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Giovedì 4 Dicembre 2025 13:12

Disabilità: presentato il Terzo Piano nazionale



Basato su un modello bio-psico-sociale, mette al centro diritti, accessibilità e governance, per una vita indipendente. Sette linee guida per superare la frammentazione e garantire pari opportunità

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La presentazione ufficiale del Terzo Piano d’azione nazionale per la promozione dei diritti delle persone con disabilità, avvenuta ieri, 3 dicembre, nel Cortile d’onore di Palazzo Chigi, mette in evidenza la necessità di ricomporre un sistema che per anni ha funzionato attraverso norme, procedure e prassi non sempre convergenti. Il documento non introduce un cambio di linguaggio, ma tenta di rendere più coerenti strumenti già esistenti, riducendo la frammentazione e chiarendo la catena delle responsabilità. Il riferimento è la Convenzione Onu, insieme alla Strategia europea 2021-2030 e alla riforma avviata con la legge 227/2021. Il Piano recepisce questi indirizzi con alcune innovazioni: una definizione unitaria della condizione di disabilità basata sul modello bio-psico-sociale; la valutazione di base affidata a Inps per sostituire accertamenti paralleli; la valutazione multidimensionale orientata alla vita quotidiana e non solo ai profili sanitari.

Il progetto di vita, con budget dedicato, portabilità e principio di non-regressione, diventa l’elemento che tiene insieme prestazioni e sostegni, mentre il referente di attuazione assume il ruolo di coordinamento del percorso. Il Garante nazionale della disabilità introduce un presidio di vigilanza che mancava, e l’obbligo per le amministrazioni di inserire obiettivi di accessibilità nei Piao punta a rafforzare la verifica degli esiti. La costruzione del Piano nasce nei gruppi dell’Osservatorio nazionale, poi rielaborata dal comitato tecnico-scientifico e condivisa con le amministrazioni competenti, in un tentativo di rendere più stabile un campo di intervento tradizionalmente segmentato.

Sette linee per cambiare la vita quotidiana. La prima linea, dedicata all’accessibilità universale, definisce un insieme di interventi che vanno oltre l’eliminazione delle barriere architettoniche. Le linee guida nazionali sui Peba (Piano eliminazione barriere architettoniche) e il registro elettronico intendono introdurre criteri omogenei per i Comuni, mentre l’attenzione si estende al turismo accessibile, con mappature e formazione dedicata, e al patrimonio culturale, dove musei, cammini e beni ecclesiastici individuano referenti specifici. Nei media e nello spettacolo dal vivo, sottotitolazione e audiodescrizione diventano requisiti per accedere ai finanziamenti pubblici. Il capitolo mobilità include la piattaforma unica per il Cude (Contrassegno unico disabili europeo), criteri uniformi per gli stalli personalizzati e standard per trasporto pubblico, taxi e car sharing.

La linea “salute e benessere” propone modelli di accoglienza integrati tra rete territoriale e ospedali, competenze specifiche sulle disabilità fisiche e mentali, tecnologie assistive e soluzioni digitali per migliorare comunicazione e autonomia, con una maggiore attenzione al ruolo dello sport come fattore di inclusione sociale. L’inclusione lavorativa è sostenuta dal rafforzamento del collocamento mirato, dalla diffusione delle convenzioni dell’art. 14, dai contratti riservati nel Codice appalti, dal riconoscimento delle competenze e dagli accomodamenti ragionevoli, con il contributo di welfare aziendale e sostegno all’autoimprenditorialità. La linea su istruzione, università e formazione valorizza la partecipazione delle famiglie, definisce criteri condivisi di inclusione, rafforza continuità didattica, assistenza per autonomia e comunicazione, servizi universitari e scuole di specializzazione per il sostegno.

Le restanti linee riguardano il progetto di vita, con attenzione ad abitare, vita indipendente, relazioni e partecipazione civica; la sicurezza inclusiva e cooperazione internazionale, con un tavolo permanente per emergenze e grandi eventi; e i sistemi di monitoraggio, che introducono un sistema informativo unitario e indicatori per verificare la coerenza tra obiettivi e risultati.

Il baricentro: progetto di vita e una responsabilità condivisa. Il fulcro del Piano è il progetto di vita, concepito come strumento per superare interventi isolati e ricomporre un percorso unico, leggibile e misurabile. La valutazione multidimensionale orienta la progettazione; il budget di progetto rende trasparenti le risorse; la portabilità assicura continuità nei cambi di residenza. L’accessibilità è trattata come infrastruttura dei diritti, e non come componente aggiuntiva: riguarda spazi pubblici, trasporti, comunicazione, cultura e servizi.

La salute è intesa in una dimensione integrata, il lavoro come luogo di cittadinanza attiva, la scuola come ambiente di vita che richiede stabilità e sostegni adeguati. Completano l’impianto sicurezza inclusiva e monitoraggio, strumenti necessari per osservare l’attuazione e adeguare le politiche in base agli esiti. La riuscita del Piano dipenderà dal coordinamento tra istituzioni, dalla capacità amministrativa dei territori e dalla coerenza degli investimenti, così che le indicazioni generali possano tradursi in percorsi comprensibili e accessibili per le persone e le loro famiglie. (Riccardo Benotti)

4 dicembre 2025

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