultimo capitolo — e probabilmente il più delicato — riguarda il quartiere Flaminio, a Roma nord, zona che da anni è al centro di discussioni urbanistiche, sportive e sociali. A novembre 2025 è emersa la notizia che QIA, tramite una partnership con la holding italiana COIMA, guidata da Manfredi Catella, starebbe puntando ad acquisire un ruolo centrale nella riqualificazione di un’area di circa 45.000 metri quadrati davanti al museo MAXXI. COIMA è già nota per aver gestito progetti iconici di rigenerazione urbana: dal quartiere milanese di Porta Nuova alle ex aree industriali riconvertite. Il coinvolgimento del fondo qatariota in una porzione così strategica di Roma — centrale, con alto potenziale turistico e residenziale — suggerisce piani ambiziosi: residenze, servizi, forse anche funzioni miste che combinano abitativo, commerciale, ricettivo.
Un altro binario che collega il Qatar a Roma passa dal calcio. L’interesse qatariota verso squadre italiane non è nuovo, ma oggi sembra riprendere vigore. Nel 2019, emersero indiscrezioni su un possibile interesse per AS Roma come potenziale acquisto da parte del Qatar — speculazioni alimentate da viaggi e contatti non ufficiali. Oggi, invece, l’attenzione sembra concentrarsi su SS Lazio e su un progetto che potrebbe realmente tradursi in sviluppo concreto: lo stadio. Il piano di riqualificazione del quartiere Flaminio coincide con la richiesta della Lazio di acquistare lo stadio, non più solo in concessione, per rendere l’impianto una proprietà definitiva. Secondo varie ricostruzioni, il Qatar — tramite QIA e la partnership con COIMA — sarebbe pronto a finanziare in parte la trasformazione urbanistica necessaria per rendere realizzabile questo progetto. Che si tratti di coincidenze o di un vero e proprio piano strutturato, la sinergia tra capitale, immobili e calcio appare molto suggestiva: la possibilità di costruire una “cittadella sportiva” in un’area rinnovata, con logiche finanziarie globali alle spalle.Dallo shopping di lusso al controllo del territorio

Quanto emerge da questi movimenti suggerisce che il Qatar non stia agendo per singole operazioni isolate — ma costruisca un disegno strategico che parte dal mattone e arriva fino al tessuto urbano e sociale delle città italiane.
- Diversificazione del portafoglio: dopo decenni di investimenti nel petrolio e nelle infrastrutture del Golfo, il fondo sovrano punta su quelle che ritiene “terre stabili” in Europa — immobili, hotel, territori ad alta vocazione turistica o culturale. Roma, capitale storica, con un patrimonio architettonico immenso e una domanda turistica costantemente alta, è terreno fertile.
- Influenza soft‑power e visibilità internazionale: possedere immobili di prestigio, hotel iconici, aree urbane in trasformazione, significa avere, in qualche modo, un controllo parziale su flussi economici, turismo, visibilità. In uno scenario in cui globalizzazione e geopolitica si mescolano, l’investitore straniero diventa anche interlocutore strategico.
- Sinergia tra economia reale e capitale sportivo: lo sport — nel caso del calcio — non è solo divertimento, ma potere, visibilità, legami con comunità e identità. Un fondo come QIA che finanzia una riqualificazione urbana e magari uno stadio mette in gioco molto più del valore di mercato: mette in campo una forma di soft influence.
Il legame del Qatar con l’Italia è fatto di tappe e acquisizioni progressivamente più ambiziose. Dopo l’Excelsior di Roma, viene naturale guardare a investimenti più strutturali. Inoltre, la scelta di collaborare con COIMA — un attore ormai di riferimento nel mercato immobiliare italiano, capace di gestire fondi sovrani e grandi progetti — suggerisce che il Qatar non punta a operazioni spot, ma a progetti di lungo corso, gestiti con la stessa mentalità di un investitore istituzionale globale. Questo modello — capitale liquido + struttura locale + asset strategici — è già stato messo in atto in Lombardia, a Milano, con quartieri come Porta Nuova. Ora, con Roma, la sperimentazione si sposta nella capitale: storica, simbolica, culturalmente e urbanisticamente complessa.
Il Qatar è tornato a scommettere su Roma — con carte forti, con denaro liquido, con un orizzonte di lungo termine. Non si tratta solo di un investimento: si tratta di una strategia. Una strategia che prova a riconfigurare parti significative della Capitale: immobili, quartieri, aree sportive, funzioni urbane. Per chi vive Roma, questa mossa può aprire opportunità concrete: lavoro, riqualificazione, servizi, attrattività internazionale. Ma può essere anche un banco di prova per la democrazia urbana: trasparenza, partecipazione, regolamentazione. Mentre i cittadini si dividono tra speranze e timori, e le tifoserie sportive immaginano nuovi stadi o sogni di gloria, dietro le quinte c’è un soggetto silenzioso ma potente che muove pezzi del mercato globale.
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