Ascolta "Metro C a rischio: Roma tra tagli, cantieri e tesori nascosti" su Spreaker.

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Il 3 ottobre 2025 è stato pubblicato lo studio “” che ha analizzato l’evoluzione delle attività economiche prima e dopo l’apertura della metropolitana, avvenuta tra il 2014 e il 2018, utilizzando un metodo statistico di confronto tra aree servite e non servite dalla metro.

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Secondo lo studio, l’aumento di accessibilità garantito dalla metro ha portato a una crescita dal 1% al 9% del numero di attività economiche nelle zone più collegate, soprattutto microimprese come bar, negozi e ristoranti. Nel complesso, si stima la creazione di quasi 5.000 nuovi posti di lavoro e un incremento del PIL locale di circa 60 milioni di euro l’anno. I ricercatori notano anche che gli effetti positivi sono iniziati già prima dell’apertura, segno che le imprese hanno investito anticipando i benefici.

Un aspetto importante riguarda l’impatto sociale. A differenza di altri progetti, la linea C non ha generato un aumento significativo dei prezzi delle case. Anzi, secondo uno studio della Banca d’Italia del 2022, nelle aree più periferiche i valori immobiliari più alti sono persino calati, segno che l’infrastruttura ha migliorato l’accesso ai servizi senza espellere le famiglie a reddito medio-basso.
Tra le cause, anche le frequenze ancora ridotte della linea e la forte presenza di edilizia popolare.

L’esperienza della linea C dimostra che il trasporto pubblico su ferro non è solo mobilità sostenibile, ma è motore dello sviluppo economico. Più accessibilità significa più attività, più lavoro e un tessuto sociale più vitale.
Ora serve accelerare sulla fornitura dei nuovi treni per aumentare le frequenze e rendere la linea pienamente competitiva. E soprattutto entrare nel vivo del prolungamento nel Centro Storico: senza metro, Roma non può avere un futuro sostenibile.

 

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