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Giovedì 18 Dicembre 2025 11:12

A Napoli i 113 naufraghi soccorsi da Emergency nel Mediterraneo centrale



Lo sbarco nel pomeriggio del 17 dicembre, in due operazioni, rispettivamente in zona Sar libirca e in zona Sar maltese. Le persone soccorse provengono da Bangladesh, Pakistan ed Egitto

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Erano partiti dalle coste libiche ma provengono da Bangladesh, Pakistan ed Egitto i 113 uomini – tra cui tre minori non accompagnati – soccorsi dalla Life Support, nave di ricerca e soccorso di Emergency, in due distinte operazioni nelle acque internazionali del Mediterraneo centrale, sbarcate ieri pomeriggio, 17 dicembre, nel porto di Napoli. A darne notizia è l’organizzazione umanitaria, spiegando che la prima operazione ha interessato 69 persone e ha avuto luogo nella notte tra il 12 e il 13 dicembre in zona Sar libica; la seconda ha riguardato 44 persone e si è svolta la sera del 14 dicembre in zona Sar maltese.

Provenienti da Paesi devastati da conflitti, instabilità politica, povertà estrema e crisi climatica, «molti dei naufraghi – riferisce Annachiara Burgio, mediatrice culturale a bordo della Life Support – hanno condiviso con noi le loro esperienze, soprattutto dei centri di detenzione libici, dove sono stati sottoposti a violenze di vario tipo. Alcuni riportano sulla propria pelle i segni dei trattamenti inumani e delle torture subite – prosegue -; molti hanno raccontato delle condizioni pessime in cui erano costretti a vivere in questi centri, vessati con costanti minacce e violenze e in condizioni igienico sanitarie praticamente assenti. Speriamo che tutti possano ricostruire il proprio percorso qui in Italia o in Europa», l’auspicio espresso a nome della ong.

Con 1.190 tra morti e dispersi solo da inizio anno ad oggi e oltre 26mila persone in movimento intercettate e respinte in Libia (dati Oim), il Mediterraneo centrale si conferma una delle rotte migratorie più letali al mondo, commentano da Emergency. «La Life Support stessa in questa missione è stata suo malgrado testimone di due possibili intercettazioni da parte di soggetti terzi e della cosiddetta Guardia costiera libica, con respingimenti collettivi verso le coste libiche, ossia respingimenti illegali – commenta Jonathan Nanì La Terra, capomissione della Life Support -. E purtroppo sappiamo da molte testimonianze di questi anni che il Mediterraneo resta protagonista non solo di migliaia di attraversamenti, ma anche di intercettazioni, di naufragi di cui si viene a conoscenza troppo tardi o addirittura di cui non si ha notizia, di casi aperti che restano per troppo tempo senza soccorso. Anche per questo – conclude – è importante mettere la tutela della vita al centro di ogni decisione che riguarda questo mare e rafforzare la capacità di soccorso anche con una missione Sar europea».

Da parte sua intanto la Life Support – con un equipaggio composto da 29 persone tra cui marittimi, medici, infermieri, mediatori culturali e soccorritori – ha soccorso, dal dicembre 22 a oggi, 3.234 persone, conducendo 39 missioni nel Mediterraneo centrale.

18 dicembre 2025

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