Mercoledì 10 Dicembre 2025 10:12
Due 18enni rapiti e torturati dalla gang della Massimina: 12 arresti. Le vittime: “Non viviamo più”
Una violenza brutale e sistematica, organizzata come un ordine criminale. A Roma, una gang di...
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Una violenza brutale e sistematica, organizzata come un ordine criminale. A Roma, una gang di pusher con base nella periferia della Massimina è stata smantellata dai carabinieri, che all’alba di oggi hanno eseguito 11 misure cautelari — sei per maggiorenni, cinque per minorenni — nei confronti di presunti responsabili di torture, sequestro di persona, estorsioni e porto abusivo di esplosivo.
Secondo l’accusa, gli indagati avrebbero prelevato le vittime dalle loro abitazioni alla fine di gennaio, conducendole in un garage nella zona della Massimina. Legate mani e piedi, bendate, sono state sottoposte a «ripetuti atti di crudeltà»: pugni, schiaffi, colpi con spranghe e talvolta addirittura immersioni nell’acqua bollente. Una delle vittime ha riportato gravi ustioni, lesioni e danni permanenti.
In alcuni casi l’orrore è continuato con minacce di morte, torture psicologiche e uso di armi o coltelli. Un modus operandi che secondo gli inquirenti aveva l’obiettivo di estorcere denaro: spesso si trattava di debiti legati al traffico di droga o a pretese di controllo sulla rete di spaccio.
Le misure cautelari, disposte su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia di Roma (DDA) e della Procura per i Minorenni, sono il risultato di un’indagine coordinata con la compagnia carabinieri di Trastevere. L’operazione prende le mosse da un arresto in flagranza per detenzione di stupefacenti risalente a marzo 2025: gli inquirenti hanno intercettato video e audio nei quali le violenze erano riprese e commentate dagli aggressori.
Tra le accuse contestate risultano tortura, sequestro di persona a scopo di estorsione, lesioni aggravate, e per alcuni anche porto abusivo di esplosivo in relazione a un attentato con bomba carta avvenuto in estate a Primavalle: un ordigno fece esplodere l’androne di una palazzina popolare.
Uno dei ragazzi fatti oggetto di sevizie racconta di convivere tutt’oggi con incubi e paura: «Non faccio più la vita di un ragazzo di 18 anni. Ho paura ad uscire». L’altro, trasportato in ospedale dalla madre con gravi traumi al capo, per il momento è sotto protezione. Le famiglie delle vittime — attaccate dalla banda anche dopo l’arresto — hanno denunciato minacce e richieste estorsive continue, che hanno confermato il clima di terrore generato dal gruppo.
L’arresto di 11 persone, compresi cinque minorenni, rappresenta un duro colpo alla criminalità giovanile romana e conferma l’escalation di violenza e spaccio nelle periferie. Le istituzioni giudiziarie e di polizia sottolineano però che la battaglia contro queste gang è appena cominciata: occorre attivare rete di prevenzione, controlli capillari e progetti di contrasto sistematico.
