Servizi > Feed-O-Matic > 687767 🔗

Venerdì 5 Dicembre 2025 12:12

Don Occhipinti e il pranzo della domenica con la comunità



L’iniziativa a Sant’Ireneo, a Centocelle: a mensa anziani soli, senza dimora e padri separati. «Solitudini diventano famiglia». L'ospitalità per tre nuclei familiari e un giovane del Benin

L'articolo
Don Occhipinti e il pranzo della domenica con la comunità
proviene da
RomaSette
.

#in diocesi #centocelle #concetto occhipinti #sant'ireneo #sostentamento clero #uniti nel dono #vetrina
leggi la notizia su RomaSette





Spot tv e radio, video e articoli – protagonisti anche i periodici diocesani come Romasette.it iscritti alla Fisc (Federazione italiana settimanali cattolici) – mettono in luce, nell’ambito della campagna Cei per la sensibilizzazione sul sostegno ai sacerdoti, l’impegno dei presbiteri e le attività promosse grazie alla collaborazione con i laici. Opportunità per richiamare alla corresponsabilità economica verso l’operato dei sacerdoti e sentirsi “
Uniti nel dono
“. Nella campagna di sensibilizzazione si inserisce il racconto di storie dell’impegno di sacerdoti come quella di oggi, dedicata all’esperienza di don Concetto Occhipinti, parroco di Sant’Ireneo a Centocelle

Parroco di Sant’Ireneo a Centocelle, prefetto della XV prefettura, vicario episcopale per il settore Est. Un ministero intenso, quello di don Concetto Occhipinti. Un’agenda ricca di incontri che «con l’aiuto di Dio» riesce sempre a organizzare senza sacrificare tempo a chi bussa alla sua porta, a cui dona un sorriso e parole di conforto. Don Concetto è nato a Modica (Ragusa) il 28 ottobre 1964 ed è stato ordinato sacerdote il 28 aprile 1990. Cresciuto in «una famiglia coinvolta nella vita di fede e della comunità cristiana», sin da piccolo percepiva il desiderio di donarsi «completamente al servizio del Vangelo».

Nei suoi pensieri c’era «una vita in missione» ma con il trascorrere degli anni si «è definito il discernimento». Si è formato nel Pontificio Seminario Romano Maggiore dove in seguito, da sacerdote, ha trascorso 19 anni come assistente spirituale, direttore spirituale e rettore. Guardando agli incarichi ricoperti viene da pensare che di fatto svolge una vita in missione tra le comunità parrocchiali della periferia est di Roma. «La mia vocazione si è definita nella fisionomia della vita del presbitero diocesano – riflette  -, però come sempre il Signore fa sperimentare i modi e le vie attraverso le quali realizza quello che può essere il sogno di un ragazzo. In questi 35 anni di sacerdozio sono stato chiamato a vivere servizi molto diversi nella comunità diocesana. Una vita donata nella concretezza dei tanti incontri, delle relazioni, che sono lo spazio nel quale condividere il Vangelo e camminare insieme nella via della santificazione». Incontri che sono «motivo di arricchimento nella fede», perché sta sperimentando «la ricchezza delle comunità cristiane. Nel settore Est abbiamo realtà molto impegnate per far fronte al disagio sociale – dice – e questo rende ancora più preziosa la presenza di una comunità cristiana. A questo si aggiunge la testimonianza di sacerdoti, diaconi, famiglie coinvolte più direttamente nell’azione pastorale, che fanno emergere la passione, lo slancio, la generosità degli operatori pastorali laici».

Don Concetto è alla guida della comunità di Centocelle dal 2017. A un mese dall’arrivo in via dei Castani organizzò il pranzo domenicale, appuntamento che non si è mai interrotto. «Abbiamo iniziato proponendolo una volta al mese – ricorda -. Apparecchiavamo direttamente in chiesa dopo l’ultima Messa». Con il tempo la parrocchia ha aperto i suoi spazi per accogliere chi si è improvvisamente ritrovato senza casa. Attualmente ospita tre nuclei familiari e un giovane del Benin. Non si tratta di un progetto assistenziale, specifica il sacerdote, ma di una scelta ecclesiale. «Gli spazi che dividiamo sono un dono per la comunità. Metterli a disposizione dà verità all’Eucaristia che celebriamo. Il legame tra l’altare e la mensa condivisa è immediato».

