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Domenica 14 Dicembre 2025 12:12

Le pillole di Polly: recensione di “Il club dei bambini perduti” di Rebecca Lighieri

A poco più di cinquant’anni, Armand si sente un uomo felice. Merito del destino, che gli...

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A poco più di cinquant’anni, Armand si sente un uomo felice. Merito del destino, che gli ha dato tutto. La sua infanzia è stata serena grazie a dei genitori equilibrati, che lo amavano e sapevano stargli vicino nel modo giusto. Poi, raggiunta la gioventù, grazie alla sua bellezza prorompente e al suo talento strepitoso per la recitazione si è fatto strada nel mondo del teatro, diventando, con il tempo, un mito del palcoscenico. Le donne, naturalmente, sono sempre cadute ai suoi piedi; lui, tuttavia, ne ha amata veramente solo una, sua moglie Birke, attrice di teatro come lui.

Insieme, formavano una coppia che destava ammirazione ed invidia, bellissimi e pieni di talento com’erano.

Tuttavia, Armand sentiva che, per essere veramente un uomo completo, doveva diventare padre.

Su questo punto, Birke non lo ha mai seguito; in lei, infatti, il desiderio di maternità era del tutto assente.

Ma tant’è. È una donna anaffettiva, ma almeno a suo marito vuole bene, così accetta di dargli un figlio.

È così che, in una notte di tempesta, viene al mondo Rebecca.

Dopo la nascita di sua figlia, Armand è al settimo cielo; del resto, è un uomo incline all’ottimismo e alla felicità per natura.

Ma il destino, si sa, toglie con la stessa facilità con cui ha dato. E Armand, pur amando Miranda con tutto se stesso, con il passare del tempo si trova a fare fatica a capire questa figlia che ha tanto desiderato, ma che è tutto l’opposto di lui, introversa, poco affettuosa e tendente alla depressione com’è.

Talvolta, tuttavia, i genitori sono le persone meno indicate per comprendere la vera natura dei loro figli. E la timidezza può essere una maschera per nascondere ben altro.

Un mondo tutto da scoprire.

“Il club dei bambini perduti” è un eccellente romanzo di Rebecca Lighieri, pseudonimo di Emmanuelle Bayamack-Tam, autrice francese che ha all’attivo molte opere e che nel 2022 si è aggiudicata il prestigioso Prix Médicis.

Il libro, uscito in Italia a fine ottobre, esplora temi importantissimi, ma anche estremamente difficili; dal disagio provato dalla generazione Z, all’incomunicabilità tra genitori e figli, passando per la difficoltà a vivere in una società guasta come la nostra se si è ipersensibili.

La Lighieri affronta questi argomenti così scabrosi in modo diretto, senza fare sconti; il suo linguaggio talvolta è crudo, e anche la sessualità è descritta in modo esplicito.

Nonostante la serietà dei temi, tuttavia, la scrittrice è riuscita a costruire un intreccio di cui non si vorrebbe mai interrompere la lettura, tanta è la voglia di sapere come andrà a finire.

La storia, raccontata dal punto di vista prima di Armand, poi di Miranda, scuote il lettore nel profondo, lasciandolo pieno di interrogativi. E non è certo per il ricorso al soprannaturale che pure, nel corso della narrazione, diventa un elemento sempre più importante.

La verità è che la Lighieri, attraverso il suo romanzo, voleva far riflettere e risvegliare le coscienze, e non in modo comodo per i lettori.

E il risultato è un capolavoro.

Federica Focà

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