Servizi > Feed-O-Matic > 690703 🔗

Giovedì 18 Dicembre 2025 13:12

Il Papa: «Oggi più che mai occorre mostrare che la pace non è un’utopia»



Presentato il messaggio di Leone per la LIX Giornata mondiale, il 1° gennaio 2026. «Benedire il nazionalismo e giustificare religiosamente la violenza e la lotta armata, forme di blasfemia». La corsa al riarmo e l'appello a percorrere la via del dialogo

L'articolo
Il Papa: «Oggi più che mai occorre mostrare che la pace non è un’utopia»
proviene da
RomaSette
.

#apertura #papa #la pace sia con tutti voi #messaggio giornata mondiale della pace #papa leone xiv #verso una pace disarmata e disarmante
leggi la notizia su RomaSette





Lo ricorda lo stesso Leone, nel messaggio per la LIX Giornata mondiale della pace, che si celebra il 1° gennaio 2026, sul tema “
La pace sia con tutti voi. Verso una pace «disarmata e disarmante»
“: «Fin dalla sera della mia elezione a vescovo di Roma, ho voluto inserire il mio saluto in questo corale annuncio. E desidero ribadirlo: questa è la pace del Cristo risorto, una pace disarmata e una pace disarmante, umile e perseverante. Proviene da Dio, Dio che ci ama tutti incondizionatamente».

In un mondo lacerato da guerre e conflitti, sono parole che indicano la cifra del pontificato leonino. La pace di Cristo risorto, «la sua presenza, il suo dono, la sua vittoria riverberano nella perseveranza di molti testimoni, per mezzo dei quali l’opera di Dio continua nel mondo, diventando persino più percepibile e luminosa nell’oscurità dei tempi. La pace esiste, vuole abitarci, ha il mite potere di illuminare e allargare l’intelligenza, resiste alla violenza e la vince», scrive il pontefice, come hanno ricordato sia il cardinale Czerny, prefetto del dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale, che il professore Tommaso Greco, ordinario di Filosofia del diritto all’Università di Pisa, nel corso della presentazione del messaggio.

Il Papa mette in guardia sui rischi della paura: «Non sono pochi oggi a chiamare realistiche le narrazioni prive di speranza, cieche alla bellezza altrui, dimentiche della grazia di Dio che opera sempre nei cuori umani, per quanto feriti dal peccato. Sia che abbiamo il dono della fede, sia che ci sembri di non averlo, apriamoci alla pace! – afferma il Papa -. Accogliamola e riconosciamola, piuttosto che considerarla lontana e impossibile». Un invito alla speranza: «Seppure contrastata sia dentro sia fuori di noi, come una piccola fiamma minacciata dalla tempesta, custodiamola senza dimenticare i nomi e le storie di chi ce l’ha testimoniata. Anche nei luoghi in cui rimangono soltanto macerie e dove la disperazione sembra inevitabile, proprio oggi troviamo chi non ha dimenticato la pace».

Nelle parole del pontefice, «la pace di Gesù risorto è disarmata, perché disarmata fu la sua lotta. Di questa novità i cristiani devono farsi, insieme, profeticamente testimoni, memori delle tragedie di cui troppe volte si sono resi complici. Quando trattiamo la pace come un ideale lontano, finiamo per non considerare scandaloso che la si possa negare e che persino si faccia la guerra per raggiungere la pace. Se la pace non è una realtà sperimentata e da custodire e da coltivare, l’aggressività si diffonde nella vita domestica e in quella pubblica». Il Papa avverte ancora: «Molto al di là del principio di legittima difesa, sul piano politico la logica contrappositiva è il dato più attuale in una destabilizzazione planetaria che va assumendo ogni giorno maggiore drammaticità e imprevedibilità. Non a caso, i ripetuti appelli a incrementare le spese militari e le scelte che ne conseguono sono presentati da molti governanti con la giustificazione della pericolosità altrui. Infatti, la forza dissuasiva della potenza, e, in particolare, la deterrenza nucleare, incarnano l’irrazionalità di un rapporto tra popoli basato non sul diritto, sulla giustizia e sulla fiducia, ma sulla paura e sul dominio della forza».

