Martedì 16 Dicembre 2025 12:12
Inaugurati da suor Petrini presepe e albero in piazza San Pietro


Presenti le delegazioni di diocesi e Comuni che hanno donato i due allestimenti. La presidente del Governatorato: «Segni visibili della speranza e della luce che il Signore continua a donare all'umanità»
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L’allestimento della Natività nei luoghi dell’area di Nocera e Sarno e l’abete rosso arrivato dalla Val d’Ultimo (Bolzano), alto 25 metri e del peso di 80 quintali, dono dei Comuni di Lagundo e Ultimo, illuminato con centinaia di luci intermittenti. Sono i segni del Natale inaugurati ieri, 15 dicembre, in piazza San Pietro dalla presidente del Governatorato dello Stato della Città del Vaticano suor Raffaella Petrini.
La religiosa ha salutato le delegazioni dei luoghi di origine del presepe e dell’albero – che in mattinata erano state ricevute da Papa Leone – e i tanti presenti, parlando proprio di «segni visibili della speranza e della luce che il Signore continua a donare all’umanità». La Natività, in particolare, proveniente dalla diocesi di Nocera Inferiore-Sarno, «vuole ricordare lo stupore di sant’Alfonso Maria de Liguori, che nel contemplare il mistero dell’incarnazione compose il celebre canto Tu scendi dalle stelle», che dà il nome all’allestimento. «Il presepe, così caro alla tradizione cristiana, ci accompagna nel cammino verso il Natale, proponendo agli uomini e alle donne del nostro tempo quanto avvenne più di 2000 anni fa a Betlemme, la nascita del Salvatore, il mistero di Dio che si fa uomo, che si fa bambino, che entra nella storia dell’umanità con la forza disarmante dell’amore», sono ancora le parole della religiosa, che ha rimarcato il significato «ancora più profondo» dell’inaugurazione di quest’anno, a circa tre settimana dalla chiusura del Giubileo e alla vigilia degli 800 anni della morte di san Francesco d’Assisi, a cui si deve la prima rappresentazione della Natività, nel 1223 a Greccio.
Proprio il Poverello, insieme a sant’Alfonso Maria de’ Liguori, per suor Petrini, «testimoniano al mondo che la vera pace è un dono di Dio e non solo degli sforzi umani. Siamo chiamati tutti a incarnarla in uno stile di vita concreto, a sceglierla come via e non soltanto come meta, come ci invita a fare Papa Leone». Nell’albero, inoltre, gli ornamenti vogliono essere anche «segni di comunione, richiami alla pace e alla custodia del creato, inviti alla fraternità universale». Anche la sua luce, nella parole della presidente del Governatorato, è «una chiamata a lasciarci illuminare da Cristo, luce del mondo, così che possiamo a nostra volta farcene portatori nei nostri ambienti di vita».
Suor Petrini ha ringraziato quindi le comunità che hanno offerto l’abete e realizzato il presepe, parlando di «un dono alla Chiesa e un segno di quella collaborazione tra popoli e culture che costruisce la vera pace». Il prossimo anno, ha anticipato, il presepe in piazza San Pietro sarà realizzato dalla sede di Atessa, in provincia di Chieti, dell’Associazione Italiana Amici del Presepe, mentre l’albero sarà donato dal comune di Terranova di Pollino, in provincia di Potenza. Della natività da collocare nell’Aula Paolo VI si occuperà invece la Fondazione Carnevale di Viareggio, in provincia di Lucca. Quelli di quest’anno rimarranno esposti fino alla conclusione del Tempo di Natale, che coincide con la festa del Battesimo del Signore, domenica 11 gennaio. Dai rami verdi dell’abete verranno ricavati degli oli essenziali realizzati dalla ditta austriaca Wilder Naturprodukte, mentre il resto del legno verrà donato a un’associazione benefica per il recupero ai fini del rispetto del creato.
Un altro allestimento della Natività è presente in Aula Paolo VI: “Nascimentum Gaudium”, promosso in collaborazione con l’ambasciata di Costa Rica presso la Santa Sede. Presenta una figura della Vergine in stato di gravidanza e un insieme di 28mila nastri colorati, ciascuno dei quali simboleggia una vita preservata dall’aborto grazie alla preghiera e al sostegno fornito da organizzazioni cattoliche a molte madri in difficoltà. Nella notte di Natale poi questa immagine di Maria incinta – simbolo dell’attesa e della speranza – verrà sostituita con un’immagine della Vergine inginocchiata in adorazione del Bambino appena nato. Nella culla di Gesù verranno inoltre deposti 400 nastri con preghiere e desideri scritti dai piccoli pazienti dell’Ospedale Nazionale dei Bambini di San José.
16 dicembre 2025
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