Con l’avvio dell’accoglienza il pranzo è diventato settimanale. Ogni domenica partecipano mediamente 25-30 persone: famiglie accolte, senza dimora, anziani soli, padri separati, persone di passaggio. «Sono solitudini che diventano famiglia – dice il parroco -. Non c’è una domenica senza una persona nuova. Personalmente, se un giorno non potessi più vivere questo appuntamento, mi sentirei molto impoverito. Dare gioia a chi altrimenti mangerebbe un panino sulla strada è una ricchezza difficile da descrivere».

Con il tempo si sono aggiunti il pranzo del mercoledì per gli anziani e quelli in occasione delle feste. Sabato 20 dicembre, per esempio, si terrà in chiesa il pranzo di Natale. Tra le persone ospitate in parrocchia, da circa 4 anni ci sono Antonella e il figlio, oggi maggiorenne. Don Concetto l’ha accolta dopo una separazione difficile. Il marito se n’è andato di casa lasciandola con un ragazzo di quasi 15 anni nel momento in cui lei non lavorava. «Sono stata presa dall’angoscia, dalla paura, ero devastata – ricorda -. Non sapevo come dar da mangiare a mio figlio». Dopo mesi, non riuscendo più a pagare il mutuo, mamma e figlio hanno dovuto lasciare la casa. Dopo tre giorni «per strada», Antonella ha chiesto aiuto a don Occhipinti che conosceva da diversi anni. Vuole raccontare la sua storia «per mostrare cosa fanno le parrocchie – sottolinea -. Se don Concetto non avesse avuto quello slancio nell’aprirmi le porte della parrocchia, non so cosa ci sarebbe successo. Non lo dimenticherò mai. Ci ha dato la possibilità di avere un tetto sulla testa e di sentirci a casa».

Per sdebitarsi, Antonella si mette a disposizione offrendo il suo aiuto nei vari servizi che ci sono da fare in parrocchia. Per lei e il figlio sono gli ultimi giorni in via dei Castani perché a breve riceveranno le chiavi della casa popolare che è stata loro assegnata. Sarà il primo Natale nella nuova casa ma Antonella non mancherà all’appuntamento con il pranzo della domenica in parrocchia, «un momento cruciale per il senso di comunità – dichiara -. Un momento di gioia e di fede perché si prega per chi è in difficoltà. È una famiglia molto variegata che mi ha dato stabilità».

Tra le altre attività che si svolgono in parrocchia, don Concetto ricorda il doposcuola, nato durante la pandemia su iniziativa di un gruppo di insegnanti in pensione. È frequentato da 30 bambini e ragazzi. «La maggior parte proviene da famiglie musulmane», dice il sacerdote, sottolineando che il servizio «è prezioso anche per il dialogo con il centro islamico». A questo si è aggiunta, nell’autunno scorso, una scuola di italiano per mamme straniere, «una realtà molto partecipata». Anche la Caritas parrocchiale cerca «di superare il semplice assistenzialismo. Lavoriamo in dialogo con la Caritas diocesana e con gli assistenti sociali del municipio per percorsi personalizzati».

5 dicembre 2025

L'articolo
Don Occhipinti e il pranzo della domenica con la comunità
proviene da
RomaSette
.

Questo sito utilizza cookie tecnici, anche di terze parti, per migliorare i servizi offerti e ottimizzare l’esperienza dell’utente. Si prega di leggere l'informativa sulla privacy. Chiudendo questo banner si accettano le condizioni sulla privacy e si acconsente all’utilizzo dei cookie.
CHIUDI