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Giovedì 18 Dicembre 2025 12:12

Legge sull’asilo: in Ue raggiunto l’accordo sui «Paesi terzi sicuri»



I negoziatori di Parlamento e Consiglio hanno concordato informalmente nuove norme in base alle quali decidere se uno Stato extra Unione europea è sicuro per un richiedente asilo

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Si chiude oggi, 18 dicembre, a Strasburgo la plenaria del Parlamento europeo, che cede il passo al summit dei capi di Stato e di governo, giunti a Bruxelles. Intanto però i negoziatori di Parlamento e Consiglio Ue portano a casa un accordo politico sugli aggiornamenti della Legge sull’asilo del 2024, per quanto riguarda le condizioni di applicazione delle norme sui Paesi terzi sicuri.

La Commissione per le libertà civili dell’Eurocamera e i team negoziali del Consiglio hanno concordato informalmente nuove norme in base alle quali gli Stati membri possono decidere che un Paese extra-Ue è un Paese terzo sicuro (Stc) nei confronti di un richiedente asilo che non ne è cittadino, e possono quindi dichiarare la sua domanda inammissibile o meno. Alla base, una proposta della Commissione di aggiornare questa disposizione nel Regolamento sulla procedura di asilo. Le nuove norme consentirebbero ai Paesi Ue di applicare il concetto di Stc in singoli casi in cui sia soddisfatta una delle tre condizioni seguenti: esiste un legame tra il richiedente e un Paese terzo (tale legame può essere considerato accertato se i familiari del richiedente sono presenti nel Paese terzo interessato, se il richiedente vi ha soggiornato in precedenza o se sussistono legami linguistici, culturali o simili); i richiedenti hanno transitato attraverso un Paese terzo nel loro percorso verso l’Ue, dove avrebbero potuto richiedere l’asilo effettivo; esiste un accordo o un’intesa con un Paese terzo a livello bilaterale, multilaterale o unionale per l’ammissione dei richiedenti asilo.

Alla conclusione di un accordo o di un’intesa con un Paese terzo, i Paesi dell’Unione dovrebbero informare la Commissione e gli altri Stati membri prima che vengano applicati provvisoriamente o entrino in vigore, a seconda di quale evento si verifichi per primo. «I minori non accompagnati – si legge in una nota diffusa da Strasburgo – saranno esentati dall’applicazione delle norme sui Paesi terzi sicuri sulla base di accordi e intese con Paesi terzi». Ancora, «in linea con la proposta della Commissione, i richiedenti non dovrebbero avere un diritto automatico a rimanere nello Stato membro in cui hanno chiesto asilo mentre è in corso la risoluzione di un ricorso contro una decisione di inammissibilità».

Soddisfazione nelle parole della relatrice Lena Düpont (popolare tedesca). «Con il Regolamento sui Paesi terzi sicuri, stiamo rendendo le politiche migratorie credibili e operative», ha dichiarato. Anche la Commissione europea, si legge in un comunicato, «accoglie con favore l’accordo politico provvisorio raggiunto oggi tra il Parlamento europeo e il Consiglio su nuove norme che faciliteranno l’applicazione da parte degli Stati membri del concetto di Paese terzo sicuro. Tali misure aiuteranno gli Stati membri ad accelerare il trattamento delle domande di asilo, a ridurre la pressione sui sistemi di asilo e a ridurre gli incentivi alla migrazione illegale verso l’Ue, preservando nel contempo le garanzie giuridiche per i richiedenti e garantendo il rispetto dei diritti fondamentali».

Non mancano però, da più parti, dubbi e riserve sul rispetto del diritto di asilo. Dubbi respinti dalla Commissione, secondo cui «rimangono in vigore solide garanzie. Ai sensi del diritto dell’Ue – spiegano -, i Paesi terzi possono essere considerati sicuri solo quando i loro sistemi nazionali possono trattare le domande e fornire una protezione efficace ove necessario, garantendo la protezione contro il respingimento e l’assenza di rischi di persecuzione, minaccia alla vita o trattamento inumano o degradante».

18 dicembre 2025

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