Venerdì 12 Dicembre 2025 13:12
Ucraina: «Gli Usa vogliono il ritiro dal Donbass, ma serve un referendum»


Ad affermalo ai giornalisti, il presidente Zelensky, interpellato riguardo alle trattative diplomatiche. Il presidente Usa Trump: «Non siamo coinvolti nella guerra, ma siamo coinvolti nelle trattative». L'altro nodo: la centrale nucleare di Zaporizhzhia
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Cresce la tensione diplomatica sull’Ucraina. Il presidente Volodymyr Zelensky incontrando i giornalisti a Kiev ha confermato che al momento le trattative di pace sono incagliate sul destino del Donbass. Gli Usa vorrebbero che le forze ucraine si ritirassero e che la regione divenisse una “zona economica libera”. Nessuna richiesta analoga però è stata fatta a Mosca, per quanto riguarda la parte che occupa al momento. Sulla questione quindi il leader di Kiev afferma: «Sarà il popolo a decidere, con le elezioni o con un referendum».
Da Berlino, in conferenza stampa con il segretario generale Nato Mark Rutte il cancelliere Friedrich Merz ha riferito del colloquio telefonico con il presidente Usa Donald Trump avuto insieme ai leader di Parigi e Londra, spiegando che al momento la Casa Bianca non aveva ancora ricevuto l’ultima versione del piano, che rispecchia la posizione euro-ucraina. L’ipotesi è quella di «concessioni territoriali» che l’Ucraina «potrebbe accettare».
I negoziati proseguono in questi giorni. Ipotizzata da Merz anche una riunione all’inizio della prossima settimana a Berlino. «La partecipazione dell’amministrazione Usa dipenderà in gran parte dai documenti su cui lavoreremo in questo periodo», le parole del Cancelliere. Anche se da oltreoceano si afferma che Trump «non vuole più chiacchiere ma azione», rivelano dalla Casa Bianca. Intanto, secondo quanto riferisce Axios, domani, 13 dicembre, i funzionari di Ucraina, Usa, Francia, Germania e Regno Unito si incontrano a Parigi per fare l’ennesimo punto della situazione. «Parteciperemo se pensiamo che si siano buone chance di un accordo – le parole del presidente Usa -. Non siamo coinvolti nella guerra, ma siamo coinvolti nelle trattative».
Nelle parole di Zelensky, l’altro nodo critico è il destino della centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più grande d’Europa, cruciale per lo sviluppo economico dell’Ucraina. La parte economica sarà oggetto di un documento separato, così come le garanzie di sicurezza. Nella serata di ieri si è collegato, a riguardo, con una delegazione che comprendeva, tra gli altri, Marco Rubio, Steve Witkoff, il comandante supremo della Nato e delle forze Usa in Europa il generale Grynkewich e lo stesso Rutte. Ed è stato concordato che i team lavoreranno attivamente per garantire che, nel prossimo futuro, vi sia «una chiara comprensione» di queste garanzie.
A margine della sua visita a Berlino, Rutte ha ribadito che «la sicurezza dell’Ucraina è la nostra sicurezza» e che «noi siamo il prossimo obiettivo della Russia, non possiamo lasciarci dividere. Dobbiamo essere pronti – ha esortato – a fare quello che hanno fatto i nostri padri e i nostri nonni». Sullo sfondo, il timore tutto europeo che esista una versione riservata della strategia di sicurezza nazionale Usa che prevede una nuovo format extra-europeo, il C5 (Usa, Russia, Cina, India e Giappone), e l’intenzione di “separare” Italia, Austria, Polonia e Ungheria dall’Ue.
L’Europa, da parte sua, va avanti riguardo all’utilizzo degli asset russi. I rappresentanti dei 27 Paesi hanno avviato la procedura scritta sulla proposta di usare l’articolo 122 del Trattato, vale a dire l’emergenza economica, per congelare in perpetuo i fondi della Banca Centrale russa. Per sbloccarli servirà il voto a maggioranza qualificata. Il passo successivo: il meccanismo per dare i fondi all’Ucraina. Un capitolo, questo, sul quale i dubbi non mancano. Italia compresa.
12 dicembre 2025
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