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Martedì 16 Dicembre 2025 15:12

Il Concilio di Nicea, evento che «ha segnato la nostra storia»



Il convegno organizzato al Tacito. Don Cavalllini: «Primo raduno di tutti i vescovi dell'impero romano convocato da Costantino». Di Maio (Gregoriana): «Elementi che hanno pervaso la nostra cultura»

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Approfondire un evento lontano nel tempo ma ancora oggi importante, cogliendone le implicazioni e le ricadute teologiche, culturali in generale e artistiche nello specifico. Questo il fine del convegno “Nicea 325: 1700 anni dal Concilio che ha segnato la nostra storia”, organizzato ieri pomeriggio, 15 dicembre, al Liceo Tacito di via Giordano Bruno, nel quartiere Prati. Il primo Concilio ecumenico della storia «è un evento rispetto al quale ci sentiamo chiamati a rapportarci e che ci interroga», ha detto nel suo saluto iniziale la dirigente scolastica Daniela Pucci. In particolare, «il Concilio di Nicea ha la caratteristica della complessità e dunque rispetto a esso bisogna fare riferimento a una molteplicità dei punti di vista delle discipline che non risultano più sufficienti nella loro separatezza ma vanno integrati – sono ancora le parole della dirigente -: questo è del resto quanto cerchiamo di fare creando dialoghi tra le aree disciplinari nella didattica, quotidianamente».

Anche per Antonio Covello, docente di matematica e fisica dell’istituto classico e linguistico a due passi dal Vaticano e organizzatore dell’evento, è fondamentale che la scuola sia «luogo di cultura», per fornire quegli strumenti che portino gli studenti a «pensare con spirito critico». A fornire uno sguardo storico e teologico è stato don Andrea Cavallini, sacerdote diocesano e docente alla Pontificia Università Gregoriana nonché autore del libro “Nicea 325: l’enigma del primo Concilio ecumenico”. Lo specialista del pensiero tardoantico e medievale ha dapprima considerato il valore dell’evento quale «primo raduno generale di tutti i vescovi dell’impero romano convocato dall’imperatore Costantino, pontefice massimo e dunque responsabile della religiosità di tutti i cittadini dell’impero, e non dal Papa, come ci si potrebbe aspettare». Questo dice della «commistione tra potere e religione che comincia con Costantino, il quale riconosce nella Chiesa la struttura migliore per riunificare l’impero e dunque utile per il suo progetto». Dunque ancora oggi «ha senso ragionare su Nicea perché da un punto di vista storico apre l’età costantiniana e per l’intuizione vincente di Costantino stesso del raduno ecumenico – ha considerato Cavallini -. Da un punto di vista teologico, invece, per la prima volta si afferma, contro Ario, che Dio è uno ma non è solitario e dunque vi è l’invenzione della categoria che tiene insieme l’unità e la relazione, che può essere interessante anche oggi come chiave di lettura del mondo».

Da parte sua, Andrea Di Maio, docente di storia e filosofia del Tacito e della Pontificia Università Gregoriana, ha considerato come «alcuni elementi dell’evento storico di Nicea hanno pervaso la nostra cultura: dall’idea del sinodo come metodo, cioè del camminare insieme pur nel pluralismo, al concetto di “oikoumene” ossia l’idea di generalità e mondialità che è molto moderna e che è il concetto di cattolicità, per il cristianesimo». Ancora, l’esperto ha osservato come da Nicea si sviluppi «una spirale ermeneutica ed ontologica, per interpretare cioè non più solo i testi ma la realtà stessa», così come «una ingegneria concettuale per cui attraverso la teologia certi concetti vengono ereditati dalla filosofia».

Proprio sulla specificità dei «concetti nuovi del cristianesimo descritti con precisione e puntualità in greco antico nel Credo niceno» ha offerto la sua competenza Simonetta Marino, docente di lettere antiche del Tacito, specificando come «termini che nascono nel greco classico devono esprimere altro rispetto alla cultura pagana, ossia dei concetti astratti». Interessante la sottolineatura della professoressa sulla distinzione «tra l’attività generativa, cioè dalla stessa sostanza, e quella creativa, ossia verso e all’esterno, di Dio». In conclusione, l’intervento della docente di Storia dell’arte del Tacito Roberta Flaminio, che ha presentato quali siano «i riflessi del Credo niceno nell’iconografia bizantina»; in particolare, rispetto ai temi e alla questioni dottrinali emerse dal Concilio, interessante la ripresa dell’episodio biblico di Mamre e dei tre angeli, simbolo della Trinità, ospitati da Abramo. L’esperta ha presentato, accostandole, le tre rappresentazioni artistiche del racconto contenuto in Genesi presenti nelle catacombe della via Latina, nella navata di Santa Maria Maggiore e a Ravenna, nella basilica di San Vitale. Conclusione in musica con l’ascolto di tre passaggi del Credo di Nicea musicato dal professor Covello; mentre Antonio Bellandi, compositore, aveva nel corso del suo intervento proposto l’ascolto del Credo musicato da Vivaldi, da Bach e da Beethoven.

16 dicembre 2025

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