Leone ricorda le cifre della folle corsa al riarmo: «Nel corso del 2024 le spese militari a livello mondiale sono aumentate del 9,4% rispetto all’anno precedente, confermando la tendenza ininterrotta da dieci anni e raggiungendo la cifra di 2.718 miliardi di dollari, ovvero il 2,5% del Pil mondiale. «Per di più, oggi alle nuove sfide pare si voglia rispondere, oltre che con l’enorme sforzo economico per il riarmo, con un riallineamento delle politiche educative: invece di una cultura della memoria, che custodisca le consapevolezze maturate nel Novecento e non ne dimentichi i milioni di vittime, si promuovono campagne di comunicazione e programmi educativi, in scuole e università, così come nei media, che diffondono la percezione di minacce e trasmettono una nozione meramente armata di difesa e di sicurezza». Facendo suo l’appello del Concilio Vaticano II, il Papa ribadisce la necessità della «via del dialogo come la più efficace ad ogni livello» e mette in guardia dai rischi, anche di deresponsabilizzazione, legati all’uso dell’intelligenza artificiale in ambito militare. «Occorre denunciare le enormi concentrazioni di interessi economici e finanziari privati che vanno sospingendo gli Stati» nella direzione del riarmo «ma ciò non basta, se contemporaneamente non viene favorito il risveglio delle coscienze e del pensiero critico».

La bontà «è disarmante – scrive ancora Prevost -. Forse per questo Dio si è fatto bambino». E citando san Giovanni XXIII, ricorda che «introdusse per primo la prospettiva di un disarmo integrale, che si può affermare soltanto attraverso il rinnovamento del cuore e dell’intelligenza». In quest’ottica, sottolinea il «servizio fondamentale che le religioni devono rendere all’umanità sofferente, vigilando sul crescente tentativo di trasformare in armi persino i pensieri e le parole». Ma, avverte ancora, oggi vediamo che «fa sempre più parte del panorama contemporaneo trascinare le parole della fede nel combattimento politico, benedire il nazionalismo e giustificare religiosamente la violenza e la lotta armata. I credenti devono smentire attivamente, anzitutto con la vita, queste forme di blasfemia che oscurano il Nome Santo di Dio. Perciò, insieme all’azione, è più che mai necessario coltivare la preghiera, la spiritualità, il dialogo ecumenico e interreligioso come vie di pace. Oggi più che mai, infatti, occorre mostrare che la pace non è un’utopia».

Infine, il richiamo alla politica, alla necessità inderogabile della «via disarmante della diplomazia, della mediazione, del diritto internazionale, smentita purtroppo da sempre più frequenti violazioni di accordi faticosamente raggiunti, in un contesto che richiederebbe non la delegittimazione, ma piuttosto il rafforzamento delle istituzioni sovranazionali. Oggi, la giustizia e la dignità umana sono più che mai esposte agli squilibri di potere tra i più forti. Come abitare un tempo di destabilizzazione e di conflitti liberandosi dal male? Occorre motivare e sostenere ogni iniziativa spirituale, culturale e politica che tenga viva la speranza».

Toccanti, durante la presentazione, le testimonianze di don Pero Miličević, parroco di Mostar, che ha ricordato il percorso durante la guerra nell’ex Jugoslavia con la strage di tanti suoi familiari e sette mesi di prigionia durante i quali «bisognava custodire la pace nel cuore e non pensare alla vendetta», fino al perdono e alla pacificazione; e di Agnese Moro, che ha raccontato la sua esperienza di «giustizia riparativa, che il Papa cita nel suo messaggio come strumento da sostenere e incrementare». Moro, rispondendo a chi le ha chiesto se ritenesse un martire suo padre Aldo, ha affermato: «Ha mostrato grande dedizione a cercare la pace in tanti ambiti, nella giustizia sociale, nell’accogliere tutti. Penso sarebbe imbarazzato a sentirsi definire martire ma so che ha dedicato la sua vita a fare ogni giorno la cosa che riteneva giusta».

18 dicembre 2025

L'articolo
Il Papa: «Oggi più che mai occorre mostrare che la pace non è un’utopia»
proviene da
RomaSette
.

Questo sito utilizza cookie tecnici, anche di terze parti, per migliorare i servizi offerti e ottimizzare l’esperienza dell’utente. Si prega di leggere l'informativa sulla privacy. Chiudendo questo banner si accettano le condizioni sulla privacy e si acconsente all’utilizzo dei cookie.
CHIUDI