Martedì 16 Dicembre 2025 11:12
Reina: «Roma ha bisogno di recuperare un’anima»


Il vicario intervenuto alla presentazione del nuovo numero di Limes dedicato alla Città Eterna, nel Palazzo del Vicariato, moderata da Schiavazzi. A illustrarne il contenuto, il direttore Caracciolo
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Dedicato a “Roma, il mito e le prospettive della Città Eterna nella rivoluzione geopolitica in corso” il nuovo numero della rivista Limes, presentato ieri, 15 dicembre, nel Palazzo del Vicariato, alla presenza del cardinale vicario Baldo Reina. Nell’analisi del porporato, la città di Roma può avere un grande ruolo per il mondo di oggi, che affondi le radici sulla sua storia e la sua identità, ma per farlo «deve recuperare un’anima».
Roma, ha ricordato, «è diventata grande non per una concentrazione verso il suo interno ma per irradiazione, pensando “da qui al mondo” (prima con gli imperatori, poi con la Chiesa) e pensando “dal mondo alla città”. Temo che questo schema si sia capovolto: una città che pensa al suo piccolo, credendo che questo sia il mondo». La stessa parola pace, ha proseguito, ricorreva sia nella «pax augustea» che nell’annuncio evangelico della nascita di Gesù: «Pace in terra agli uomini di buona volontà» e «questa visione significava non solo assenza di guerra, ma armonia dei popoli, che chiede quindi anche molto di più».
Di qui qualche «provocazione», da parte del vicario del Papa per la diocesi di Roma, a chi oggi è investito di responsabilità: «Qual è la visione che si vuole lanciare oggi da questa città? Qual è la visione stessa che si ha della città? Quando parliamo di Roma, di quale Roma parliamo, pensando alle tante e grandi differenze tra rioni, quartieri, periferie?». Il punto, per il cardinale, è che «manca un’identità precisa. In questa città c’è tutto (università, rappresentanze diplomatiche, persone che vengono da tutto il mondo, scienziati, poli industriali) ma è come se mancasse un’idea comune, unitaria. Quello che oggi osservo, da persona che vive a Roma e la ama, è una mancanza di prospettiva, di visione, come una città che oggi non ha un’anima». Ma la città «nella sua missione ha bisogno di recuperare un’anima: che è energia, intelligenza, coscienza, visione, progettualità. E finché non recupererà quest’anima, rischierà di non avere un ruolo a livello geopolitico». Al contrario, «se la recuperiamo, rendiamo un servizio al ondo intero, che oggi ne ha urgente bisogno. Manca infatti una “stabilitas”, che Roma ha e che viene dalla sua storia». L’invito allora è quello di «confrontarsi, mettendo da parte i colori politici, con uno sforzo di pensiero per il bene di questa città», davanti a criticità come «la sicurezza, la sfida educativa, l’allarme sul dilagare dell’uso delle sostanze».
A illustrare il contenuto del volume di Limes, il direttore Lucio Caracciolo, affiancato dal moderatore della serata Piero Schiavazzi. Nel «mito dell’Urbe», ha sottolineato, c’era la capacità di Roma di «tirare le fila dell’unità» e di «rinsaldare il legame tra i popoli». Una città «inestricabilmente intrisa di religione, già prima dell’arrivo dei Papi», nella quale «pacificare vuol dire convertirsi. Roma era maestra in questo perché, quando conquistava, integrava, conservando le identità, facendo convivere e coesistere».
16 dicembre 2025
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