Servizi > Feed-O-Matic > 691486 🔗

Lunedì 22 Dicembre 2025 10:12

Natale a Roma: tra panettone e parenti, vince sempre il gioco

A Roma il Natale è una cosa seria. Non tanto per i regali – che...

#attualità #festività #carte #giochi da tavolo #natale
leggi la notizia su RomaDailyNews



A Roma il Natale è una cosa seria. Non tanto per i regali – che tanto li scartiamo in cinque minuti – ma per quello che succede dopo. Quando la tavola è sparecchiata, qualcuno chiede il caffè e puntualmente arriva la frase che dà il via alle ostilità:
“Daje, famo ‘na partitella?”

Ed è lì che il Natale romano entra nel vivo. Carte napoletane, fiches improvvisate, piattini veri (rubati alla cucina) e accuse di barare che partono prima ancora di distribuire.

Le immancabili. Giochi che uniscono le generazioni e dividono le famiglie. Bastano due mani perché qualcuno dica: “No, ma così non vale”. Classici intramontabili, come il presepe con le statuine rotte.

Altro che strategia: qui comanda la fortuna, ma quella vera.
Serve un piattino al centro del tavolo e una quota fissa che tutti mettono a ogni mano. Il mazziere distribuisce una carta coperta a ciascun giocatore: se vale da 1 a 4, devi pagare il piatto; se va da 6 a 9, puoi prenderlo. Tutto qui.
Semplice, rapido, micidiale: perfetto per creare tensioni familiari in meno di cinque minuti.

Grande classico delle feste, soprattutto al Sud ma amatissimo anche a Roma. Si gioca con le carte napoletane e lo scopo è arrivare a 7 e mezzo, o almeno avvicinarsi senza sballare.
Le carte dall’asso al 7 valgono il loro numero, le figure mezzo punto. E poi c’è lei, la leggenda: il Re di Denari, detto la matta, che può valere quanto decide il giocatore… purché sia un numero intero o mezzo.
Risultato? Suspense, mani tremanti e gente che chiede: “Pesco o sto?” come se fosse una scelta di vita.

Versione internazionale del Natale romano: stessi nervi tesi, stesso desiderio di vincere, ma con nomi più chic. Di solito lo propone quello che “io al casinò ci so’ stato”.

Il gioco che rovina la reputazione di amici e parenti. Tutti conoscono una parola segreta, tranne uno: Mr. White.
Bisogna dare indizi, discutere, votare ed eliminare il sospettato. Ma attenzione: se Mr. White riesce a indovinare la parola, vince lui.
Morale? A Natale scopri che la cugina timida mente benissimo.

Qui non si gioca, si sopravvive. Due fazioni, Umani e Lupi Mannari, si affrontano tra Giorno (discussioni infinite) e Notte (azioni segrete).
C’è un moderatore, ci sono ruoli speciali, e soprattutto ci sono accuse tipo: “Secondo me sei tu”.
Il gioco perfetto per capire che a Natale la fiducia è sopravvalutata.

Perché puoi pure fare scopa, briscola, piattino e sette e mezzo, ma se a un certo punto non esce la tombola, il Natale non è valido.
La tombola arriva sempre quando qualcuno dice: “Vabbè, famo l’ultima”. Spoiler: non è mai l’ultima.

Qui non servono strategie, né bluff, né calcoli di probabilità. Serve solo:

  • qualcuno che urla i numeri troppo veloce

  • qualcuno che non sente

  • qualcuno che dice “Ce l’avevo già segnato” (ma non è vero)

Ogni numero è una sentenza, ogni ambo è un’esplosione di gioia, ogni terno un delirio collettivo. La quaterna fa discutere, la cinquina crea invidie, ma la tombola… la tombola spacca famiglie.

E non importa se si gioca con:

  • i fagioli

  • le bucce di mandarino

  • le monete da 5 centesimi

  • o i pennarelli rubati ai bambini

La tombola è democratica, inclusiva, intergenerazionale. La fanno tutti: nonni, zii, cugini, amici “capitati lì per caso”. E soprattutto si bara tutti, ma con grande eleganza.

Alla fine resta sempre la stessa scena:
il banco piegato, i numeri sparsi, qualcuno che chiede la rivincita e un altro che dice:
“No, basta, che è tardi”
mentre già rimischia i numeri.

Questo sito utilizza cookie tecnici, anche di terze parti, per migliorare i servizi offerti e ottimizzare l’esperienza dell’utente. Si prega di leggere l'informativa sulla privacy. Chiudendo questo banner si accettano le condizioni sulla privacy e si acconsente all’utilizzo dei cookie.
CHIUDI